Si tenettero le mani tutto il tempo.
Le canzoni alternavano gli artisti: Melanie Martinez, Lana Del Rey.. Un po' di tutto.
Anche a Ray piaceva cantare, ma non voleva dimostrarlo. Lo faceva sempre da bambino con suo fratello, ma ora sì considerava incapace e non adatto a ciò.
Pizzicava solo le corde della chitarra.
Norman non se ne intendeva, ma sicuramente aveva toccato le corde del cuore di Ray.
Un cuore fragile, infranto dal passato. Ma che continua a pulsare. Non solo per il sangue che pompa, ma per la presenza di Norman.
Negli ultimi anni era spento, negli ultimi anni era perso. Ora si era ritrovato. Ed ora, era con Norman. Avevano ancora tanto da fare insieme.
Norman era la persona che gli faceva battere il cuore all'impazzata.
Norman era l'unico che gli metteva le farfalle nello stomaco.
Non si era mai innamorato di chiunque altro in questo modo. Anzi, non si era proprio mai innamorato.
•~•~•~•~•~•~•~•
Le 7 ore di viaggio, erano concluse. Norman rimase sveglio, Ray ha preferito dormire durante il tragitto. Aveva bisogno di un po' di riposo. Le mani erano ancora unite e non si sarebbero separate.
Norman gli passò una mano tra i capelli, per osservare il viso dormiente senza quelle ciocche di capelli che glielo coprivano sempre.
«Minchia mo t'incula»
«Dai, Yuugo. Lascia stare Norman..»
«Posso portarlo in braccio?»
«Se vuoi»
Norman sorrise. Si alzò, mise lo zaino in spalla e prese nuovamente la mano di Ray. Lo tirò su prendendogli l'intero braccio e lo tirò a sé. Come faceva a dormire ancora nonostante il movimento brusco? Non lo sapevano nemmeno loro.
Lo prese in braccio, poggiò le mani sotto, vicino le sue cosce, per tenerlo su. Il corvino aveva le braccia attorno al collo di Norman, mentre adagiava la guancia su una di esse. Vicino la spalla del compagno.
Si incamminarono, andarono giù e i più grandi portarono le loro valige.
Yuugo e Lucas l'uno affianco all'altro. Ray e Norman, erano un tutt'uno.
La passeggiata iniziò guardando il cielo azzurro che si scuriva e veniva tinto di rosa con le nuvole che sembravano zucchero filato. Non rimanevano ferme e giocavano tra loro.
Era già buio, sarebbero andati direttamente nella loro camera d'hotel. Yuugo ne aveva una con Lucas, Norman con Ray.
Cercarono la via, e notarono che, per terra, l'asfalto tingeva di bianco.
Il clima era freddo, e, appena parlavi, potevi notare il tuo respiro nell'aria dovuto al freddo.
Norman tenette stretto a sé Ray, per riscaldarlo e per non farlo cadere.
Notarono di essere vicini il luogo che li avrebbe ospitati quando notarono una scritta “simile” a quella di Hollywood, solo che c'era scritto “Ottawa”.
Camminarono e camminarono, finché fiocchi di neve non sfiorarono i loro nasi e le gambe si fermarono davanti a quel bellissimo hotel in cui sarebbero rimasti almeno una settimana.
Ritirarono le chiavi delle loro camere. Norman e Ray avevano la numero 81, Yuugo e Lucas la numero 82, di fronte la loro. Salirono le scale e attraversarono il corridoio lungo e stretto. Aveva in tappeto rosso con ricami oro, luci calde e un soffitto dipinto. Classico, ma particolare.
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Quando ci fermammo ad ascoltarci..🤍
Hayran KurguFanfiction di "The Promised Neverland". Norman, un pianista francese, si trasferisce a Los Angeles con suo fratello Lucas. Qui, ritrova i suoi vecchi amici: Ray, un chitarrista, e Yuugo. Tra chiacchiere e vecchi ricordi, Norman e Ray si ritrovano a...