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Appena sento la porta aprirsi, gli corro incontro e gli salto addosso, quasi facendogli perdere l'equilibrio.

Bacio la sua bocca, le sue labbra al sapore di felicità.
Lui si guarda subito intorno preoccupato, il suo sguardo saetta da un punto all'altro del corridoio.

- Non ci sono, siamo soli - sussurro.
- Ok.. -

Mi trasporta facilmente nella sua stanza. Non gli dico di aver trovato la sua lettera.
Mi poggia piano sul suo letto e si stende insieme a me.

È stanco, lo posso percepire dal suo respiro e dalla sua temperatura corporea.
Ma a me va bene anche solo stringerci così, non ho bisogno per forza di fare sesso, mi avvinghio a lui e non lo lascio andare più.

- Sei solo mio - affermo convinto, abbracciandolo stretto.
- Va bene -

Non mi aspettavo un no come risposta, ma neanche tanta arrendevolezza.
So che lui mi adora, in un modo che probabilmente non ha niente di profano, il suo amore è puro e incontaminato, indefinito, incondizionato.
Ed è per questo che io lo amo così tanto, al di là di quello che lui rappresenta per me, di quanto è angelicamente bello e dannatamente affascinante.

Lo amo ogni volta che le sue dita si posano sul mio viso, mi accarezzano gli zigomi, scostano i capelli dagli occhi.
Lo amo quando sento la sua pelle che si fonde con la mia, il suo petto che mi custodisce e le sue spalle che mi proteggono.

Mi fa sentire così al sicuro.

- Dopo mi porti a vedere i gattini? - è solo un modo implicito per fargli capire che l'ho letta.

- Certo - la sua solita stretta più forte sta ad indicare che è felice del mio interessamento.
Il signor Sombrero balza sul letto e decide di raggomitolarsi in una ciambellina, proprio in mezzo a noi due, diventando un trattore di fusa.

Rido un po', ma Nohea tira le mie braccia verso sè e le allaccio al suo collo, mi bacia la spalla e poi ci appoggia la fronte.
Lascio che si addormenti così, i suoi capelli rossi sfiorati da una luce dorata adesso sembrano più simili ai miei.

















- Nalu ma non c'è Nohea? -
- Ehm, non sta tanto bene -
- Va bene, vieni a ritirare anche il suo elaborato allora -

Avanzo verso la cattedra e prendo i due fogli.
Controllo il mio tornando verso il banco, è una rappresentazione di disegno dal vero, ci era stato chiesto di raffigurare degli oggetti scelti da noi.
La maggior parte ha scelto forme semplici: frutta, bicchieri, penne e matite; forme rettangolari, sferiche e quadrate.

Io in particolare ho scelto un'arancia che ho affiancato ad un paio di dadi.
Voto sei +, mi va bene eccome.

Poi controllo anche quello di Nohea sotto lo sguardo curioso di Jean e delle ragazze nel banco davanti al mio.

10 +++
Apprezzato l'impegno nella scelta ricercata di oggetti dalle forme complesse, eccellente raffigurazione di luci e ombre su superfici oblique e impeccabile tecnica di sfumatura.

Il prof. non si era mai sprecato a scrivere una nota sui miei disegni, tanto meno quelli dei miei compagni, ma non m'infastidisce, anzi, sorrido orgoglioso.
Nohea ha scelto di rappresentare un vaso di fiori, una caffettiera e una tazzina, e l'ha fatto in una maniera così precisa che non poteva non prendere questo voto.

- Le ombre sono così perfette che sembra vero - commenta Jean.
- Se lo guardi da lontano è come se fosse in rilievo - concorda Milly.

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