Parte 5 - Sensi di colpa

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Buonasera, questo capitolo rispetto agli altri è corto, ma ci tenevo comunque a pubblicare qualcosa nonostante sia domenica e questo qualcosa è un po' l'inizio del declino totale.
Grazie a chi è salito sulla nave di "CASA",
A.

La riservatezza emotiva di Simone è probabilmente il frutto di una vita passata ad avere a che fare con suo padre, che tutto è tranne che riservato.
Glielo ha sempre detto che ogni tanto farsi i fatti propri sarebbe meglio, soprattutto quando si tratta di suo figlio, ma Dante ha sempre agito pensando di fare del bene.

E anche adesso, mentre vede Manuel arrivare con il motorino davanti al piazzale di casa, nel suo cervello c’è solo l’intenzione di aiutare Simone.

Sono passati mesi da quella scenata di gelosia di Manuel e come ogni volta le cose vanno bene per alcuni giorni che seguono la discussione, fino a quando ricadono negli stessi meccanismi che fanno tutto, tranne che far progredire la loro relazione.

“Manuel, ciao!”
“Ciao, Dante. Grazie per l’invito” sorride con il casco in mano, realmente grato per un banalissimo invito a cena.
“Figurati, ci fa piacere. Simone?”
“Simone ha appena finito di lavorare. Traffico permettendo starà qui tra una ventina di minuti. Io sono arrivato prima perché ero a lavoro anch’io e non aveva senso tornare a casa”
“Sì, ci mancherebbe. Hai fatto benissimo” lo guarda e non sa se tenersi la lingua in bocca o dirgli quelle cose che si ripete in testa da giorni e settimane.

“Posso approfittare per parlarti?”
Manuel lo guarda stranito, ma annuisce tranquillo nonostante sia inusuale il fatto che Dante non l’abbia già trascinato in veranda per bere uno schifosissimo tamarindo nell’attesa della cena.

“Dimmi…”
“Ci vogliamo sedere in veranda? Si sta bene con la giacca, ci beviamo magari qualcosa”
Ah, ecco. Pareva strano

“Sì, certo…”

Lo segue e attende sulla sedia in vimini che gli venga offerta quella bevanda che la nonna di Simone crea con le sue stesse mani e che gli fa davvero schifo, ma non ha mai avuto il coraggio di dirlo per non offenderla.

“Manuel, caro. Come stai?”
“Bene, grazie. Lei?”
“Cerco di tenermi in vita!” si sorridono, ma Dante le chiede cortesemente di lasciarli un po’ soli.

Adesso Manuel inizia a sudare nonostante le temperature non siano alte; non sa cosa aspettarsi, e non capisce cosa possa essere successo.

“Dante è successo qualcosa? Mi devo preoccupare?”
“No, no… è che… se Simone sapesse che ti sto parlando mi ucciderebbe, ma ho bisogno di dirti alcune cose perché sono un po’ preoccupato per lui”
“Che è successo?” si agita, senza la minima idea di cosa stiano per ascoltare le sue orecchie.

“Niente di grave… ma ultimamente lo vedo sempre più pensieroso e preoccupato. Tra di voi va bene?”

“Beh… sì. Diciamo di sì. Alti e bassi”
“Lui non mi dice molte cose, lo sai com’è…” Manuel sorride a questa affermazione, perché sa benissimo com’è. Se chiedesse a Simone di tenersi un segreto, anche il più pericoloso del mondo, lo farebbe. Non lo tradirebbe mai, e soprattutto tiene così tanto a preservare il suo dolore che non lo sbandiererebbe mai ai quattro venti con superficialità.

“Sì, so com’è…”
“Ecco, però a me sembra stia davvero male. Non sempre, ma troppo spesso… e non capisco perché”
“Cosa vuoi sapere?” glielo chiede diretto, senza troppi giri di parole. Ha capito bene quali sono le intenzioni di Dante.

CASADove le storie prendono vita. Scoprilo ora