°Natale babbano part.1

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24 Dicembre 1891

Caro diario,

Questa mattina, sono tornata a Londra per trascorrere le vacanze di Natale con la mia famiglia; vacanze che quest'anno sono state allungate di ben due giorni rispetto all'anno scorso. Di questo passo, arriverà il giorno in cui le festività si prolungheranno fino all'anno nuovo!

Comunque, eccomi qui, annoiata nella mia vecchia camera; dove il tempo sembra non passare mai, ne approfitterò per scrivere cosa è successo nei giorni che sono seguiti al litigio tra Oneiro e Sebastian fino ad oggi.

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Dove ero rimasta? Ah sì, con Sebastian che aveva lasciato me, Natty e Garreth con il corpo congelato di Oneiro nella Rimessa delle Barche a chiederci: "Ed ora che ne facciamo di lui?", come se fossimo tre complici di un omicidio e dovessimo sbarazzarci del misfatto.

«Non sarà contento quando tornerà normale!» scosse la testa Garreth, facendo rimbalzare i suoi ricci rosso fuoco a destra e a sinistra, mentre portava una mano alla bocca per tirare le pellicine delle dita, come faceva ogni volta che era nervoso per qualcosa.

Natty era piegata sulle ginocchia, osservando da vicino il suo operato e, senza distogliere lo sguardo dalla scultura umana di ghiaccio disse: «Nellie saprebbe cosa fare», torturandosi, infine, il labbro superiore.

«No, non coinvolgeremo nessun altro!» sentenziai categorica, allargando le braccia come per fendere l'aria: «Natty, sciogli l'incantesimo.»

Natty mi guardò seria e, senza aggiungere altro, si alzò in piedi puntando la bacchetta dritta verso Oneiro: «Finite Incantatem». [1]

Sulla prigione di ghiaccio cominciarono a comparire delle crepe, accompagnate da rumori simili a vetro infranto, indice che la magia stava dissolvendosi. Natty e Garreth fecero qualche passo indietro, come per rifugiarsi alle mie spalle, mentre il ghiaccio si ritraeva, rivelando le vesti intrise d'acqua di Oniero. Le sue mani, una volta serrate a pugno in un gesto di sfida, si aprivano con una grazia appena ritrovata. La pelle sotto il ghiaccio riprese il suo colore naturale nello stesso momento in cui il ragazzo Corvonero emise un sospiro profondo; come se avesse trattenuto il respiro per un'eternità.

Sentii un nodo allo stomaco mentre Oneiro si rialzava con una fluidità che contrastava con la rigidità imposta dal ghiaccio. Riprendendo compostezza con un movimento calcolato, districò con grazia i lembi del prezioso soprabito nero e blu, ora appesantiti dall'acqua. Nessuna parola pronunciata, solo la risolutezza a conferma della sua natura da aristocratico, abituato a nascondere dietro la maschera della dignità qualsiasi inconveniente.

Deglutii quando i suoi occhi blu notte si posarono su di me con un'aria pungente, più fredda del ghiaccio. Mi sforzai di rimanere calma e impassibile, cercando di mostrare la stessa risolutezza che stava fingendo lui in quel momento: «Credo proprio che dovremmo parlare, io e te.»

Oneiro alzò il mento e portò indietro i capelli bagnati, facendo cadere delle gocce d'acqua dalle punte: «Arrivati a questo punto, credo proprio di sì. Potreste farci la cortesia di lasciarci un attimo soli?» chiese inclinando leggermente di lato il viso, in direzione dei miei amici.

«Perché non puoi parlare davanti a noi? Qualsiasi cosa tu abbia da dirle puoi farlo, non abbiamo segreti tra noi!» intervenne Garreth contrariato. «Garreth, non ora!» mi rivolsi al mio amico guardandolo con la coda dell'occhio, mentre Oneiro gli faceva il verso: «Sì Garreth, non ora!». 

Hogwarts Legacy | Diario del 6° anno 1891 - 1892 IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora