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Di quanti colori brilla l'amore?

É rosso come la tua bocca che non smetterei mai di baciare.
Bianco come i sorrisi che non riesco mai a rubarti.
Rosa come la tua pelle delicata, stretta alla mia.
Castano arancio come le tue lentiggini sbiadite.
Blu come il cielo sopra di noi, mentre aspetta che si faccia notte.
Verde mare, nei tuoi occhi fragili, lucidi.

Le lacrime imperlano le sue labbra, tento di baciarle ad una ad una, ma non basta.
È come un fiume che non si estingue mai.
Cerco il contatto visivo, me lo nega, le sue ciglia scintillano di luce e dolore.

Mi sento in colpa.
L'ho provocato fino a fargli perdere il controllo e lui adesso si odia.
Chissà perché ogni cosa bella deve sempre tramutarsi poi in dolore.

- Nohea.. -

La piega delle sua bocca resta immobile, mentre trattiene i singhiozzi.
Sconfitto abbasso lo sguardo e mi ritrovo faccia a faccia con la realtà, con quelle righe rosse sulle sue braccia, di sicuro recenti.
Come ho fatto a non accorgermene prima?

Sospiro. Accarezzo il suo polso delicatamente.
Non so cosa fare. Perché?
Perché la verità è che lui è uno sconosciuto per me.

Non so più quello che gli piace, quello che lo fa stare bene, cosa lo conforta, cosa invece odia e non sopporta.

Anche quando eravamo piccoli e stavamo sempre insieme, era solo lui a preoccuparsi per me, a stare attento ad ogni dettaglio che mi riguardasse mentre io mi perdevo costantemente nel mio mondo.
E adesso che vorrei dargli tutto l'affetto di cui ha bisogno, non ne sono capace.

Rifletto, scavo a fondo nei nostri ricordi.
Gli piaceva molto quando cantavo.

- When you were here before
Couldn't look you in the eyes
You're just like an angel... -

Cerco di modulare la voce in modo che sia bassa e dolce.
Come una carezza per la sua anima.

- ...your skin makes me cry.

You float like a feather
In a beautiful world
I wish I was special....

....you're so fuckin' special -

Tra poco piango anche io, ma lui sembra essersi in parte calmato e le sue spalle hanno smesso di tremare.
Solo una goccia resiste, incastrata a bordo occhio.
Si appoggia a me e lo stringo, ho addosso tutto il suo peso, e non mi dispiace che decida di abbandonarsi così sul mio petto.
Per una volta posso essere io a sostenerlo.

Il mio cervello corre ancora, cerca ogni possibile soluzione, qualsiasi cosa che io possa usare per rendere questa sera più lieve.

- Mi racconti.. ti va di raccontarmi come hai conosciuto Hugo? - ricordo che Romeo mi aveva suggerito di chiederglielo.
Magari parlare dei suoi amici lo farà distrarre.

Le sue ciglia si sollevano di qualche millimetro, le labbra si muovono impercettibilmente, esitano.
Si distacca lentamente da me e torna ad appoggiarsi sul cuscino, lo sguardo rivolto al soffitto ma perso dentro al passato.

- Hugo.. l'ho incontrato che avevamo entrambi 15 anni, in seconda superiore.
Sono entrato in un bagno durante le lezioni e ho trovato due ragazzi che forzavano un terzo con la testa dentro al gabinetto. Era lui.

Ovviamente è bastato quello per farmi incazzare facile.
Gliel'ho tolti di dosso in pochi secondi e li ho fatti uscire dal bagno a calci. Quando sono rientrato, lui era lì, coi ricci biondi che gocciolavano di quell'acqua lurida, gli occhi gonfi e rossi di pianto, ma l'espressione di chi avrebbe voluto ucciderli.
Me lo sono portato in stanza, l'ho fatto lavare, continuava a ripetermi che non aveva bisogno del mio aiuto e mi guardava con astio.

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