Parte 1- Parlami

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"Quindi prendo un pacco di farina? O due?"

Non ci sono aggettivi per descrivere l'espressione di Manuel che è rimasto con lo sguardo fisso sul cellulare con una pagina Google aperta. L'incertezza, la difficoltà, le parole a lui prive di senso che continua a guardare, quelle di una ricetta che da almeno mezz'ora studia nei minimi particolari. La stronzata più grande della giornata, su questo ha preso piena consapevolezza dall'esatto momento in cui quell'idea malsana ha sfiorato la sua mente.

Ma è troppo tardi per tirarsi indietro.

"Ohi!" Simone lo incalza, fermo e poggiato con una spalla sullo stipite della porta. Pronto per andare in missione al supermercato, chiavi in mano e la faccia di chi asseconda quella follia solo per non alimentare lo scazzo che vede lì, esattamente in quella persona che ha scelto di avere al suo fianco ma alla quale, in momenti come questo, darebbe una strattonata come si deve per poi mandarla a fanculo.

"Ma io che cazzo ne so, Simò. Prendine due e se c'avanza pazienza!"

Simone butta gli occhi al cielo, trattenendosi finché riesce: tre secondi esatti.

"Senti ma perché non ce vai te a comprà sta roba? E che cazzo, sempre scoglionato e co' sto muso" ripone le chiavi all'ingresso, dove toglie anche le scarpe e la giacca.

"Ma che è? 'Na protesta? Vuoi fa 'na manifestazione? Scendiamo in piazza?" Ora è Manuel che fa capolino dalla porta, con la solita faccia con la quale tenta di arruffianare l'altro senza chiedere scusa. Lui ironizza, è l'unica cosa che sa fare quando capisce di aver esagerato. Solitamente se ne accorge subito, ma il dialogo è sicuramente un punto a suo sfavore.

Manuel dovrebbe averlo imparato, che non può sempre risolvere così ogni cosa. Dovrebbe aver capito che l'unico in quella casa pronto ogni volta a discutere come un adulto non è di certo lui, e soprattutto dovrebbe aver capito che la sofferenza non può essere una scusante per sempre. Non se fai lo stronzo con chi ti dimostra ogni giorno che sei la cosa più importante della sua vita.

"A te fa ridere? A me no. Se vuoi fare sta cagata di ricetta scendi e vai a comprare quello che ti serve, altrimenti c'è la pizza surgelata in congelatore che forse almeno ci salva da un'intossicazione alimentare. Testa de cazzo" sparisce in camera da letto, trascinandosi dietro le ultime tre parole in un sussurro che però voleva fare arrivare forte e chiaro.

La credibilità di Simone, questa volta, è più alta del solito.

È stanco tanto quanto è innamorato, e vorrebbe solamente avere la situazione sotto controllo per non cedere agli sbalzi d'umore dell'altro.

"Mi spieghi perché stai a fa' così?"

"Il coraggio tuo, ci vuole. Ma ti senti quando rispondi di merda? Te lo dico io: no, perché tu non sei in grado di mettere insieme la bocca e il cervello. Tu sputi parole a caso senza renderti conto di quello che dici e di come lo dici e io sono STANCO" sottolinea l'ultima parola, perché vorrebbe che gli arrivasse perfettamente tutto ciò che prova.

"Ok, ma non è successo niente. Ero nervoso e ti ho risposto male, ma nun me pare che stai a fa' meglio te".
Manuel gesticola in evidente crisi. Lui le discussioni le fa iniziare con le sue reazioni irrazionali, ma se c'è una cosa che ha capito è che poi non sarebbe mai in grado di gestire ciò che ha creato.
E per questo va in ansia, continua a dire parole di cui si pente, questa volta con consapevolezza; tutto per la sua incredibile incapacità di comunicare. Ed è lì, che affonda sempre di più anche se l'unica cosa che vorrebbe è tornare a galla e smettere di discutere.
Ma perché non capisce un cazzo? Lo pensa ogni giorno della sua vita, perché vorrebbe che Simone fosse sempre al suo stesso passo e che fosse così clemente da anticipare ogni sua reazione in modo da evitare ogni accenno di discussione.

CASADove le storie prendono vita. Scoprilo ora