Parte 10 - Senza limiti

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Simone non aveva più dormito bene da quando si erano lasciati.
Eppure questa notte non si è mai svegliato nemmeno una volta, ha appena aperto gli occhi nella stessa posizione in cui ricordava di essersi addormentato.
Accanto a lui non c’è nessuno, e se per un momento si preoccupa dell’assenza di Manuel, subito dopo sente dei rumori provenire dalla cucina.

Sbadiglia, stiracchiandosi sotto le coperte, e si stropiccia gli occhi come un bambino.
Appena arriva furtivo sulla porta della cucina, lo vede lì in piedi davanti ai fornelli intento a creare dei pancakes. Avvolto nell’accappatoio blu e con i capelli ancora bagnati.

Lo osserva con un sorriso sulle labbra, le braccia e le gambe intrecciate, mentre è poggiato allo stipite.
Quando Manuel cucina lo fa ridere, perché è totalmente incapace ma ci prova lo stesso, soprattutto negli ultimi mesi aveva preso quei fornelli come una possibilità di distrazione.

“Iniziamo la giornata con un’intossicazione alimentare? Daje!”
Lo fa balzare, e lo vede portarsi una mano sul petto.

“Ma che sei scemo? Non ti avevo sentito”
“E lo so, stai tutto concentrato”
Sorride ancora, e adesso si avvicina a lui guardando meglio nella padella antiaderente quel cerchio quasi perfetto. Ora bisogna capire se è buono o se crepiamo sul serio.

“Tiè, assaggia” Manuel gli porta alle labbra un pancake che era già nel piatto, e lo obbliga a morderne un pezzo.

“Mh… pensavo peggio”
“E allora magna, che stai sciupato”

Gliene porge un altro pezzo, che Simone mangia, ma senza scollare nemmeno per un attimo gli occhi dalle sue labbra.
L’altro se ne accorge e sorride, ma fa finta di niente perché al momento si sente con la paura costante che possa crollare tutto da un momento all’altro.

Simone no, però, perché istintivamente spegne il fornello e sposta Manuel di peso, spingendolo sul mobile della cucina ma lontano dal piano cottura che gli sembra una mossa un po’ azzardata.

Si fionda sulle sue labbra, chiudendolo tra sé e il ripiano. Baci prima piccoli, delicati, quasi intimoriti, e poi baci umidi, con le lingue che si intrecciano fuori e dentro le loro bocche mentre le due erezioni si scontrano per quanto sono vicini e avvinghiati.

A Simone sembra quasi di svenire, di non capirci più niente, tanta è la voglia di lui che ha accumulato e represso per oltre un mese. “Potrei venire tra dieci secondi” sussurra con l’affanno, lasciandosi baciare il collo sul quale si apre il sorriso di Manuel.

“Guarda che non t’ho ancora sfiorato”
“Non mi serve, mi sa… giusto un po’” geme e stringe la pelle di Manuel sotto l’accappatoio, dopo averla raggiunta con una foga implacabile.
I segni bianchi sul corpo dati dai solchi delle dita, che poi diventano rossi.

“Oddio, mi sei mancato…” lo dice quasi come fosse una supplica, con la fronte attaccata all’altra e gli sguardi intensi, eppure è solo l’eccitazione mista a una mancanza che va oltre quella sessuale. Un bisogno fisico di averlo lì accanto, poterlo toccare, baciare. Banalmente guardare e annusare.

Prende la mano di Manuel e la porta sulla sua erezione, facendo lo stesso al contrario. Si stringe a lui più che può, consapevole del fatto che finirà così, in un minuto scarso.
E non gli importa, perché l’unica cosa di cui sente il bisogno oggi è restare tutto il giorno in casa sotto le coperte con lui, e ricominciare da capo ogni volta, fino allo stremo delle forze.

Respirano entrambi pesantemente, ancora l’uno attaccato all’altro, le fronti che sbattono e un sorriso quasi impercettibile sui volti.

“Anche tu…” la risposta arriva con un minuto e mezzo di ritardo, ma fa sorridere di più Simone che adesso, lentamente e quasi come se non volesse farlo, inizia a staccarsi per guardarlo meglio.

Lo bacia ancora, questa volta a stampo, e si sentirebbe totalmente felice se solo non gli fosse balenato in testa il pensiero di quel Qualcuno che Manuel diceva fosse la causa del loro allontanamento.

E se esiste davvero?

“Che c’hai?”
Come faccia Manuel a capirlo con un solo sguardo, lo sanno solamente loro e tutti gli innamorati sulla faccia della terra.

“No, niente… è che sto pensando a una cosa”
“A cosa?”

