13. 𝘿𝙀𝙈𝙊𝙉 𝘿𝙍𝙄𝙉𝙆 and 𝘼𝙉𝙂𝙀𝙇 𝘿𝙐𝙎𝙏

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>Taehyung<





Erano passati cinque giorni, non vedevo Jungkook da cinque giorni, non sentivo Jungkook da cinque giorni, non baciavo Jungkook da cinque giorni.

Le prime quarantotto ore erano state le più complicate, avevo avuto un bisogno continuo di aprire la sua chat e rileggere alcuni nostri vecchi messaggi, avevo zoommato sulle nostre foto, sul suo viso, sul suo sorriso. Avevo avuto la tentazione di chiamarlo, di salire in macchina e aspettarlo fuori casa o fuori al locale.

Il terzo giorno mi era salita la febbre, ero rimasto bloccato a letto, avevo tenuto il telefono spento e avevo dormito tutto il giorno.

Il quarto giorno Yoongi mi aveva videochiamato, dicendomi che aveva una pausa tra un photoshoot ed un altro e che voleva vedermi mangiare qualcosa. Mi aveva scritto tutte le mattine per sapere come stavo, se ero solo o in compagnia. Si era scusato di non poter essere fisicamente presente ma ero perfettamente consapevole che non poteva annullare la sua vita e il suo lavoro per me.

Anche Jimin mi aveva scritto più spesso del solito, mi aveva chiesto scusa per come si era comportato, mi aveva chiesto se avevo sentito Jungkook ma io non avevo risposto a quel messaggio. Un paio di ore dopo mi aveva chiamato, mi aveva proposto di ordinare del sushi e mangiarlo insieme ma io gli avevo fatto sapere che stavo bene da solo, che avevo bisogno di stare da solo e che ci saremmo visti il giorno dopo in ufficio.

Il quinto giorno senza Jungkook era cominciato con la sveglia alle sei e mezza del mattino ed una riunione alle otto in punto. Non ero riuscito neanche a farmi il nodo alla cravatta, i capelli non li avevo pettinati. Non avrei comunque avuto la forza per fare certe cose.

E mi ero ritrovato catapultato dentro una stanza insieme a Jin, un produttore e un altro songwriter, una miriade di fogli sparsi sul tavolo, un computer acceso, con tre ore al massimo di sonno ed un caffè nero senza zucchero nello stomaco.

«Taehyung?» Venni scosso dalla mano di Jin sul mio braccio, mi aveva toccato delicatamente, strappandomi dai miei pensieri.

«Mh?»

«I tuoi testi...hai qualcosa?»

«Ah sì, certo.» Ovviamente li avevo stampati e poi li avevo scordati a casa però avevo qualche annotazione sul telefono e mi misi a cercare i file corretti.

Seokjin stava lavorando su una canzone che non avrebbe inserito nell'album ma che avrebbe esibito solo ed esclusivamente durante i suoi concerti. La melodia c'era, col testo eravamo ancora in alto mare e dovevamo per forza finirla prima dell'inizio del tour. Io non avevo avuto la giusta ispirazione per poter creare qualcosa di neanche lontanamente decente, solo la febbre era stata in grado di darmi una scossa, aiutandomi a mettere vicino un paio di frasi.

Trovai il file e appoggiai il telefono tra Jin e il suo songwriter, entrambi si chinarono in avanti per leggere il testo. L'idol fu il primo ad alzare lo sguardo e a cercare il mio. Vidi preoccupazione. Non ci avevo più parlato dopo averlo sbattuto fuori di casa quel tardo pomeriggio anche se lui era stato l'unico che aveva provato a difendere Jungkook e a trattarlo come una persona senza lasciarsi influenzare dal suo essere un fan.

«Cos'è questa roba?» Chiese il songwriter.

«Ho buttato giù qualche frase.» Mi giustificai.

«Frasi senza senso.» Commentò, io ci rimasi male. Era la prima volta che bocciava del tutto un mio testo.

«Le rime non vanno bene neanche per la melodia.» Aggiunse il produttore. «Sono frasi troppo lunghe che andrebbero spaccate a metà per seguire il ritmo che abbiamo pensato per questa canzone.»

I want you to feel me | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora