Niente di sbagliato

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*Diverse battute sono quasi le stesse della scena simile a questa dell'episodio di "Cold case" a cui la fanfiction è ispirata.
*Ho cambiato leggermente il comportamento di Pauline verso le ragazze rispetto a quello che aveva in "Boy crazy". Era già gentile con loro lì, ma io l'ho resa ancora più gentile.
*COSA MOLTO IMPORTANTE: Questo capitolo è stato difficile per me da scrivere, quindi se per voi è difficile da leggere, lo capisco. Sentitevi liberi di saltarlo.
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Era il 12 novembre 1963.

Emily era arrivata all'ospedale Brockview da otto giorni e come quasi tutti i pomeriggi, quel giorno stava seguendo insieme ad altre tre ragazze una parte della terapia di conversione a cui erano state assegnate.

L'infermiera che gliela stava facendo fare era proprio Pauline Leonard, e nonostante ciò che stavano facendo sembrasse solo un mucchio di stupidaggini ad Emily, era contenta di vedere Pauline.

Non sapeva perchè, dato che la conosceva da così poco tempo, ma le sembrava di piacere all'infermiera Leonard, e lei stessa provava simpatia per quella donna.

"Ripetiamo l'esercizio su come bisogna sedersi. Spostate la sedia verso di voi senza fare rumore e sedetevi composte, con delicatezza" fu la prima cosa che Pauline chiese loro di fare quel giorno, e svogliatamente, le quattro ragazze fecero ciò che la donna aveva detto.

"Stai facendo progressi, Emily" si complimentò l'infermiera, e nonostante la rabbia che le cresceva dentro giorno per giorno, la ragazza non potè fare a meno di sorriderle.

Quella calma, però, non durò molto, perchè pochi secondi dopo, la voce del Dottor Kearns si sentì dall'altoparlante presente nella stanza.

"Non devi trascinare la sedia, Felicia!" esclamò l'uomo, rimproverando la ragazza seduta a due sedie da Emily per l'errore che aveva appena commesso.

"E adesso, appoggiatevi le mani sulle gambe,  con grazia" disse poi Pauline, ignorando le parole dell'uomo.

Era il suo capo, quello era vero, ma come le ragazze, anche lei sopportava a stento il fatto che potesse osservare ogni loro movimento e sentire qualsiasi cosa si dicessero.

Emily, Felicia e Margaret, la ragazza seduta alla fine del tavolo, obbedirono immediatamente.

Louise, che era seduta accanto ad Emily, invece, non fece nulla.

La ragazza non stava bene da giorni, dopo tutte le sedute di elettroshock a cui era stata sottoposta, ed era evidente per tutti che stava arrivando alla fine.

"Louise!" esclamò Pauline, spaventata, quando la testa della ragazza cadde sul tavolo.

Ricordandosi che il suo capo poteva sentirla, però, si corresse praticamente subito.

"Louise, vuoi che il Dottor Kearns ti sottoponga ad un altro trattamento?" chiese quindi alla ragazza, che scosse debolmente la testa.

"Bene" riprese a parlare qualche secondo dopo l'infermiera, ricominciando la terapia "Ora vi insegno a truccarvi. Cominciate con il rossetto. Togliete il cappuccio e mettetelo sul tavolo. Aprite lo specchio e tenetelo nel palmo della mano sinistra, poi appoggiate il rossetto sul labbro superiore e iniziate a metterlo dal lato destro".

"No" ribattè Emily, ribellandosi a quell'ingiustizia per la prima volta da quando era arrivata lì.

"Devi fare l'esercizio se vuoi migliorare!" le disse però il Dottor Kearns, già irritato.

"Ma non posso migliorare, visto che non sono malata!" gli gridò la ragazza, ormai furiosa.

"Lei lo sa. Sa che questo è sbagliato" aggiunse poi rivolta a Pauline, una delle poche persone con cui sentiva di poter parlare liberamente in quel posto.

"Non immagini che cosa sono capaci di fare, Emily. Non ribellarti" le sussurrò la donna.

Sì, lei aveva visto ciò che alcuni dottori erano capaci di fare ai loro pazienti, e non avrebbe permesso che cose del genere accadessero anche ad Emily.

"Ora mettiti il rossetto!" ordinò però il Dottor Kearns alla ragazza.

"Se lo metta lei, il rossetto, va bene?!?" gli urlò Emily "E faccia anche tutte le altre stupide cose che fa fare a noi! Non sono pazza!".

"Voi siete pazzi, non io!" aggiunse qualche secondo dopo, buttando giù dal tavolo tutte le cose che c'erano sopra in preda all'ira.

"Tu devi comportarti da donna!" le gridò allora il medico, ancora convinto che ciò che stava facendo fosse giusto.

"Ma chi è lei per giudicare se quello che faccio io è giusto o sbagliato?!?" ribattè Emily mentre due infermieri entravano nella stanza e l'afferravano.

"Lasciatemi! Non c'è nulla di sbagliato in me!" urlò poi, mentre quegli uomini la trascinavano fuori dalla stanza.

Quelle furono le ultime parole che Pauline sentì dire da una Emily ancora completamente sana.

Nei giorni seguenti, a quella ragazza sarebbero state fatte cose così terribili che anche quarant'anni dopo, l'infermiera Leonard ancora non era davvero riuscita a perdonarsi per ciò che le era accaduto.

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