7. the 𝙁𝙀𝘼𝙍 and the 𝙍𝙀𝘼𝙎𝙎𝙐𝙍𝘼𝙉𝘾𝙀

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>Jungkook<




Taehyung mi aveva davvero permesso di dormire quasi due ore con la testa appoggiata sulla sua coscia. Non sarei stato in grado di dire se aveva continuato ad accarezzarmi e a coccolarmi per tutto il tempo e in un qualsiasi altro contesto avrei avuto bisogno di più tempo per riposarmi adeguatamente e invece grazie al suo tepore, al suo profumo e alla sensazione di sicurezza che condivideva con me mi ero sentito rinato.

Mi aveva scrollato dolcemente, chiamando il mio nome e quando avevo aperto gli occhi la prima cosa che avevo visto era stata il suo sorriso. Mi ero raggomitolato su di lui, abbracciando il suo braccio e mettendo il labbruccio come i bambini, chiedendogli altri cinque minuti. Mi aveva risposto che purtroppo non li potevo avere cinque minuti perché mi aveva lasciato dormire il più a lungo possibile e se volevo arrivare puntuale per non far irritare ancora di più il mio capo, forse sarebbe stato meglio alzarsi.

Prima di uscire di casa mi aveva attirato a sé avvolgendo un braccio intorno al mio bacino, mi aveva stretto forte e mi aveva baciato, dicendomi poi di focalizzarmi sulla sensazione delle sue labbra sulle mie se qualcosa avesse cominciato ad andare storto nella conversazione col capo. Mi ero sciolto, mi ero abbandonato contro il suo corpo e avevo ansimato di gioia, desiderando che per una cazzo di volta decidesse di trasformarsi in un cliente insistente e viziato, che ci chiudesse entrambi a chiave dentro una stanza, che mi impedisse di varcare la porta di casa sua perché mi voleva tutto per sé. Ma Taehyung non era così, Taehyung mi rispettava, Taehyung sapeva quale fosse la delimitazione dei miei spazi personali, aveva compreso cosa fosse davvero importante per me.

Aveva parcheggiato di fronte all'Amygdala alle 9:53 e avrebbe voluto restare nei paraggi in caso mi servisse un passaggio per tornare a casa ma aveva ricevuto una telefonata da Jin che gli chiedeva urgentemente di raggiungerlo in studio di registrazione. Io quasi avevo urlato quando la voce del mio artista preferito era risuonata dentro all'abitacolo della macchina di Taehyung e lui aveva sorriso divertito vedendo la mia reazione. Prima di scendere gli avevo fatto sapere che sarebbe andato tutto bene, che gli avrei scritto per raccontargli le novità e che in ogni caso sicuramente ci saremmo visti la sera sotto casa mia. Mi aveva baciato di nuovo, mi aveva salutato così, con un bacio.

Avevo bussato alla porta dell'ufficio del mio capo alle 9:58 e col sorriso stampato sul volto e salutandolo calorosamente quando lui mi aveva detto di entrare e accomodarmi. Non riuscivo a togliermi dalla testa le ultime ore trascorse con Taehyung, la colazione in macchina, la canna, il suo corpo nudo appicciato al mio, l'essermi addormentato su di lui e quell'ultimo bacio prima di salutarci. Mi sembrava di avere la testa tra le nuvole e speravo solo che quell'incontro durasse il meno possibile per andarmene, magari raggiungere Taehyung, aspettarlo fuori dalla sede della Hybe, tornare a casa sua e riappisolarmi sul suo divano.

Non avevo minimamente tenuto conto che il mio capo non mi aveva chiamato nel suo ufficio per trattare ma per mettermi a conoscenza dei fatti senza darmi voce in capitolo.

Mi sbattè di fronte il mio orario, cerchiando con un pennarello rosso quelle quasi quattro ore in cui non avevo lavorato dopo che Taehyung mi aveva trascinato fuori dal locale.

«Ti verranno decurtati i soldi di queste quattro ore dallo stipendio del prossimo mese.» Erano solo quattro ore, potevo sopravvivere.

«Va bene.» Risposi, scrollando le spalle.

«Quel Kim Taehyung? Chi è?»

«Un cliente.» Finsi indifferenza.

«Un cliente che viene a farmi la morale perché nel mio locale c'è giro di prostituzione, spaccio e uso di droghe?»

I want you to feel me | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora