Quattro ore di volo erano trascorse, Norman aveva finito di vedere i due adorati film.
Avrebbe voluto che le ore rimanenti passassero molto più velocemente. Avrebbe voluto riabbracciare i suoi amici più cari. Gli unici amici che lo hanno sostenuto anche nei momenti più "infantili", ma che son rimaste indelebili nella mente di Norman come ferite da taglio.
Abbassò lo schermo del portatile, premendo qualche tasto per poi entrare su Youtube, mise le sue composizioni preferite.
Riconosceva le note solo ascoltandole, premeva le dita nel vuoto.
Lo faceva come se stesse suonando lui.
Lui componeva la musica e la musica componeva lui.
Cambiava il suo stato d'animo, lo rilassava. Gli ricordava quei bei momenti in giovane età, quando sia suo fratello che Madeline, la madre, gli insegnavano come poggiare correttamente la mano sul pianoforte.
"Fingi di avere un uovo nella mano, non alzare troppo il polso ma non abbassarlo nemmeno tanto. Rilassa la tua mano, fai come se fossi un bambino piccolo che picchia i tasti. Non si fanno male."
Non dimenticherà mai quelle parole.
Le parole che lo hanno spinto a coltivare la sua passione.
Le parole che gli avevano insegnato ad ascoltarsi e farsi ascoltare. A creare nuove melodie con solo dei movimenti rapidi. Risulta buffo, da matti. Ma infondo è così.
Si ricordava ancora quelle melodie che cantava suo fratello, ricordava le intonazioni. Cercava di eseguire al meglio e ricrearle perfettamente. Nulla è impossibile, quel che creava era frutto della sua mente.
Continuava a perdersi nei suoi pensieri, cercando un modo per non annoiarsi poiché:
-Non voleva disturbare il suo migliore amico;
-Non voleva disturbare suo fratello.
Ci pensò così allungo che non si rese conto di aver già ascoltato minimo due sinfonie.
Girò la testa verso il finestrino, incantandosi per la vista dall'alto mozzafiato. Non aveva idea di dove fosse, ma il luogo lo faceva sentire a proprio agio. Fotografò, avrebbe mandato dopo la foto a Ray.
Continuò ad ascoltare la musica, ma anche a perdersi tra i più bei pensieri, non considerando il tempo.
Prense un brick di succo di frutta che poco prima, senza che se ne accorgesse, un hostess gli aveva portato. Iniziò a sorseggiarlo, riaprendo Whatsapp Web per iniziare a leggere quelle vecchie conversazioni con il suo migliore amico.
Infondo, chi non lo fa?
Leggeva quei bei messaggi a cui aveva messo una stellina per ricordarsi di loro, quei messaggi che lo facevano sentire bene. Si perse a pensare alle videochiamate, al tempo trascorso con Ray, ore intere a parlare con lui.
Finalmente avrebbero potuto recuperare tutto quel che si erano persi.
Finalmente poteva riabbracciare il suo migliore amico: Ray.
E, finalmente, suo fratello poteva riabbracciare il suo “piccolo mafioso”, Yuugo, che da giovane era sempre uno spirito ribelle. Infranto e addolorato, ma non lo dava mai a vedere. Il suo punto debole era Lucas, ma non era solo il suo punto debole.. Era il suo migliore amico, la spalla dove piangere. L'unico che sapeva tutto di lui. L'unico che riusciva a comprendere il suo carattere complesso e "aggressivo".
Lucas conosceva Yuugo come le sue tasche. Era anche l'unico che l'aveva visto piangere, poiché si conoscevano da quando erano in fasce.
Son sempre stati inseparabili, uniti. Niente e nessuno avrebbe rovinato il loro rapporto "speciale". Nemmeno Isabella, la madre di Yuugo e Ray.
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Quando ci fermammo ad ascoltarci..🤍
FanfictionFanfiction di "The Promised Neverland". Norman, un pianista francese, si trasferisce a Los Angeles con suo fratello Lucas. Qui, ritrova i suoi vecchi amici: Ray, un chitarrista, e Yuugo. Tra chiacchiere e vecchi ricordi, Norman e Ray si ritrovano a...