capitolo 16

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Edward pov:

L'avevo avvisata di non superare il limite, ma come sempre lei non mi ascolta fa di testa sua.
La sento piangere dalla nostra camera, ma almeno sta rispettando il mio ordine di restare lì. Non riesco a comprendere il perché l'ha fatto, non le sto facendo mancare nulla anzi cerco di essere sempre più comprensibile.
Decido che la tratterò con freddezza e non mi incazzerò, tanto non funziona lo stesso.
Salgo in camera e apro la porta violentemente, la sento sussultare sento i suoi occhi fissi su di me che penetrano dentro la mia anima.
Io:io sto uscendo, non so quando torno.
Il mio tono è freddo,distaccato so che non si aspettava questo, magari pensava che la rimproveravo oppure le toglievo il telefono invece no, stavolta la punirò così. Il suo pianto si è fermato, mi guarda scioccata.
Prendo una giacca dall'armadio e scendo in garage a prendere il mio ultimo acquisto Aston Martin Victor, amo questa macchina.
Con tutta velocità mi fiondo nel mio locale, stasera devo dimenticare tutti i miei casini.
Il locale è pieno zeppo di ragazzi e ragazze, sono sicuro che lì in mezzo qualche minorenne ci sarà ma onestamente ora è il mio ultimo pensiero. Con passo deciso mi dirigo al piano superiore, dove si ha una vista completa di tutta la pista; mi siedo sul divanetto gettando la testa all'indietro, sono veramente troppo stanco.
Il ticchettio di due paia di tacchi mi fa svegliare velocemente, entrano due ragazze, le conosco sono Marissa e Claudia le mie "dipendenti" più fidate il mio guardano è così alto perché ci sono loro.
Marissa: capo, tutto apposto? Sembri stressato...
la sua voce è calda, sento il battito del suo cuore fin qui.
Divarico le gambe e faccio cenno con la testa per farle accomodare sulle mie gambe, sento il loro profumo, mi piace.
Il mio cazzo si alza, pulsa vuole di più, io voglio di più.
Prendo Claudia dai fianchi è la faccio mettere in mezzo alle mie gambe, e lei da brava gattina mi inizia a slacciare la cintura per poi passare alla zip del pantalone.
Claudia:posso Capo?
Si passa la lingua sulle sue labbra, le bagna, io mi eccito.
La prendo per la coda e la spingo più vicina al mio cazzo, lei capisce cosa voglio e subito si muove per darmi il piacere che merito.
Faccio stendere Marissa e inizio a giocare col suo buchetto già bagnato per bene, guardo queste due donne, una mi da piacere l'altra geme sotto le mie mani.
Questo è stato il mio mondo per tutta la vita, ma da qualche mese il mio mondo è stata solo Valentina.
Vorrei fermarmi, ma l'eccitazione che provo in questo momento è troppo elevata. Non vorrei farle questo, ma ho provato veramente tanta delusione nel vederla baciare con un altro ragazzo.
Mentre la ragazza continua succhiare il mio cazzo, sento il mio telefono vibrare da dentro la tasca dei pantaloni.
Prendo il telefono, e vedo scritto il nome di una guardia che sta con Valentina.
Con un veloce cenno faccio zittire e fermare le due donne, e rispondo alla chiamata.
Io:dimmi Aaron
chiedo freddo, sa perfettamente che non mi deve chiamare per motivi futili.
Aaron:Capo, Valentina è svenuta la stiamo portando nel suo ospedale privato; mi sembrava giusto avvisarla.
Sento solo la sua voce, tutto intorno a me cessa, non sento più nulla.
Mi rivesto velocemente, la mia erezione scompare, penso solo a Valentina.
Io:sto arrivando.
dico l'unica frase che riesco a formulare, apro il portafoglio e lascio una carta da 100 euro sul divanetto dov'ero seduto qualche attimo fa e esco dalla discoteca.
Prendo la macchina è schiaccio l'acceleratore al massimo, non può lasciarmi anche lei, non può.
Appena arrivo all'ospedale, scendo dalla macchina e subito mi dirigo alla reception, che riconoscendomi mi portano al piano dove si trova Valentina.
Esco come un pazzo dell'ascensore e davanti trovo Aaron, che si tiene una mano tra i capelli.
Io:che cazzo è successo??
mi fiondo su di lui, voglio spiegazioni.
Aaron: è successo un casino Capo,mi spiace.
Parla piano, quasi mortificato.
Io:parla cazzo, cos'è successo??
Sono un fascio di nervi, se non parla lo uccido.
Aaron:ero in giardino ho sentito un forte rumore in casa, sono entrato per controllare e la signorina Valentina era ubriaca Capo. Aveva svuotato quasi tutto il suo frigo, avrà bevuto almeno un dieci bottiglie di birra, mezza bottiglia di vodka a digiuno. Volevo farla stendere nel divano, ma il tempo di arrivare nel salone è svenuta nel pavimento.
Mi spiace signore.
Il suo sguardo è mortificato, vorrei ucciderlo ma non c'entra nulla lui. Valentina conosce bene le regole, lei non può bere alcolici. Cos'è? Tutta sta ribellione esce ora?
Io: dove ora?
Chiedo frettoloso, sono incazzato a morte ma la sua salita viene prima di tutto. Voglio vederla ora, voglio sentire la sua voce e guardare i suoi grandi. occhi.
Aaron:è in quella stanza Capo, sta dormendo.
La sua voce continua a essere bassa, mi dispiace che si senta così non è colpa sua ovviamente.
Gli do una pacca sulla spalla per rassicurarlo e mi dirigo verso la stanza indicata.
Appena entro trovo un dottore che controlla una flebo dentro il braccio della mia bambina.
Io:come sta dottore?
Mi avvicino piano, verso Valentina e le tocco leggermente la mano.
Dottore:Salve Edward, tutto apposto fortunatamente anche il bambino sta bene.
Parla piano mentre annota qualcosa nella sua agenda, aspetta, ha detto bambino?
Io:quale bambino?
Non mi dire che...
Dottore:la signorina Valentina è incinta, di sei settimane.
Senza dire altro esce dalla stanza, incinta? Nostro figlio? Lei lo sapeva?
Comunque vada, lei questo bambino non lo terrà, non sa badare a sé stessa figuriamoci un neonato.
La guardo mentre dorme beata e le do un leggero bacio sulla fronte, esco dalla camera e mi siedo nelle sedie del corridoio.
Perché la mia vita dev'essere sempre così? Un giorno tranquillo non esiste?
Un bambino per adesso non era per nulla nei miei piani, lei non lo terrà.
Questa è la mia decisione.
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Buonasera!❤️

-𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑖𝑏𝑖𝑡𝑜- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora