12. the 𝙏𝙀𝘼𝙍𝙎 and the 𝙋𝘼𝙄𝙉

1.7K 180 50
                                    

>Jungkook<





Ero corso fuori da quell'attico precipitandomi giù dalle scale, spalancando il portone d'ingresso e riversandomi in strada prima di scoppiare a piangere, prima di pentirmi di ciò che avevo fatto e detto e tornare indietro, implorandolo di perdonarmi.

Gli avevo spezzato il cuore, lo avevo guardato negli occhi e gli avevo detto che non mi importava di lui, che non provavo nessun tipo di trasporto emotivo, che gli ero ruotato intorno solo per il sesso, i soldi e Jin. Ad ogni parola che avevo pronunciato mi ero reso conto di voler fare in modo che mi odiasse, che stesse lontano da me e che si dimenticasse di tutto ciò che eravamo stati nel minor tempo possibile.

Non ero quello giusto per lui, l'avrei rovinato, l'avrei tirato a fondo con me e Taehyung era troppo buono, troppo dolce, troppo perfetto per lasciarsi avvelenare da me. Non me lo meritavo, nessuno voleva che stessimo insieme, probabilmente la nostra relazione non sarebbe neanche durata perché lui avrebbe presto conosciuto qualcuno del suo calibro, qualcuno di importante, qualcuno più simile a Min Yoongi.

Ed ero scappato anche perché temevo che potesse provare a corrermi dietro, provare a fermarmi, chiedermi ancora una volta di parlarne, di essere ragionevole. Mi odiavo per ciò che avevo fatto, lo amavo alla follia e avevo comunque deciso di ferirlo. Sentirlo singhiozzare e osservare i suoi occhi arrossarsi mi aveva emotivamente demolito ma sapevo che la parte peggiore doveva ancora arrivare.

Estrassi il telefono dalla tasca dei pantaloni e provai a chiamare Mingyu, mi tremavano le mani, sbagliai il codice di sblocco un paio di volte. Alla fine ce la feci a premere sul nome del mio migliore amico e portarmi il dispositivo accanto all'orecchio.

«Kook! Non avrei dovuto chiamarti io tra- mh qualche minuto?»

«Gyu, Gyu ho fatto una stronzata.» Non ragionai sul fatto che avrei potuto raggiungere la fermata della metro, non volevo che le persone vedessero le mie condizioni, non volevo che mi sentissero parlare al telefono.

«Che è successo?»

«L'ho mollato.» Silenzio.

«Chi?» E aveva ragione, non era propriamente la verità dal momento che non avevamo fatto in tempo a portare quella nostra relazione al livello successivo.

«Taehyung...»

«Sono molto confuso, Jungkook.»

«Gyu, io non posso stare con lui.» E quello fu il momento in cui mi crollò tutto addosso. Il mio cervello rielaborò di colpo tutto ciò che era accaduto nell'ultimo quarto d'ora, Jimin e Hoseok che mi prendevano in giro, io che spezzavo il cuore a Taehyung per allontanarlo da me, il fatto che non l'avrei più sentito, non l'avrei più visto, non avrei più potuto baciarlo, abbracciarlo, non avrei più potuto dormire accoccolato tra le sue braccia durante la notte, non sarebbe più venuto a prendermi al lavoro con la colazione, non ci saremmo mai più fumati una sigaretta insieme, non avrei più potuto farci l'amore, non avrei mai avuto l'occasione di dirgli che lo amavo. «Mingyu...Mingyu, mi viene da vomitare.» Mi appoggiai ad uno dei pali della luce, chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi sulla mia respirazione.

«Ehi, no. Dove sei?»

«Per strada.»

«Per strada dove?»

«Sono...» Mi guardai intorno, non riuscii neanche a capire dove fossi, il mio cervello era annebbiato.

Mi staccai dal palo della luce e attraversai la strada, non mi assicurai di essere sulle strisce pedonali, non controllai se il semaforo per i pedoni fosse verde, non guardai a destra e a sinistra prima di buttarmi. Una macchina inchiodò, sentii il rumore degli pneumatici sull'asfalto e mi voltai. C'erano delle persone dentro quell'auto, mi guardavano, io guardai loro. Non misi a fuoco, non mi spaventai, pensai solo che se mi avessero preso sotto forse quel dolore che stavo provando sarebbe svanito nel nulla in un secondo soltanto. Mi chiesi se sarei sopravvissuto, se Taehyung sarebbe venuto a trovarmi in ospedale. Taehyung...

I want you to feel me | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora