Parte 11 - Matrimonio e figlio

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Se fosse possibile passare ogni giornata così, tutti firmerebbero un contratto a tempo indeterminato. A casa, tra le lenzuola, a fare l’amore tutto il tempo fin quando si hanno voglia e forze; in questo Simone è sempre stato più attivo, perché se dipendesse esclusivamente da lui non si fermerebbe mai. Con Manuel.

Aveva avuto alcune avventure in quegli anni di attesa, passati a sognare come sarebbe stato con lui senza però poterlo avere realmente perché Manuel era la rappresentazione del maschio etero che non deve chiedere mai. E Simone si era quasi arreso, rassegnato, talmente tanto che aveva iniziato a guardarsi attorno perché struggersi per qualcuno è l’essenza dell’adolescenza e dei vent’anni, ma anche fare esperienza e soddisfare i propri bisogni ormonali avevano la loro parte di priorità.

Niente era mai stato come quello che ha adesso con lui, probabilmente complici la crescita e la consapevolezza. O semplicemente il risultato di quell’amore che era lì, davanti ai suoi occhi, e che ha desiderato immensamente per tutto il tempo in cui gli è sembrato irraggiungibile. Ora non è solo raggiungibile, ma può proprio toccarlo con le sue stesse mani, guardarlo da vicino, farci l’amore e tutto ciò di cui ha voglia.

Manuel, al contrario, nonostante sembrasse la persona più fissata con il sesso nel mondo, a contare le ragazze che ha avuto per tanti anni, è la parte più emotiva della coppia.
Manuel è il bacio sulle labbra la mattina, gli abbracci nel letto e le carezze sotto le lenzuola, i grattini sul divano durante un film, la domenica davanti ai fornelli.

Poi è anche tanto altro, anche passione e desiderio, e Simone si è sentito desiderato così tanto solamente con lui. In ogni circostanza, anche in tuta e con i calzini lunghi di spugna in casa.
Nessuno nella sua vita lo aveva fatto sentire poco desiderato, questo è vero, ma mai in quel modo. Quelli che c’erano prima di Manuel lo guardavano come un insieme di carne ed ossa quasi perfetto per via di una conformazione fisica che gli era banalmente stata regalata dalla vita; lo desideravano con la voglia di chi avrebbe voluto solamente quello.

Manuel mai.
Manuel, la prima volta in cui aveva preso coraggio e lo aveva baciato di nascosto, con il terrore che qualcuno potesse vederli, lo aveva fatto guardandolo negli occhi. Poi li aveva chiusi per imbarazzo, paura, destabilizzato da quella voglia irrefrenabile che aveva da tantissimo tempo e che cercava di accantonare.
E l’aveva poi accantonata per un po’, almeno per due mesi durante i quali Simone si era maledetto ogni giorno a seguire per essere caduto tra le labbra del sogno di una vita, assaporando per pochi minuti un bacio che non si sarebbe più ripetuto. E dimenticarlo sarebbe stato impossibile.

Poi, invece, Manuel era tornato. Sua madre era morta da pochissimo e l’unica cosa che avrebbe voluto era stare con lui. Così, sempre più vicini giorno dopo giorno e dolore dopo dolore.
Quel ragazzo che pensava di poter salvare il mondo con la sua forza ora era lì che si lasciava salvare da chi nella vita, fino a poco tempo prima, era stato un insicuro pessimista che pensava di non riuscire a gestire il peso di ciò che era.
Simone stava salvando Manuel, e questo nessuno l’avrebbe mai potuto immaginare, nemmeno chi era accanto a loro ogni giorno.
Nello scenario più banale e ovvio, sarebbe stato il contrario.

“Sai che pensavo?”

Simone ci pensa, nudo sul letto accanto all’altro che cerca costantemente il contatto delle mani. Un po’ come se fosse ancora un bambino spaventato dall’idea che tutto possa sparire da un momento all’altro.

“Che sono un figo incredibile e che devi ringraziare la Madonna se sto con te?”
Manuel ride, tirandogli uno schiaffo su un braccio. Me faccio male io, mortacci sua.

“Vedi, Balè? Sei diventato pure più spiritoso da quando siamo insieme”
“Ho imparato dal migliore, sì”
“Di sicuro nce sei nato, così. Comunque no, non pensavo a quello”

Simone ora torna serio, ma sempre con il sorriso sulle labbra.

“A che pensavi?” gli passa le dita tra i capelli, in un gesto dolce e di premura che solo con lui riesce ad avere nella vita. Al contrario di Manuel, Simone ha sempre cercato di dimostrare il suo amore con la presenza costante e con le parole, meno con gesti affettuosi, ma solo perché ne è sempre stato capace. Manuel no, e quel contatto fisico è sempre stato l’unico modo in suo possesso per dimostrare qualcosa.
Ora vuole provarci, invece. Vuole imparare tantissime cose.

