SIGRID
Il cuore mi batteva forte nel petto, mi mancava il respiro come se un masso mi schiacciasse la cassa toracica, stringevo ancora strettamente lo zaino.
Ero seduta sul mio vecchio divano da un'ora ormai, non ero ancora riuscita a togliermi i vestiti bagnati dalla pioggia e gli anfibi stavano infradiciando il tappeto consumato.
Fissai il mio piccolo appartamento, ma non vi trovai la solita calma, nemmeno tutto il mio addestramento militare mi stava aiutando.
Ce l'avevo fatta!
Il mio sguardo si puntò per l'ennesima volta verso la porta d'ingresso, non riuscivo a togliermi l'inquietudine di dosso, continuavo a immaginarmi di veder entrare da lì il Dio della Guerra. Quell'energumeno avrebbe buttato giù quell'inutile barriera come se fosse stata fatta di carta velina e mi avrebbe ucciso con la stessa ferocia con cui aveva fatto fuori le mie sorelle secoli prima.
Ripensare a quel giorno mi diede la forza di soppiantare i sentimenti di agitazione in rabbia.
Avevo lavorato senza sosta per trovare le informazioni sulla sua identità e dopo aver scoperto chi fosse il responsabile della morte della mia congrega, mi era stato chiaro fin da subito della mia certa sconfitta.
Come avrei mai potuto io una semplice valchiria riuscire a sconfiggere Ares, il Dio della Guerra per eccellenza?! Dopo un lungo periodo di scoraggiamento, caratterizzato per lo più da alcol a fiumi, mi ero messa di nuovo al lavoro. Avevo scoperto quanto più possibile su quella divinità e in generale su tutto il pantheon greco, ma più precisamente su come ucciderlo. Poche cose avrebbero potuto porre fine alle loro vite, tra cui le armi appartenenti ai sovrani dei loro tre regni, ma le notizie riportavano tutte alla stessa conclusione: nessuno, a parte Ade, Zeus e Poseidone, avrebbero potuto impugnarle. Alcuni pettegolezzi dicevano fosse Apollo adesso a regnare sull'Olimpo e a detenere il potere della folgore.
Purtroppo, nulla di utile per i miei scopi visto l'impossibilità di raggiungere quei tre luoghi.
Le armi moderne umane non erano in grado si scalfire minimamente la pelle di un Dio, le uniche in grado di causare qualche danno erano quelle forgiate dal Dio Fabbro, Efesto, ma nessuno sapeva come contattarlo, si diceva vivesse in un vulcano celato misticamente in Italia e nessun incantesimo di localizzazione aveva funzionato a differenza di quelli usati per trovare la dimora del Dio della Guerra, in più dubitavo, avrebbe acconsentito alla mia richiesta di commissionargli una spada.
L'ubicazione della dimora di Ares mi era stata confermata qualche mese prima, quando avevo avvicinato Apollo durante una conferenza, successivamente mi aveva invitata a una festa a New York organizzata dal suo compagno.
Avevo immagazzinato quell'informazione per poterla sfruttare in qualche modo. Se avessi deciso di attaccarlo, non si sarebbe mai immaginato lo potessi fare in casa sua.
Fino ad arrivare alla svolta di qualche mese prima, i ricordi dell'incontro con quella Dea mi tornarono alla mente.
Giravo per il campus, una montagna di libri impilati stavano minacciando di cadere dalla mia presa, ero riuscita finalmente a procurarmi dei manoscritti rari, non ero sicura mi avrebbero dato più informazioni di quante già avessi, ma anche un singolo dettaglio in più poteva aiutarmi per la mia missione.
Per averli avevo dovuto leccare qualche culo in quella maledetta università per anni!
La perdita di tutto quel tempo mi faceva infuriare, non ero nata per lo studio, ma per la guerra. Se qualcuno avesse saputo cos'ero e cosa invece stavo facendo in quel momento si sarebbe sbellicato dalle risate.

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Il Corvo e La Rabbia
FantasyQuarto volume della serie sugli Dei, sequel de 'La strega e la morte'. Ares ha un passato complicato, nel corso dei millenni il suo passatempo, oltre alla guerra, sembra essere quello di farsi nemici: Atena ha già sguinzagliato i suoi assassini con...