Ventidue

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Grazie mille Court, per tutto. Io ed Emma abbiamo chiarito.

Ah e scusa ancora per quello che ho detto a tavola, spero tu sappia che non lo penso davvero.

Sorrisi guardando lo schermo e decisi di rispondergli mandandogli una faccina che sorrideva, non volevo trattenerlo troppo a chattare insieme a me. Preferivo che passasse il suo tempo con Emma, per rafforzare ancora di più il loro rapporto. Mi sentivo come una sorta di psicologa in quel momento, anzi una consulente matrimoniale.

"Perché sorridi? Ti ha scritto il fidanzatino per caso?"
Mi prese in giro Duncan, alzando un sopracciglio a mo' di sfida.

"Mi ha scritto Noah, ha detto che lui ed Emma sono riusciti a chiarire"
Gli spiegai io, scegliendo di ignorare la sua presa in giro.

Duncan annuì e mi versò il caffè nella tazza, ripetendo poi la stessa azione anche per se stesso. Lo ringraziai, presi una bustina di zucchero e ne versai metà nel mio caffè iniziando a mescolarlo. Mi misi ad osservare Duncan, lui il caffè lo beveva senza zucchero. Amaro. Non so come facesse, onestamente. Ma d'altronde vi erano molte cose che io reputavo bizzarre e che per lui, invece, rappresentavano la normalità. Col passare degli anni avevo imparato che le cose che facevo io non erano necessariamente le uniche giuste, ognuno viveva la propria vita a modo suo e non vi era una maniera giusta o sbagliata nel farlo. Mi schiaffeggiai mentalmente, pensando che tutto questo mio pensiero era iniziato da uno stupidissimo caffè senza zucchero. Mi capitava spesso di perdermi nei miei pensieri ma mi succedeva ancora più spesso di fare ragionamenti filosofici sulla mia vita partendo da gesti semplicissimi. Come in questo caso, Duncan che beveva il suo caffè indisturbatamente. 

"Principessa, perché ti sei imbambolata a guardare la mia tazzina? Sei ancora addormentata?"
Mi domandò scuotendomi il braccio leggermente.

"No, sono sveglissima"
Gli risposi io scuotendo energicamente la testa e mettendo la mia tazzina nella lavastoviglie.

Mi stiracchiai, cercando di non farmi vedere da Duncan mentre sbadigliavo. Non potevo certo dargli la soddisfazione di avere ragione, no?
Ritirai il latte nel frigo, cosa che avrebbe dovuto fare lui ma che ovviamente non aveva fatto perché avrebbe rappresentato uno sforzo insopportabile per lui. 

"Vieni a fare jogging insieme a me?"
Gli chiesi lanciandogli le braccia al collo non appena si alzò da tavola.

Lui mi avvolse le braccia attorno alla vita e i strinse a se. Mi guardò per una manciata di secondi dannatamente lunghi negli occhi e poi mi schioccò un bacio sulle labbra.

"Principessa, penso che tu abbia sbagliata persona"
Mi rispose Duncan scompigliandomi i capelli.

Si staccò da me e andò anche lui a mettere la sua tazzina in lavastoviglie, ignorando il mio sguardo.

"E cosa hai intenzione di fare? Stare spaparanzato sul divano tutto il giorno?"
Gli domandai io mettendomi le mani sui fianchi.

"Come mi conosci bene"
Mi disse lui dandomi un pizzicotto sulla guancia.

"Almeno studia, tra poco hai un'esame!"
Lo pregai io disperata, guardandolo mentre andava a buttarsi sul divano.

Lui non mi rispose, annuì solamente e mi liquidò con un gesto della mano. Sbuffai e andai al piano di sopra. Mi sciacquai velocemente il viso con l'acqua fredda per svegliarmi del tutto e mi vestii. Mi misi il mio classico completo da jogging insieme all'unico giubbotto adatto a fare sport che possedevo. Sperai fino all'ultimo che Duncan cambiasse idea e venisse anche lui su a vestirsi ma, ovviamente, non lo fece. Scesi giù e stessi a guardarlo ancora, cercando di metterlo in soggezione o di farlo sentire un minimo in colpa. Niente.

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