14.

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SIGRID


Ares.

Ares se ne stava privo di sensi proprio davanti a me.

Eccola lì!

L'occasione di una vita e io non riuscivo a muovermi, sapevo della presenza di altri, li potevo addirittura percepire, ma non vedevo altro se non quell'immenso corpo sanguinante.

Il mio nemico era inerme e io avrei potuto avere la mia vendetta e se fossi stata più lucida mi sarei resa conto che non era proprio così, ma nonostante questa consapevolezza ero bloccata.

Le spalle presero a tremare e in un attimo i muscoli del mio corpo risposero ai miei ordini.

Il corpo del Dio si mosse violentemente dopo avergli dato un calcio e una volta iniziato non riuscii più a fermarmi.

Un calcio. "Butto figlio di puttana!" Un altro calcio. "Mi hai rovinato la vita!" Calcio. "Ti odio!" Calcio.

Calcio, ancora uno e un altro!

Un'immensa felicità mi pervase e iniziai a ridere.

"Basta così!" Una voce calda mi raggiunse e pochi attimi dopo una figura non ben identificata mi circondò e mi trascinò via dal corpo di Ares ancora privo di sensi.

"Per tutte le armi, questa è più psicopatica di lui." La voce di uno dei fratelli identici mi raggiunse.

Mi divincolai con ancora più forza dalla costrizione. "Cos'hai detto?! RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO!" Ero consapevole di sembrare una pazza, ma non potevano capire, nessuno poteva capire cosa quel mostro mi aveva portato via, a cosa avevo rinunciato. Dire 'ogni cosa' sarebbe stato riduttivo.

Fissarlo mi faceva solo infuriare ancora di più, con che coraggio se ne stava lì? Protetto dalla sua famiglia, dai suoi amici, sapendo quanta morte aveva portato nel mondo nel corso della sua patetica vita.

Bastardo.

I sentimenti contrastanti che mi avevano offuscato la mente in quei giorni sparirono, rischiarandomi.

Lo volevo morto.

Anzi, iniziavo a volerli tutti morti, era ora di smettere di cazzeggiare e iniziare a impegnarmi perché quel nobile scopo avesse successo.

La costrizione su di me si fece più forte e chiunque fosse mi trascinò lontano dall'ingresso, continuai a cercare di divincolarmi, imprecando come un vecchio marinaio.

"Vuoi stare un attimo ferma?!" Mi chiese irritato, in realtà non sembrava una vera domanda ma più un ordine, purtroppo per il Dio in questione io rispondevo molto male alle imposizioni. Con la mente un po' più lucida mi resi conti di chi si trattasse.

Hypnos.

Anche il suo profumo era inconfondibile, sapeva di vento e terra bagnata, dovetti ammettere che non era nemmeno lontanamente gradevole quanto quello del Dio della Guerra. "Nemmeno per idea." Dissi dura, raddoppiando gli sforzi per liberarmi.

Lui strinse con ancora più forza e un rumore sordo di ossa rotte si propagò, una fitta alle costole mi fece storcere il naso. "Sto cercando di non farti male, ma se continui così non mi sarà più possibile." Mi intimò nuovamente, avvicinando il suo viso al mio orecchio, la voce calda e profonda mi diede i brividi, facendomi incazzare ancora di più.

"Provaci, l'ultima volta non ti è andata bene, ma vediamo come va con il secondo round." Per dare enfasi alle mie parole usai la presa di lui su di me e cercai di alzare le gambe per sbilanciare il suo equilibrio, ma quel Dio in qualche modo era pronto ad una mossa del genere da parte mia e fletté le ginocchia per darsi maggior stabilità. Rimasi sorpresa, senza alcuno sforzo mi bloccò contro una parete, bloccando le mie gambe tra le sue.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 17 ⏰

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