E' arrivata Pasqua, ma siamo chiusi in casa. Ormai le nostre giornate si susseguono in una routine ben definita: Colazione, allenamento, stare un po' fuori in giardino, studio, cena e film.
Da quando sono tornato dall'ospedale, Antonio si comporta in una maniera strana, come se avesse ristabilito quelle barriere tra di noi. Non mi cerca più sessualmente, il che è un po' uno strazio. Mi guarda come se fossi fatto di porcellana e che potrei spezzarmi da un momento all'altro.
Ho provato a stuzzicarlo, ma a parte qualche bacio a stampo, non ottengo niente di più.
Trascorriamo la Pasqua in silenzio, mangiando e bevendo. Continua ad essere molto schivo nei miei confronti, il che mi rende insofferente.
"Perché non mi guardi più?" Gli domando, una sera, dopo aver finito di guardare un film. Lui mi fissa e deglutisce. "Ti guardo, ti guardo eccome." Non capisco. Lui sospira. "Non possiamo continuare questa cosa c'è tra di noi." Sento un tonfo al cuore. Perché sta dicendo queste cose? Fino a qualche giorno fa, mi ha detto di essersi innamorato di me. Cosa diamine è successo?
"Ma..." Lui mi blocca. Guardo i suoi occhi farsi freddi e distaccati, come se non volesse continuare questa discussione. "E' meglio che ci separiamo per un po'. So che dobbiamo ancora stare reclusi insieme, ma credo sia la cosa giusta. Siamo ancora in tempo, non è successo l'irrimediabile." Spiega.
"L'Irrimediabile? Ma se mi hai scopato in tutti i modi umanamente possibili. Se prendi un libro sul kamasutra, ti mostro le posizioni che non abbiamo fatto." Urlo, sentendomi i nervi alle stelle. Lui scuote la testa. "Non parlo solo di sesso."
"Hai detto di esserti innamorato di me." Gli faccio notare. Lui alza gli occhi al cielo. "Ho detto che pensavo di essermi innamorato di te. Forse, ero sulla strada buona per farlo, ma ho capito che non è possibile. Non sarebbe giusto nei confronti dei nostri genitori." Confessa. "Ma loro cosa c'entrano. E' una cosa mia e tua. Solamente nostra." Vorrei che la smettesse di fare così. Mi sento le lacrime salirmi agli occhi.
"Samu, non voglio tornare come prima, mi piace parlare con te e starti accanto, Dio, forse più del dovuto." Si ferma e porta le mani al viso. "Ma siamo una famiglia, non possiamo rischiare di rovinare le vite di Katia e Pietro solo per un nostro capriccio." Sentenzia.
"Capriccio? Tu definisci la nostra relazione un capriccio?" Sono viola in viso. Vorrei strangolarlo.
Lui ha un sussulto.
"Non volevo intendere che non avesse importanza, solo che non possiamo avere quello che abbiamo immaginato. Inoltre, tu tornerai a Milano molto presto e io..." Si blocca. "Tu tornerai da Adele." Completo la frase per lui.
Sospira.
"Quando non c'eri, ho fatto un'analisi generale della mia vita e ho messo tutto in prospettiva. E' vero che ti ho detto che sto con lei solo perché ha degli attacchi e mi sento troppo in colpa a lasciarla, ma la verità è che penso di amarla."
Le sue parole sono come lame di coltello che mi si conficcano dritte dentro al costato. Ora sento la rabbia invadermi il petto.
"La ami? Mi hai scopato per più di un mese. Hai fatto cose con me che vanno oltre la semplice complicità sessuale. Ora, mi vorrei far credere che non hai provato nulla o, per lo meno, te ne stai defilando perché inizi a provare per me qualcosa di profondo, ma solo perché ami la tua ragazza?" Riassumo brevemente, più per me che per lui.
Annuisce.
"Non voglio farti soffrire e sono certo che se andassimo avanti, ad un certo punto, ti farei soffrire moltissimo e io non voglio. Non sono stato nemmeno in grado di non farti beccare il virus. Stavi morendo e io... Non posso accettarlo. Devo allontanarti da me, perché altrimenti potrei davvero provare qualcosa di talmente grande da farmi credere che possa essere felice e, alla fine, rimanerci male. Non posso perderti come..." Si blocca. Rimango senza fiato. "Vuoi dire che non puoi perdermi come hai perso tua madre?"
Il silenzio è assenzo.
Mi siedo sul divano e lo fisso. Lui sembra una maschera di cera, ma sento la sua disperazione e il suo dubbio farsi strada ovunque nel suo petto. Non è per Adele, non è per i nostri genitori (o, meglio, anche), ma è perché ha avuto paura di perdermi. Pensava che sarebbe dovuto sopravvivere senza di me e non era umanamente possibile. Quando ha detto che si sarebbe tolto la vita, non stava dicendo tanto per dire, lo avrebbe fatto veramente.
Non ho idea di cosa dirgli. Cosa posso promettergli? Tranquillo, camperò altri cento anni? La verità è che tutti moriamo, ma questo non significa decide di allontanarsi da qualcuno. È inconcepibile per chiunque. Chiunque tranne per Antonio. Credo abbia dei traumi psicologici irrisolti e solamente ora capisco quanto siano gravi. Non può stare con me perché prova un sentimento talmente forte che, in caso morissi come sua madre, ne rimarrebbe devastato in una maniera irreparabile. Ho perso, qualsiasi cosa gli dirò lui ha già deciso che non staremo più insieme.
All'improvviso, scoppio a piangere e vorrei scappare via chilometri e chilometri da questa casa. Non voglio più vederlo perché le sue paure stanno rovinando anche me. Io lo amo e non posso farne a meno. Lui sopravvivrà, ma a me non ci ha pensato minimamente. Crede che sia una cosa da niente? Non ha capito nulla.
Lui mi fissa, ma non sa che fare. Quando mi alzo e faccio per andarmene, lui mi stringe per un braccio e mi avvicina a sé, abbracciandomi.
"Non volevo farti soffrire. Perdonami." Io provo ad allontanarlo, ma lui mi stringe ancora più forte. Piango e piango. Vorrei che le lacrime si fermassero, avrei tanto voluto farmi vedere forte, ma non lo sono.
Sono distrutto dentro da tutto ciò che è successo: Dalla reclusione forzata, dal suicidio della Signora Petrelli e del Signor Pino, Dal ricovero, dalla morte di Alberto, ma soprattutto, da Antonio, il quale mi ha risucchiato nel suo mondo, prendendo tutto ciò che avevo da offrirgli in maniera ingorda e lasciamo vuoto, senza niente. Quando mi ha prosciugato, mi ha buttato via come se fossi una vecchia scarpa logora.
Eppure, sono qui che bramo il suo abbraccio, che vorrei che mi baciasse e mi prendesse su questo divano, come ha fatto tante e tante volte durante questo lockdown.
Non so cosa voglio. Ho solamente dubbi nella mia testa e il cuore mi fa un male cane, come se lo avessero appena stritolato in una morsa. Ho appena scoperto cosa sia realmente l'amore con la persona più sbagliata per me. Ho scoperto l'amore con il mio fratellastro, un ragazzo problematico che non riesce ad aprirsi con nessuno. Sono stato fregato, eppure so che non potrei mai lasciarlo andare, perché lo amo profondamente ed incondizionatamente.
Noi due non potremmo più essere fratellastri, nemmeno se lo volessimo e io non lo voglio di certo.
L'abbraccio dura più di quello che dovrebbe, fino a quando ci stacchiamo. Mi fissa negli occhi, i suoi così intensi e vedo un barlume di desiderio farsi largo.
Dovrei dirgli di no, dovrei sentirmi schifato perché so che se cederò, faremo l'amore e gli permetterò di sfogarsi in qualsiasi modo lui voglia, ma sono ben consapevole che domani mi dirà di essersi pentito e io non avrò fatto altro che rendermi ancora più ridicolo e suo succube.
Dovrei dirgli no.
Non lo faccio.
Ci baciamo.
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LoveGame - Un Amore Proibito ( ex Innamorato del Mio Fratellastro)
Chick-LitSamuele è un ragazzo brillante che si è trasferito a Milano dal padre dopo il diploma. Di origini siciliane, la madre si è risposata con Pietro, un medico molto gentile e simpatico. Quando scoppia la pandemia, Samuele decide di precipitarsi a casa...