Da un lato Simone non vorrebbe risultare stupido e infantile, perché in cuor suo sa che quella era stata una scusa di Manuel. Ma se si sbagliasse? Se quel corpo che è ancora sotto le sue mani fosse stato di qualcun altro in questo periodo?

“C’era davvero qualcuno?”

Ora Manuel sorride, e scuote la testa dopo aver atteso qualche secondo.
Simone, adesso, si sente più vivo. Anche ci fosse stato qualcuno sa benissimo che non sarebbe mai stata la stessa cosa e che una nottata non avrebbe cambiato quello che sono loro due, ma si sente più vivo. Molto vivo.

“E nemmeno c’ho provato a guardarmi intorno, dopo. Non sarebbe mai stato il momento giusto, anche tra cinque mesi.” prende coraggio, adesso, e inizia a parlare come pochissime altre volte nella sua vita. “Ho riletto il messaggio che mi hai mandato ieri sera, ero troppo ubriaco per capirci qualcosa. Spero tu non abbia litigato con tuo padre…”
“Quello è un coglione”
“No, sono io il coglione. Lui ha fatto il padre. Impiccione, ma pur sempre il padre. E io anziché pensare che ce l’avrei fatta, a starti accanto senza farti stare male, ho ben pensato di svignarmela e invertarmi la scusa più banale che potessi inventare. Perché sono un idiota spaventato dalla vita e tu non te lo meritavi. Uno come te non se lo merita uno come me; meriti qualcuno di incredibilmente maturo, a posto con se stesso, che ti faccia stare in alto ogni giorno e non tra continue montagne russe; ti meriti uno che non sono io, è vero questo e tu non lo puoi negare anche se stai già facendo di NO con la testa.”
“Perché è una stronzata”
“No, non è una stronzata. Prendiamone atto, io ci ho pensato tantissimo in questo mese e mezzo. Però ho pensato pure che ti meriti qualcuno che ti ami infinitamente, sicuramente più di quanto ti amo io, ma io al momento non penso esista questo qualcuno. E forse non esisterà mai, perché nessuno può amarti più di così. E se invece dovesse esistere questo qualcuno, sarei comunque io. Te lo giuro. Perché ti amo tantissimo e non voglio passare mai più un solo giorno lontano da te”

Ha il fiatone, come avesse scalato una montagna. Non è abituato a parlare così tanto e così a cuore aperto, e gli sembra assurdo tutto quello che ha detto.
Non che non avesse mai detto un “Ti amo”, ma mai in questo modo. Mai dicendogli che nessuno sarebbe in grado di amarlo tanto quanto lui o più di lui.

“T’ho stupito, vè? Eh lo so, che ce vuoi fa. Il problema di noi magnifici” lo sfotte, vedendolo imbambolato e incapace di rispondere. Simone avrebbe dovuto saperlo: il romanticismo e la serietà di Manuel non durano per sempre.

“Sei un coglione” sorridono entrambi, avvicinandosi ancora. Questa volta un solo bacio per lasciare spazio ad un abbraccio che si protrae per secondi interi, forse minuti. Stretti, con parole sussurrate ogni tanto.

“Mi dispiace” riprende Manuel.
“Anche a me.”
“Ce la facciamo, te lo prometto”
“Lo so. L’ho sempre saputo, altrimenti non avrei passato l’ultimo anno con te, con i tuoi malumori e i litigi. Ne valeva la pena, e lo confermo”

Ne valeva assolutamente la pena.

“Ma come ho fatto a starti lontano?” lo chiede Simone, mentre riprende a baciarlo e lo fa sorridere perché sembra un bambino che ha davanti il suo giocattolo preferito.
Non riesce a smettere.

“Ah, non lo so”
“Perché io adesso sai che voglio?”
“No. Che vuoi?” Manuel vuole sentirselo dire e viene accontentato, più di come immaginava.

“Voglio fare l’amore. Sul letto. Completamente nudi. E poi invece voglio scoparti fortissimo…”
“Simò… se non ti calmi ti butto io a terra qua, adesso”
“E poi facciamo di nuovo l’amore… e poi ancora sesso… e puoi buttarmi dove ti pare”

Non parlano più, perché adesso si lasciano inghiottire entrambi da quella passione che hanno forzatamente messo da parte per più di un mese.

Forte come poche altre cose al mondo, sicuramente più di ogni altra cosa che entrambi abbiano mai provato nella vita. E si scoprono sempre di più ogni volta, senza limiti e senza tabù.
In questo sono identici, e sono uno la fortuna dell’altro.

CASADove le storie prendono vita. Scoprilo ora