Non una brava persona

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*Diverse battute sono quasi le stesse della scena simile a questa dell'episodio di "Cold case" a cui è ispirata la fanfiction. Le ho modificate un po', però, non è che io abbia fatto copia e incolla.
*Sia in questo capitolo che in quello intitolato con il suo nome, Aaron è un po' ispirato ad un vero personaggio di "Boy crazy", Red Buckley, quindi scusate se le cose che fa non vi sembrano da lui.
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Era il 25 ottobre 1963, e come succedeva abbastanza spesso, quella mattina Elizabeth venne chiamata dalla scuola di Emily e dovette uscire dal lavoro.

Quando arrivò lì, circa un quarto d'ora dopo, sua figlia era nell'ufficio del preside, ed era lì che venne mandata anche lei.

"È difficile essere un'adolescente, tutti noi lo sappiamo bene, Emily. Soprattutto per noi donne" disse Elizabeth a sua figlia dopo che il preside le aveva spiegato che cosa era successo.

A quanto pareva, un ragazzo aveva preso in giro Emily per il suo abbigliamento e lei si era difesa, così l'insegnante l'aveva mandata nell'ufficio del preside.

"È stata colpa di Aaron. Perchè non è stato chiamato qui anche lui?" domandò a quel punto Emily, e sua madre stava per darle ragione, ma il preside intervenne prima che potesse farlo lei.

"Perchè non puoi venire a scuola vestita così" rispose l'uomo ad Emily, indicando con la mano la camicia rossa e i pantaloni neri che la ragazza indossava quel giorno.

"Ah, quindi dovrei vestirmi da donna solo per compiacere gente come Aaron?" replicò lei, chiaramente non desiderosa di arrendersi a quella regola che lui le stava imponendo.

"No. Devi farlo perchè sei una ragazza" provò a spiegarle l'uomo, cercando di rimanere calmo.

Si notava che quella la situazione lo infastidiva, ma non per la presa in giro che Emily aveva subíto, ma per i suoi vestiti.

"Ti servono consigli per comprare abiti adatti? Se vuoi ti posso aiutare" chiese a quel punto l'infermiera della scuola, che nonostante Elizabeth non capisse perchè, era stata chiamata per quel colloquio.

"Oh, no! Ha tanti vestiti da donna nell'armadio in camera sua. La maggior parte ha ancora il cartellino del prezzo" rispose Elizabeth.

"Con il passare degli anni, le ragazze come Emily tendono ad avere gravi disturbi della personalità e a fare uso eccessivo di alcol" disse poi il preside, rivolgendosi alla madre di Emily "Ci sono posti dove possono aiutarla se è aperta al cambiamento. È meglio farlo adesso, Signora Prentiss, prima che sia troppo tardi".

"Io voglio solo essere come piace a me!" esclamò Emily, ormai arrabbiata.

"Chi sei in realtà o quello che credi di essere?" replicò il preside, e visto che non arrivò nessuna risposta, solo pochi secondi dopo aggiunse "Ho visto che ti sei iscritta al corso di riparatore meccanico".

"Sì, signore" rispose Emily, apparentemente di nuovo calma "Voglio costruire un motore turbocompresso".

"E invece frequenterai quello di economia domestica" le disse l'uomo, con voce ferma.

"Perchè? Non voglio imparare a fare marmellate per tipi come lei!" replicò Emily, nuovamente infastidita.

"Emily!" la rimproverò Elizabeth, mentre la ragazza si alzava e usciva dalla stanza.

"Lasciatemi in pace!" le urlò la figlia, mentre lei si alzava per seguirla.

"Aspettavo proprio te! Dov'è il vestito?" disse a quel punto un ragazzo dai capelli scuri, con una giacca di pelle addosso e un sorriso arrogante che ad Elizabeth diede subito fastidio.

"Quale vestito?" fece Emily.

"Sei una donna. Dovresti cambiare modo di vestire" le rispose lui, con un tono di voce ancora più arrogante del suo sorriso.

"Va' al diavolo!" gli gridò Emily, andandosene arrabbiata.

"Oh, dev'essere proprio orgogliosa, la mammina!" aggiunse poi il ragazzo, rivolgendosi ad Elizabeth.

"Aaron Hotchner. Ma che sorpresa! Stavamo parlando proprio di te prima!" gli disse il preside quando lo vide, e a quel punto, Elizabeth capì.

Quello era il ragazzo che aveva preso in giro sua figlia, ed evidentemente si era già messo di nuovo nei guai.

Sì, lei aveva 42 anni ed Aaron solo 18, ma quel ragazzo già non le piaceva.

Non riusciva a non pensare che fosse qualcosa di più di un bullo da scuola superiore, ma semplicemente non una brava persona.

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