Ovviamente quello che ne seguì fu uno dei periodi più idilliaci della mia vita matrimoniale, superato solo dalla nascita di Victoria e dai primi mesi dopo averla riportata a casa. Juan era tornato ad essere il romantico, premuroso e focoso amante che era sempre stato da quando ci eravamo uniti, io la solita rompipalle che si indispettiva per un nonnulla e metteva il broncio come una ragazzina, anche per ricevere attenzioni, lo ammetto.
Ben presto però dovemmo ricominciare a fare i conti con quello che era il nostro mondo e con la gente che ne faceva parte.
Ripartimmo per la Germania sicuramente meno vicendevolmente rancorosi, ma con la sensazione che, riconfrontarci con quell'ambiente avrebbe minato la precaria stabilità riacquisita nelle poche manciate di ore trascorse tra le mura domestiche.
Il solo fatto di proseguire a gestire la settimana di gara dalla parte opposta a quella di Juan mi mise seriamente di malumore e il continuo gironzolare della Rossa nella zona di mio marito minò seriamente il mio autocontrollo.
Eravamo giunti in Germania scoprendo un tempo inclemente, che non ci aveva abbandonato neanche ad inizio libere. La Rossa si era mostrata stranamente servizievole, tanto da accantonare i suoi video social e prodigarsi nella vestizione anti pioggia di Juan. Lui steso, sorpreso da questo intervento, mi aveva lanciato una sguardo quasi colpevole, allungando il collo dalla mia parte di box, tanto da essere sicuro che quello sul mio viso fosse effettivamente una sguardo di pura gelosia collerica. Lo era e come, non fossi stata dotata di quel pizzico di autocontrollo, probabilmente sarei saltata al collo di quell'arpia, accanendomi come un vampiro affamato.
Ben presto però dovetti accantonare i miei pensieri iracondi e concentrarmi sul pilota che mi era stato affidato.
Attesi che i meccanici ritirassero le termocoperte ed osservai il mio pilota lasciare il box, prima di avvicinarmi all'imboccatura del garage, soppesando le condizioni meteo, che non avevano intenzione di migliorare.
-Non smette. Credo che andrà a piovere per tutto il tempo. – mormorò Caleb, capomeccanico di Adrian.
-Dai radar sembra che continuerà a mandarla giù per l'intero pomeriggio, fino a notte inoltrata. – risposi alzando la testa al cielo grigio e carico di nuvoloni famelici.
Caleb fece una smorfia di assenso e rientrò per occuparsi della seconda moto, pronta in caso di eventuali e possibilissime cadute. Lo osservai per qualche istante, ricordando quando ero stata io stessa al suo posto. Lo vidi accovacciarsi, con non poca fatica visto il ventre prominente, e controllare sotto la moto, per poi rialzarsi impartendo ordini ai suoi sottoposti. Cal era un uomo gentile, quasi timido, un efficiente operaio nonostante la mole abbastanza importante e l'età che lo proiettava più alla pensione che ad un cambio di impego. Aveva il viso paffuto, reso più rotondo dalla folta barba che gli copriva anche il collo, portava sottili occhialini di metallo dorato e la fronte resa ancora più ampia dalle visibilissime calvizie, si aggrovigliava in una fila di profonde rughe asimmetriche che ricordavano tante capricciose onde del mare.
Distolsi lo sguardo da quell'analisi estetica, inutile in quel momento, e presi ad osservare i monitor per capire in che punto della pista fosse giunto il mio pilota.
"Ancora una giro per portare in temperatura le gomme" comunicai con un codice attraverso il dashboard della moto e ai ragazzi al muretto via radio, perché lo segnalassero anche sul cartello di rettilineo. Mike, un venticinquenne con lo stesso entusiasmo che avevo io al mio primo impiego, addetto alle comunicazioni sulla lavagna, avviluppato nel suo key-way anti pioggia, mi fece segno d'assenso con il pollice e si prodigò nel sistemare i caratteri da mostrare al pilota.
Juan uscì dal suo box, passandomi accanto e lanciando due sgasate, il segnale che utilizzava per salutarmi prima di scendere in pista, da quando lavoravo al suo fianco. Sorrisi appena e rientrai nella mia parte di box per monitorare meglio la situazione.
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The Race to Love 2 La gara continua...
Literatura FemininaSono trascorsi otto anni da quando Dafne e Juan sono finalmente diventati una coppia, grazie anche alla nascita della piccola Victoria, ma tutta la stabilità personale e professionale di cui hanno goduto in quegli anni sta per abbandonarli. Juan vuo...