“Pensavo che quell’appartamento che dicevi… potremmo prenderlo davvero. Insieme, però, perché altrimenti mi viene l’ansia di farmi campare da te e non esco da quei pensieri di merda. Però ho bisogno di uscire da qui, di allontanarmi dai ricordi di quel periodo, e ho bisogno di farlo con te. Se tu lo vuoi ancora”

“Lo voglio più di prima…” -sussurra- “Facciamo come vuoi tu, però solo se mi prometti che se dovessi avere problemi in qualsiasi momento me lo diresti, e ci penserei io. Non fa niente se per uno, due, tre, dieci mesi pago un affitto intero. Tu puoi pensare a mille altre cose, per me non sarà mai un peso”

“Mi hanno dato un piccolissimo aumento… poi posso mettere in affitto questa casa e non ci sarà bisogno”
“Va bene, non ce ne sarà. E vedrai che non servirà mai, però promettimi che se in un’eventualità remota dovesse servire…”
“Te lo dico e ti chiedo aiuto. Sì. Te lo prometto”
“Ok… allora si può fare”

Sorridono entrambi, consapevoli del fatto che li aspetta un passo grande dopo un tempo che non è tantissimo, ma tutto quello che hanno vissuto insieme ha dato ad entrambi la percezione di essere una coppia da almeno dieci anni.

“E poi io ti voglio sposare, un giorno.”
Questo Simone non se l’aspettava. Lo guarda in silenzio, con la tachicardia e -per una volta nella sua vita- senza parole.

“Non domani, eh. Tra un po’... un anno… due… non lo so. Quando ci pare. Però deve essere la festa più grande del mondo. Scegli tutto tu, perché se scelgo io poi esce fuori una roba pacchianissima perché non sono in grado, mentre tu c’hai ste cose da perfettino che io ti giuro odio spesso perché non ci puoi mettere dieci minuti per scegliere quali calzini abbinare al mocassino, però è tipo la cosa che più amo di te. Te vorrei menà, ma poi te guardo e sei tipo l’unico perfettino del cazzo che vorrei nella mia vita” prende un respiro, come sempre sembra che stia scalando una montagna mentre parla a raffica, buttando fuori quello che non è mai stato in grado di dire. “E poi cresciamo un figlio insieme”

“Mo stai a esagerà… hai fumato qualcosa e non me ne sono accorto?”
“No, non sto a esagerà. Sempre tra un po’... prima il matrimonio e poi il figlio. Così divento il padre che avrei voluto pe me, e addirittura poi ce ne avrebbe due di padri, mica uno. Non fa niente se sei un rompicazzo perfettino, tanto poi lo mandi da me e io gli faccio vincere ogni cosa. Tutto, Simò. C’avrà tutto. Pure le sgridate, va bene, quello che ti pare. Però deve avere qualsiasi cosa, perché io sto ancora a aspettà er dinosauro enorme a peluche che nn’è mai arrivato a Natale perché mi madre nun c’aveva i sordi manco pe piagne.”
“Il dinosauro? A peluche?”
Si guardano, entrambi con le lacrime agli occhi. E ridono.

“Eh. Grosso, enorme, ce volevo dormì insieme de notte”
“Madonna, Ferro… da te questo non me lo sarei aspettato”
“Vedi? La vita riserva molte sorprese…”

Simone lo bacia d’istinto, dolce e con la voglia di potergli togliere dalla testa ogni sofferenza, dalla piccola alla più grande, e soprattutto ogni mancanza.

“Tu la vuoi con me, sta vita?”
“Solo con te. Poi andiamo al parco, quando è più grandicello… te lo tieni te sulle spalle, perché io non c’ho sti muscoli e poi lo sai che soffro di cervicale…”
“Sei un cretino, Manuel”
Ridono tanto, ridono di felicità e le lacrime non si arrestano.

“Saresti un padre meraviglioso, io lo so. Perché se non lo sapessi e non lo pensassi, non ti direi mai che anch’io voglio tutto questo con te. Perché non metterei mio figlio tra le mani di qualcuno che penso non sarebbe in grado”
“Io non lo so, con certezza. Non so come sarei, perché un padre non ce l’ho mai avuto e non avrei qualcuno a cui ispirarmi, ma so quello che non voglio essere. Assente.”
“Sarai perfetto… e nostro figlio o nostra figlia sarà dello stesso pensiero”
Un altro bacio, e poi gli sguardi che si intrecciano intensamente.

“Ti amo. Tantissimo.” lo dice Simone. Deciso, quasi duro, come a volerglielo far entrare nella testa senza alcun minimo dubbio.

“Anch’io ti amo. Non so se l’avevi capito mentre ti parlavo di matrimonio e figli”
“No, effettivamente no”

Tutta la vita così.

CASADove le storie prendono vita. Scoprilo ora