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Tutti gridano dalla paura e la risata macabra di Romeo sovrasta ogni cosa, echeggia sul livello del mare, mentre anche Hugo si unisce sadico al divertimento.

Elijah si limita a guardare soddisfatto, con un sorrisetto compiaciuto.

Claire singhiozza forte, Gabriel ansima pietrificato.
- Alcuni pensano che la legge esista al puro fine di punire una cattiva azione commessa da un individuo qualsiasi. Ma la legge è più di questo. - nonostante la sua rabbia, le parole di Nohea risultano fredde e studiate, teatrali - la legge esiste nel momento in cui facciamo parte di una civiltà, e quella civiltà ha bisogno di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, e per capirlo c'è sempre bisogno di un precedente.
Affinché tali rivoltanti azioni o offese non si ripetano più, affinché non ci sia qualcuno un domani che si permetta di pensare che se agirà allo stesso modo resterà illeso:
una condanna deve essere eseguita -

Nell'esatto istante in cui Romeo fa schioccare le dita, la mano di Nohea lascia andare l'accendino, e in una frazione di millesimo di secondo, poco prima che tocchi l'asfalto, lo colpisce con un calcio, facendolo precipitare qualche metro più in là con un rumore secco.
Molti urlano, la fiamma si spegne attonita esaurendosi in se stessa.

- Sono corretto, prima della condanna, l'avvertimento - dice sputando davanti ai loro visi il suo disprezzo.

I due vengono lasciati liberi e subito arrivano gli amici a soccorrerli.
Nohea si volta senza nemmeno guardarmi in faccia, sale dietro di Hugo sopra ad una Harley-Davidson rombante e si dissolvono nel fumo, proprio come se stessero volando.

- Mio fratello te la farà pagare - urla Claire in lacrime.
Suo fratello?

Sento la risatina di Hugo che si allontana sempre più, la sua sagoma inghiottita dal buio.

La folla impazzisce intorno a me, tutti parlano e vanno di qua e di la, la mia testa gira e cerco un posto riparato dove prendere aria.
Mi allontano di poco, mi appoggio ad un muretto e vomito l'agitazione direttamente dallo stomaco.

Mi accascio sfinito, mi viene così forte da piangere mentre Gio mi abbraccia e Rosie tenta di pulirmi con una salvietta imbevuta.

- Devo.. non so dov'è Lydia, devo trovarla - dico preoccupato, scattando in piedi, ma una mano mi ferma.

- Ehi.. ehi. Aspetta. Se non ti scorto, Nohea non ne sarebbe molto felice -
Il sorriso tranquillo di Elijah si materializza di fronte a me.

Da dietro le sue spalle esce Romeo, con un'espressione un po' meno folle del solito.
- Così è lui il famoso fratellino- si avvicina fin troppo al mio viso - bello - commenta con quello sguardo da psicopatico.

Arrossisco involontariamente.
- Devo trovare mia cugina.. - dico come se fosse una scusa, deglutendo nervoso.
- Bene, andiamo - conviene lui. - Idee su dove possa essere? -
- Ehm... -
- Controlliamo in macchina? - suggerisce Rosie, lo nasconde bene ma credo che sia su di giri, seppur in una situazione del genere.
- È abbastanza probabile - commenta Elijah.

Ci dirigiamo in silenzio verso la mia macchinina, un breve tragitto e la scorgo, ma c'è un ragazzo appoggiato allo sportello, insieme a.. Lydia?

Strizzo gli occhi mentre mi avvicino, ha i capelli neri ma non riesco ad identificarlo, e mi fa così strano che lei si stia stringendo a lui.


- Raiden, che stai facendo? - scoppia a ridere Romeo.

- Per una bionda che piange io sarò il gorilla - risponde con un sorriso sornione. - Stavo venendo da voi quando ho incontrato questa fanciulla in lacrime. Potevo ignorare una cosa del genere? -

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