4. L'ansia uccide più della morte

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Arrivati a casa la prima cosa che ha fatto Dazai è stata quella di appoggiare delicatamente Chuuya sul divano, «torno subito, non ti muovere piccolo» Dazai è corso subito a prendere le medicazioni adatte a quella situazione. Data la stanchezza quando torna da Chuuya, questo si era già addormentato; il castano sorride dolcemente e comincia a medicare il rosso stando ben attento a non svegliarlo. Finito il lavoro lo prende in braccio a mo' di sposa e lo porta fino alla propria camera dove lo poggia delicatamente sul letto. Lo fissa per un po', si sofferma su quelle sue belle, piccole e sottili labbra rosa cipria. Si avvicina e lascia un leggero delicato bacio su queste. Poi si dirige verso l'armadio dal quale prende una calda coperta e la mette sul corpo dormiente dell'amante.
In seguito torna sul divano dove passerà la notte, poiché sul suo letto giace il compagno appena medicato dalle sue gravi ferite.
Ogni tanto Osamu si alzava. Aveva una paura matta che durante la notte Chuuya soffrisse, l'ansia di alzarsi e vedere il rosso che sanguinasse o soffrisse gli stringeva la gola come se qualcuno stesse cercando di ucciderlo. “Se ti vedessi morire..” pensava, la sua testa era piena di pensieri, e tutti si incontravano in un unica terribile risposta: la morte del minore. Tuttavia la notte trascorre tranquilla e la mattina seguente Dazai si dirige verso il bagno da dove prende del disinfettante e del cotone con cui prendersi cura delle ferite dell’amante già precedentemente medicate.
Arrivato in camera il rosso ancora dormiva. “Quanto sei bello…non ti saresti meritato un male del genere” continuava a ripetersi il più alto tra sé e sé fissando il minore.
Si avvicina lentamente al letto sedendosi al lato esso e tenendo nuovamente gli occhi fissi sul viso del suo amante: l’unica parte del corpo praticamente senza ferite, fatta eccezione per un taglio sulla fronte, sotto il ciuffo di capelli che stava a nasconderlo. Il maggiore prende ad accarezzarlo qualche millimetro più in là da dove aveva il taglio, poi scende passando alla guancia ed infine, scendendo ancora, si ritrova ad affondare le proprie dita sulle meravigliose labbra dell’altro. Lo accarezzava e lo fissava con sguardo dispiaciuto, pentito, triste. Un sorriso veritiero si fa spazio sul suo volto il quale sarebbe, da qui a poco, stato rigato e sottili lacrime di compassione. Tuttavia queste lacrime non uscirono mai dai suoi occhi, anche se questi erano lucidi.
Dal viso le mani scendono al collo, poi alla spalla sinistra e scendono fino alla sua mano per curare il braccio gravemente ferito, forse la parte del corpo messa peggio. Apre la bottiglietta di disinfettante e lo fa scorrere sul batuffolo di cotone; in seguito lo passa sulle ferite del compagno che al tocco freddo del medicinale comincia a mugugnare sottovoce e pian piano sembra stando svegliarsi: apre lentamente gli occhi infastidito dai pochi raggi del sole che penetravano in quella stanza.
«Ben svegliato Chuuya-kun» afferma Dazai rivedendo finalmente il mare che tanto gli mancava negli occhi del suo amante. Si sofferma a guardare questi per qualche minuto prima che il più piccolo riprenda parola:
«Avvicinati» dice quasi sussurrando portando il maggiore ad avvicinarsi al proprio volto.
Uno schiaffo colpisce la guancia del castano che sorpreso spalanca gli occhi fissando il vuoto più totale.
«Ti amo solo perché sei un idiota» le parole del rosso stupiscono l'altro facendogli scappare un sogghigno divertito.
