>Jimin<
Ero preoccupato perché erano passate ore da quando Taehyung era scappato dall'ufficio, il suo cellulare era spento o irraggiungibile, avevo provato a parlare con Yoongi e mi ero beccato una bella sfuriata anche da parte sua. Mi aveva chiesto di non lasciarlo solo, aveva ribadito che avrebbe avuto bisogno del suo fottuto migliore amico e ogni passo che stavo compiendo su per le scale del suo complesso di appartamenti mi sentivo sempre peggio.
Per fortuna il portinaio mi conosceva bene e mi aveva dato il permesso di salire, per fortuna conoscevo il codice che avrebbe sbloccato dall'esterno la porta di ingresso di casa di Taehyung. Lo digitai velocemente prima di entrare e chiudermi l'uscio alle spalle.
«Tae? Sono Jimin, sei in casa?» Non aspettai una risposta, mi resi conto che avrei potuto controllare la presenza o assenza della sua macchina ma ero troppo in apprensione per lui, non era mai esploso in quel modo con me, non era mai sparito, Taehyung non spegneva mai il suo telefono.
Misi piede in soggiorno e venni investito da un fortissimo odore di alcool, il pavimento era appiccicoso, come se avesse rovesciato qualcosa e quando alzai lo sguardo vidi una macchia sul muro accanto alla televisione, per terra una miriade di piccoli pezzetti di vetro. Taehyung aveva bevuto e non poco, aveva fumato tanto, dentro al posacenere c'erano una quindicina di sigarette, alcune spente a metà e un paio di canne terribilmente rollate. Inorridii quando compresi che probabilmente si era ubriacato da fatto e poi aveva lanciato una bottiglia di chissà cosa contro la parete, quella era esplosa in mille pezzi, ebbi timore che si fosse fatto male e sapendo che aveva disinfettante e garze in bagno, mi precipitai in quella direzione.
Congelai sul posto non appena voltai l'angolo che mi avrebbe portato in corridoio e quasi urlai.
Taehyung era riverso a terra, immobile, con gli occhi chiusi e le mani insanguinate. Mi precipitai da lui, mi lanciai su di lui e scossi forte il suo corpo, provando a girarlo su un fianco.
«Tae? Ti prego, Taehyung, ehi-» Gli spostai i capelli dal viso, aveva sicuramente pianto. «Taehyung-» Gli accarezzai il lato delle guance. Puzzava di whiskey, aveva addosso un fortissimo odore di alcolico e quando gli toccai la maglia mi resi conto che era bagnato, probabilmente se lo era rovesciato addosso. Mi assalì un immenso terrore nel momento in cui, spostando la mano sopra la sua cassa toracica, mi sembrò quasi che non stesse respirando. «No, no, no, no, Tae, non farmi questo, no.» Le mie mani tremavano, volevo urlare e chiamare aiuto ma nessuno mi avrebbe sentito e non ricordavo dove avevo messo il mio fottuto telefono, in quel momento non ricordavo neanche quale fosse il numero delle emergenze da contattare. Provai dunque a dargli un colpo sulla schiena, quasi un pugno in mezzo alle scapole, dalla sua bocca uscì saliva e schiuma. «Devo farti vomitare.» Constatai e mi alzai, afferrandolo da sotto le ascelle per provare a trasportarlo in bagno, non eravamo troppo lontani, un paio di metri al massimo, volli credere che si fosse reso conto di aver esagerato e avesse cercato di raggiungere da solo il water. «Ci penso io, Tae. Ci sono io con te, va tutto bene, va tutto bene, non mi lasciare, Dio ti prego.» Continuavo a pronunciare frasi nel panico più totale mentre con fatica arrivai al bagno, sollevai la tavoletta, con una mano gli portai i capelli all'indietro e gli tenni ferma la testa mentre con l'altra gli infilai due dita in gola.
Mi sentivo malissimo, era colpa mia, si era ridotto in quelle condizioni perché io l'avevo lasciato solo, avevo anche avuto il coraggio di lamentarmi con Jin che mi aveva fatto male alle spalle quando mi aveva spinto contro le porte dell'ascensore, mi ero concentrato su una stronzata senza realizzare che il mio migliore amico avevo bisogno di me. Era arrivato a bere e a fumare fino a perdere il controllo, fino a svenire in mezzo al corridoio, aveva continuato ad assumere sostanze consapevole che il suo corpo non avrebbe retto fino a quel punto, probabilmente aveva sorpassato il punto in cui gliene importava. E se era caduto da in piedi, aveva sicuramente sbattuto la testa e avrebbe potuto davvero farsi molto male e sarebbe stato solo, aveva rischiato di morire da solo perché io, il suo migliore amico da quando eravamo bambini, mi ero comportato da incosciente testa di cazzo.
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I want you to feel me | taekook
FanfictionTaehyung è benestante, influente, sicuro di sè, persuasivo e con una carriera già avviata. Jungkook è giovane, squattrinato, accomodante, ingenuo e l'unica certezza che ha nella vita è la consapevolezza di voler fare il ballerino. Si conoscono per c...