Capitolo 20

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POV Briga
Sono le sette del mattino ed io sono in ospedale. Ovviamente non ho chiuso occhio stanotte. La tragica notizia di Emma in coma alle cinque e mezza del mattino è stata una pugnalata, un fulmine a ciel sereno. Fino a ieri sera alle dieci andava tutto bene. Abbiamo passato delle giornate bellissime, piene d'amore. E adesso mi ritrovo in una stanza di ospedale a sperare che Emma si riprenda.
Decido di chiamare Maria.
Maria: Matti, ti stavo chiamando. Dimmi, ci sono novità?
Briga: Purtroppo sì.
Maria: Come purtroppo?
Briga: Emma è entrata in coma.
Maria: Ma che stai dicendo?
Briga: Purtroppo la verità.
Maria: Non può essere! Arrivo in ospedale prima delle otto.
Briga: Va bene, ti aspetto.
Chiudo la telefonata. Mi siedo in sala d'aspetto perché i medici mi dicono di uscire che devono lavare Emma.
Aspetto, aspetto, aspetto ma niente. Nessun medico che mi aggiorna sulle condizioni di Emma.
Sono le sette e mezza, oggi il tempo sembra non passare mai.
Entra Maria, vedo dal viso che è sconvolta.
Maria: Mattia come sta Emma?
Briga: Stabile.
Maria: E tu?
Briga: Non ci sono parole adatte per descrivere questo momento.
Maria: Matti, ti ho portato dei vestiti puliti. Cambiati, sistemati e riposati.
Briga: Grazie Maria. Comunque ascoltami, io ci ho pensato e se è il caso lascio anche il programm...
Maria: Non lo dire neanche per scherzo.
Briga: Ma come facciamo? Io ad Emma non la lascio sola.
Maria: Matti, parlerò io con la redazione. Arrivato ad un certo punto posso permettermi di prendere certe decisioni.
Briga: Faresti tutto questo per noi?
Maria: Certo! Ti ripeto, siete come dei figli per me.
Briga: Ti voglio un sacco di bene e non ti ringrazierò mai abbastanza.
Maria: Anch'io non sai quanto ve ne voglio.
Briga: Hai avvisato i genitori di Emma?
Maria: Si, prenderanno il volo prima possibile. Ma c'è stato uno sciopero e i prossimi voli previsti sono fra tre giorni!
Briga: Immagino come si sentano.
Maria resta con me un'oretta. Parliamo di Emma, dei suoi inizi. Maria mi dice che deve andare a parlare con gli autori e spiegare la situazione. Mi saluta e se ne va.

***
Cammino nei corridoi degli ospedali, stare nella sala d'attesa mi faceva impazzire. Sono andato in bagno, mi sono lavato come meglio potevo e mi sono cambiato. Tra i corridoi incontro una signora sulla settantina. Tiene in mano un rosario e ad un certo punto le cade. Allora io mi avvicino e lo prendo.
Signora: Grazie giovanotto.
Briga: Si figuri.
Mi siedo sulla panchina dove sta la signora e la osservo metre prega.
Signora: Tu sei cristiano?
Briga: Più o meno.
Signora: Che ci fai qui bel giovanotto?
Briga: Ieri sera la mia fidanzata è uscita per andare da un'amica. Al ritorno il suo ex fidanzato l'ha aspettata e la stava quasi per violentare. Per fortuna io sono arrivato in tempo.
Signora: Mi dispiace tanto. Ma non capisco perché sei qui.
Briga: La mia fidanzata è svenuta tra le mie braccia e qui abbiamo scoperto che ha avuto un trauma cranico, dovuto ad una caduta. Questa notte alle cinque e mezza è entrata in coma.
Signora: Oh Signore Benedetto! Senti giovanotto, io ti consiglierei di andare in quella cappella in fondo. Anche se non preghi vedrai che ti rilasserai. Fidati di me.
Non so come, ne perché mi alzo e vado nella cappella. Entro e mi siedo nel primo banco.
Da dove inizio? Io non sono mai stato un cristiano praticante. Sono sempre stato restio nei confronti della Chiesa. Ma adesso sono qui non per me, ma per Emma. Tu sai quanto ha sofferto in passato. Questioni amorose, un tumore, ne ha passate di tutti i colori. Quindi ti prego salvala. Prenditi cura di lei, falla riprendere. Spero di essere stato convincente.
Esco dalla Chiesa. Vado di nuovo da Emma, e finalmente posso entrare. Mi avvicino al suo letto e le stampo un bacio in fronte. Quanto mi mancano i suoi baci. Resto con lei per due ore circa. Le canto le mie canzoni, sperando che le arrivino. Ma niente, è immobile. Non si muove.
La mattinata è passata inutilmente nella sala d'attesa. Sono le tre di pomeriggio ed io sono stanco. Iniziano a mancarmi le forze. Per fortuna entra Klaaudia che corre verso me e mi abbraccia.
Klaudia: Mi manchi struzzo.
Briga: Anche tu. Che ci fai qui?
Klaudia: Sono venuta a far visita ad Emma e ti ho portato la macedonia.
Briga: Grazie Kla sei un'amica.
Parliamo della vita nella scuola, di come si trova con i blu, anche lei è molto triste per Emma. Sono le sette di sera e lei deve rientrare. Ci salutiamo ed io vado a cenare. Viene Maria che mi saluta e mi tiene compagnia tutta la sera. Sono le undici di sera. Maria va a casa. Dopo entro in camera da Emma, mi siedo fianco a lei e le tengo la mano.
Ma niente, non si muove. È un incubo, vi prego svegliatemi!

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