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Fecero un giretto dopo aver sgranocchiato qualcosa al volo, preparandosi a quel che avrebbero affrontato nei giorni seguenti, tra voli avanti e indietro e con l'organizzazione "pessima" dato che si preparavano sempre all'ultimo secondo, anche se perfettamente.

E, in più, il 28 novembre si avvicinava.. Il giorno del compleanno di Lucas.

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Norman, appena mise piede fuori, iniziò a tossire e starnutire con il naso e le guance rosse, le lacrime quasi agli occhi e gli occhi che strizzavano ad ogni starnuto.

«Salute»

«Grazie, Ra- »

E un altro starnuto lo interruppe.

«Ti sei raffreddato come al solito

«È strano, io son stato fuori in questi giorni e con qualcosa di pesante addosso..»

«Magari in aereo, no?»

«Mhh.. Forse, non saprei»

Si guardarono per qualche secondo facendo sfiorare gli indici tra di loro, sorridettero perché entrambi erano soddisfatti di quel che accadde qualche sera prima, il 22 novembre.

Norman afferrò timidamente la mano di Ray, i fratelli ormai sapevano di loro anche se non lo avevano espresso esplicitamente.

«Oi Norman, ma... Ma tu avevi detto che andavamo da qualche parte dopo la- cosa della neve»

«..Sì, Yuugo.. Dopo vedrai, andiamo ora»

Sorrise.

Sorrise e fece incantare Ray, come sempre d'altronde.

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Quando il sole iniziò a calare, il gruppetto iniziò ad avviarsi verso casa per non perdersi nel cuore della notte poiché le strade erano già spoglie. E, poi, la giornata seguente sarebbe stata impegnativa.. Avrebbero dovuto riposare adesso.

Yuugo sistemò il colletto della camicia che aveva sotto il gilet dai bottoni consumati e quasi rovinati, il colletto che gli copriva quei piccoli segni d'amore che Lucas gli aveva lasciato, e che anche il rosso aveva.

Non sul collo.. Ma li aveva.

Yuugo, bastardo che era, amava fare i dispetti. Anche se quel che ricevette non fu un torto, in qualche modo doveva ripagare il tutto.

«Fa ancora male, Yuugo?»

«No, Lus. A te come va sotto?»

«Mi hai lasciato delle melanzane alla pancia e all'inguine, altro che lividi..»

Mormorarono e ridacchiarono tra di loro, mentre Ray li guardava, disgustato.

«Sapete che non ci interessa assolutamente un cazzo di come avete scopato?»

«Gay»

«Ah perché tu che sei, Mago Merlino col cazzo caprino?»

«Ray..»

«Che c'è, Norman? Loro scopano e devo pure sentirmeli? Ma per favore..»

L'albino si avvicinò a lui, col sorriso più gentile al mondo stampato sul viso.

«Fai il bravo, Ray»

Disse, per poi baciarlo dolcemente, appoggiando le labbra sottili e umide sul suo collo, poco sotto l'orecchio, facendo avvampare Ray.

Quando ci fermammo ad ascoltarci..🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora