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Dopo cena, s'incamminarono su dei ciottoli levigati che formavano un sentiero curvo. Erano circondati dalla brezza notturna e pesante d'inverno, camminando mano nella mano con le stelle sulle loro teste e piccoli germogli della primavera scorsa ai piedi.

«E adesso?»

«"E adesso" cosa, Norman?»

«Torniamo a casa? Facciamo una passeggiata?»

«Tu cosa vorresti fare?»

«..Giocare a carte?»

«Che schifo, meglio gli scacchi»

«Allora giocheremo a scacchi»

«Siiiì woo-hoo non dormiremo questa notteee»

«Perché?»

«"Perché", Norman? "perché"?»

«Sì.. Insomma.. Le nostre partite son davvero lunghe, però..»

«L'altra volta son scese le palle a Yuugo tanto del tempo che ci mettevamo»

«..Eddai..»

«Comunque, no. Niente carte, niente scacchi e niente rompimento di cazzo. Io sinceramente ho sonno, quindi andiamo a dormire. Niente scopata, niente cazzi, niente buchi del culo perché non ho proprio le palle di- »

«Niente cazzi e?»

Intervenne Yuugo, il timbro basso della sua voce che rimbombava nel silenzio che li circondava.

«Niente cazzi, fighe, troiette e strip club. È un bambino e ancora non conosce queste cose»

«E di cosa stavate parlando, Ray?»

« "Caro" fratello zebrato dalle palle mosce, parlavamo del fatto che sei un ritardat- »

«Rayy..»

Questa volta intervenne Lucas, con voce rauca e strozzata per l'aria umida, accompagnata dal solito tono che usava per rimproverare qualcuno, oltre Yuugo.

«..Ma che cazzo hai fatto, un pompino?»

«No»

«E quella voce da cornacchia?»

«Chiedi a tuo fratello»

Gli occhi caddero tutti su Yuugo, con un lieve rossore sulle sue guance, nascosto dalla barbetta.

«Io- Io mi rifiuto di continuare questa conversazione»

Ribatté, poggiando la mano tra i capelli scombinati di Ray e peggiorando la loro composizione.

«Brutta troia stai fermo»

«Ray, non esagerare con le par..»

«Norman stai zittoOO»

Accentuò un tono sarcastico e nervoso alla fine, quasi spalancando la bocca, cosa che fece accasciare dalle risate Yuugo.

«..MA CHE CAZZO TI RIDI»

«DOVEVI VEDERE LA TUA ESPRESSIONE»

«E TU DEVI VEDERE LA TUA FACCIA DA CAZZO»

«SAI A COSA SOMIGLIAVI?»

«NO?»

«ASPETTA»

Yuugo si alzò in piedi, sfilò il telefono dalla tasca e iniziò a digitare quasi con difficoltà, per poi mostrare una fotografia.

Quando ci fermammo ad ascoltarci..🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora