Quindici

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-5°C

Questa era la temperatura che segnava il meteo sul mio cellulare. Per fortuna in quel momento ero all'interno dell'università, non che lì si stesse meglio ma perlomeno la temperatura non era sotto lo zero.

"Buongiorno"
Disse Noah sedendosi davanti a me.

Mi trovavo nella caffetteria dell'università, quella mattina Noah mi aveva chiesto di fare colazione insieme. Aveva detto che aveva qualcosa di davvero importante da dirmi e quindi io avevo accettato, nonostante il broncio che aveva messo su Duncan appena gli avevo detto che non avremmo fatto colazione assieme quella mattina.
Ricambiai il saluto e ordinammo, io un cappuccino al cioccolato ed una brioche alla ciliegia mentre lui un caffè macchiato e dei waffle. Lo guardai con un sopracciglio alzato, aspettando che iniziasse finalmente a parlare.

"Parto col dire che so già che non sarai d'accordo"
Iniziò lui mescolando con il cucchiaino il suo caffè.

Gli rivolsi un'occhiata di disapprovazione che lui ricambiò prendendo un respiro profondo.
Nulla di buono
Pensai.
Cercai di capire cosa potesse aver combinato.
Era entrato in una gang? Avava iniziato a spacciare droga? Mollava l'università? O forse aveva rapinato una banca?
Scartai tutte queste ipotesi, d'altronde si parlava di Noah mica di Duncan.
Duncan, poverino lo avevo lasciato a casa da solo. Bhe in realtà non era completamente avvolto dalla solitudine, c'era Petey con lui. Quel cane era una vera benedizione.
Quel giorno Duncan non aveva lezione quindi sarebbe stato tutto il giorno in casa a dio solo sa fare che cosa, probabilmente a dormire.
Povero Petey
Pensai.

"Ci sei?"
Mi domandò Noah.

Io scossi la testa per liberarmi di quei pensieri che non c'entravano assolutamente nulla con il contesto in cui mi trovavo. Annuii lentamente e bevvi un sorso del mio cappuccino, aspettando che ricominciasse a parlare.

"Noah, parla"
Gli dissi io dopo altri cinque minuti di silenzio.

Avevo davvero molteplici doti e pregi ma la pazienza non era tra questi. C'erano persone che lo trovavano esilarante, come ad esempio Duncan. Se c'era una cosa che amava e che lo faceva ridere come non mai era vedermi perdere la pazienza, cosa che accadeva davvero molto spesso.
Noah sospirò e alzò gli occhi dal suo caffè, puntandoli sui miei.

"Come sai io e Emma ormai stiamo insieme da più di un anno"
Iniziò lui titubante.

"Però prima di prenderci una pausa siamo stati fidanzati per due anni e mezzo"
Continuò lui puntualizzando.

"Quindi?"
Gli domandai io intimandolo a continuare.

Iniziò a girovagare per la stanza con lo sguardo, facendo di tutto per non incontrare i miei occhi. Sospirsi e mi misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Da quando Noah faceva il misterioso?

"Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?"
Gli dissi poggiando la mia mano sulla sua per rassicurarlo.

Gli sorrisi dolcemente e lui ricambiò, prese un respiro profondo e allontanò lentamente la mano dalla mia. Era pronto. Stava, finalmente, per riaprire bocca.

"Ci sposiamo"
Disse tutto d'unfiato.

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Ero abbastanza certa di essermi sbiancata in viso, data l'occhiata preoccupata che mi lanciò Noah. Iniziai a boccheggiare.
Ma cosa diavolo aveva in mente? Non poteva sposarsi! La loro non era di certo una relazione stabile, come avrebbero fatto?
No, non potevo dirglielo. Dovevo appoggiarlo in questa sua decisione, anche perché sembrava fermamente convinto.

"Ti prego, dì qualcosa"
Mi disse lui osservandomi intensamente.

Presi un respiro profondo e mi sforzai di sorridere. Mi alzai in piedi e mi avvicinai a lui. Lo abbracciai. Lui sembrò sorpreso ma ricambiò quasi subito questa mia dimostrazione d'affetto. In realtà quella sarà stata forse la terza volta che ci abbracciavamo, non eravamo mai stati quel tipo di migliori amici.

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