Il senso di colpa di una madre

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*Diverse battute sono quasi le stesse della scena simile a questa dell'episodio di "Cold case" a cui è ispirata la fanfiction. Le ho modificate un po', però, non è che io abbia fatto copia e incolla.
*Mi scuso se Emily e sua madre non sembrano loro in questo capitolo. È così che mi serviva renderle per la storia.
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Due giorni dopo, appena la casa di riposo in cui la donna viveva venne aperta ai visitatori, verso le 10, David e sua moglie andarono a trovare Elizabeth Prentiss.

Una parte di loro non avrebbe voluto disturbare ancora la madre di Emily riportando alla luce ricordi legati alla morte della sua unica figlia, ma sapevano di doverlo fare se volevano che Elizabeth sapesse la verità ed Emily avesse giustizia.

Quando arrivarono nella camera da letto di Elizabeth, trovarono la donna seduta sul divano vicino al letto, con suo nipote Declan accanto.

Nonostante avesse più di 40 anni e fosse anche un padre ormai, l'uomo stava piangendo disperato, mentre sua nonna lo stringeva tra le sue braccia.

"So che lei l'aveva tradito, ma era stato solo un bacio, niente di più. Perchè mio padre ha dovuto fare mandare mia mamma in quel posto? Io voglio la mia mamma" lo sentirono dire Dave ed Erin tra le lacrime, e i loro cuori si spezzarono per quell'uomo che dentro di sè, era in parte rimasto un bambino piccolo che sperava che sua madre tornasse a casa.

"Non è stato per il bacio, Declan. C'era molto di più dietro quella situazione. La tua mamma non era malata, ma a quei tempi si pensava che lo fosse. Mi dispiace tanto" provò a spiegargli Elizabeth, una grande tristezza evidente nella sua voce.

Poi, quando alzò gli occhi e vide Erin e David, lasciò sfogare ancora suo nipote per qualche minuto, poi gli chiese di uscire dalla stanza mentre lei parlava con lo scrittore e sua moglie.

"Sappiamo che cosa è successo ad Emily" le disse subito David quando Declan se ne fu andato dalla stanza "Non tutta la storia, ma la maggior parte. Perchè lei ha accettato di mandare sua figlia al Brockview?".

"Credevo di fare la cosa migliore per Emily, ma quando sono andata a trovarla una settimana dopo il suo ricovero, mi sono resa conto che non era così" raccontò Elizabeth "Appena mi ha vista, mia figlia ha cominciato ad urlare e piangere, pregandomi di riportarla a casa. Voleva tornare da me, ma il dottor Kearns non mi ha permesso di portarla via. A quanto pare, Ian gli aveva chiesto di dare la possibilità di togliere Emily da lì soltanto a lui".

"E quanto tempo è rimasta lì?" le domandò David.

"Diciassette giorni, poi è morta" gli rispose Elizabeth tra le lacrime che ormai le stavano scorrendo lungo le guance "Aveva provato a scappare un paio di volte, a quanto pare. Una volta l'avevano presa e riportata indietro, l'altra ci aveva rinunciato lei stessa. Probabilmente aveva paura che io fossi d'accordo con Ian e la rimandassi in quel posto. Per questo non è venuta da me".

Istintivamente, senza neanche pensare a ciò che stava facendo, Erin prese la mano della donna e la strinse.

Anche lei era una madre e nonostante non credeva di essere capace di mandare uno dei suoi figli in un luogo simile, un po' si immedesimava in Elizabeth Prentiss e aveva compassione per lei.

Non riusciva neanche ad immaginare come sarebbe stato vivere con un senso di colpa così forte per tutti quegli anni.

"Grazie per l'aiuto, signora Prentiss" le disse poi Dave, prima di salutare Elizabeth e lasciare la stanza insieme a sua moglie.

"Le hanno dato quel vestito in ospedale" fu la prima cosa che Erin disse a suo marito quando arrivarono alla loro auto "L'elettroshock spiega i segni che aveva sulle tempie".

"Durante la terapia qualcosa va storto ed Emily muore, e poi gli infermieri si sbarazzano del suo corpo" rispose David, pensando di aver ormai trovato la soluzione per quel caso.

Purtroppo, però, anche se solo leggermente, lui e sua moglie erano ancora fuori strada.

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