Chuuya prende dazai dal colletto della camicia -con la quale aveva dormito poiché, forse dall'ansia o dall'agitazione, si era dimenticato di mettersi il pigiama- e lo avvicina ancora di più a sé lasciandogli prima un bacio su entrambe le labbra, in seguito soffermandosi su quello inferiore mordendolo e succhiandolo. Il maggiore ricambia il bacio non ponendo resistenza e lasciando fare al rosso ciò che più gli piaceva. E ciò che piaceva al rosso piaceva anche all'altro.
Si staccano col bisogno di riprendere fiato ed il rosso fa stendere sul proprio corpo il castano, che si appoggia lentamente per paura di far male al più piccolo: Chuuya steso con la pancia rivolta verso l'alto e Dazai a pancia in giù con la propria testa sul petto dell'altro. Il castano lo avvolge in un grande abbraccio tentando sempre di non fargli del male toccando accidentalmente le ferite che gli aveva procurato la sua abilità il giorno precedente. Il rosso accarezza dolcemente la testa dell'amante giocherellando con i suoi capelli mossi. E tra una carezza e una parola dolce era arrivato il momento di alzarsi e fare colazione.
Il primo a tirarsi su dal letto, e dal corpo del compagno, è Dazai. Questo poi aiuta il minore ad alzarsi, che con qualche fatica si mette a sedere ma anche con tutti gli sforzi del mondo non riesce a tirarsi in piedi. Perciò Dazai decide bene di accovacciarsi in fronte al letto arrivando all'altezza di Chuuya, gli stringe le mani dietro alla schiena, si aggancia le sue gambe dietro la propria schiena e le sue mani dietro al collo; poi con uno scatto secco si alza prendendo in braccio Chuuya che un po' sorpreso si fa scappare una risatina.
Arrivano alla cucina in questo modo, fin quando Dazai non poggia il koala che aveva in braccio su una delle 2 sedie della cucina.
«Cosa vuoi da mangiare?» domanda il maggiore non-preoccupante.
«Oh mio caro Osamu, sappiamo entrambi che non sei per nulla bravo a giocare allo chef» ribatte il rosso. Poi aggiunge
«Comunque voglio proprio vederti all'opera mentre prepari i pancake all'amore della tua vita».
«Ti reputi l'amore della mia vita Nakahara?»
«Certo Osamu, perché lo sono. E ne sei perfettamente consapevole» risponde ancora una volta Chuuya calcando su ogni lettera del nome del compagno, il quale a quella risposta si fa scappare un dolce sorriso sincero.
«La forza di camminare non ce l'hai, ma quella di stuzzicarmi non ti manca mai eh amore mio» dice il castano divertito dalla situazione. Poi si mette all'opera ed inizia a preparare i pancake per entrambi sotto lo sguardo attento del suo amante che gli fa da supervisionatore.
«Osamu hai fatto cadere una goccia sul tavolo», gli fa notare il più piccolo con aria presuntuosa. Dazai fissa per qualche secondo l'amante e poi l'impasto e gli viene subito l'idea del secolo: prende un pugno di impasto e poi lo tira in faccia a Chuuya
«Ops scusa, forse è caduta un po' più di una goccia»
«Dazai! Sei un idiota!», per ribattere il partner gli tira l'impasto avanzato in faccia
«Arriverà il momento in cui ti ucciderò»
«Lo aspetto con grande ansia Nakahara».
Appena finito di cucinare i pancakes li serve all'amante; sin dal primo boccone Chuuya ha subito capito quanto fossero buoni
«Allora piccolo come sono i pancakes?» il rosso non avrebbe mai dato tutte quelle soddisfazione al partner ma per una volta ha deciso di fare un sgarro.
«Sono fantastici!» Dazai non aveva quasi mai sentito il minore dire ciò che pensava davvero, quindi lo ha ringraziato del bel complimento con un sorriso gentile ed un bacio a stampo.

★NDA★
Povero Dazai che dovrà pulire tutto quel casino. No ma seriamente Chuuya anche mentre sta malissimo deve dare del filo da torcere a quel poveretto, povero Osamu un'altra volta. Vi piace nei panni di chef?
bye loves <3

Un amore non curante del pericolo ~soukoku~ -bl hard-🔞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora