9. Sei tutto quello che ho

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Migliaia di pensieri gli passano per la testa in quei secondi, minuti e ore che sembravano scorrere infiniti.
«Hai bisogno di qualcosa? Dell’acqua?» domanda preoccupato l’uomo dai capelli verdi, poi velocemente aggiunge «Ah, comunque mi chiamo Kunikida. La ragazza che è dentro con il tuo amico si chiama Yosano. Facciamo parte dell’Agenzia dei Detective Armati.» ah ecco chi erano. Aveva sentito parlare di questa Agenzia, forse qualche volta aveva anche avuto a che fare con la Port Mafia.
«Sto bene grazie.. ma perché ci avete ospitati qui dentro se le nostre organizzazioni sono nemiche?» domanda un po’ sorpreso Chuuya. Non sembra tanto curioso però, ma più disperato, stanco, esausto.
«Semplicemente vogliamo aiutare le persone in difficoltà, non importa se siete nostri nemici, non lascerei mai morire qualcuno davanti ai miei occhi» dice Kunikida con sincerità.
Il rosso fa un sorriso, o almeno quello che doveva sembrare un sorriso.
«Sembri distrutto...vai a fare un giro, riposati.» aggiunge il verde vedendo il più basso seriamente distrutto emotivamente.
«Si..forse vado a prendere una boccata d'aria, grazie.» risponde allora il rosso alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso l’uscita dell’edificio.
Raggiunto l’esterno, il freddo clima dell’inverno di Yokohama entra subito in contatto con la calda pelle del ragazzo. Cammina per qualche minuto nei vicinati dell’Agenzia, poi trova un vicolo scuro senza uscita nel quale decide di intrufolarsi per trovare un po’ di pace e starsene un po’ da solo con se stesso. Si accovaccia con la schiena contro al gelido muro in mattoni. Si siede sul cemento congelato ed appoggia la testa alla parete inclinandola leggermente all’indietro. Poi volta lo sguardo verso il lungomare illuminato dal riflesso della bianca luna piena. più di mille pensieri gli passano ancora per la testa, e nessuno aveva neanche la minima idea di andarsene. Era stressato, sovrappensiero, l'unica cosa che voleva fare in quel momento era..non sapeva neanche lui cos'era. Sapeva solo che non riusciva più a sopportare tutto quello, stava esplodendo.
Migliaia di piccole gocce si raggruppano sull'orlo degli occhi di Chuuya e cominciano a scendere rigandogli il volto. Le lacrime. L'unico metodo di sfogo che in quel momento il rosso riesce a trovare. E senza neanche rendersene conto il pianto diventa più forte, tanto da fargli bruciare gli occhi e formare una stretta al petto.
Si porta le mani tra i capelli e le fa scendere verso il collo, quando nota qualcosa di insolito: la treccia, la treccia che gli aveva fatto Dazai quella mattina, gli mancavano le sue mani. Gli mancava, gli mancava tanto, gli mancava il suo dolce modo di infastidirlo, gli mancava il suo freddo tocco sulla propria pelle calda, gli mancavano le battutine sulla loro relazione, gli mancavano i suoi dolci baci sulle proprie labbra, gli mancava tutto di lui.
“Dazai”, l'unica parola che riusciva a pronunciare in quell’isterico pianto. L'unica parola che era all'argomento centrale di ogni sua domanda senza alcuna risposta certa.
Quanti pensieri orrendi scorrevano come un fiume in piena nella sua testa. E se ci fossero state conseguenze gravi? E se Dazai non ce l’avesse fatta? E se Yosano non fosse riuscita a curarlo in tempo? E se l'amore della sua vita fosse morto e l'avesse lasciato solo per il resto della sua vita? E se non lo avrebbe mai più rivisto se non dentro una bara? E se, e se, e se, tutti i suoi pensieri cominciano con “e se” e finisco con un punto interrogativo grande quanto il mondo. Neanche una certezza. Nessuna verità. Sono dubbi, domande.
Era rimasto in quella posizione per diversi minuti, forse delle ore, chissà. Fatto sta che a interromperlo è il suono del suo cellulare: Kunikida lo stava chiamando. Si erano scambiati il numero poco prima che uscisse. Risponde alla chiamata asciugandosi le ultime lacrime con la manica e schiarendosi la voce per non far sembrare di aver pianto.
«Dazai si è svegliato, se vuoi vederlo è in stanza.» Quelle parole fanno alzare il rosso dal cemento in uno scatto veloce. E con ancora più velocità si affretta a ripercorrere i suoi passi e correre verso l'Agenzia da cui era uscito prima. Sale le scale il più in fretta possibile rischiando più volte di cadere. Raggiunge il piano e si precipita di corsa verso la stanza dove aveva lasciato il castano. Apre la porta, si guarda intorno: l’amante è steso nel letto, ha gli occhi aperti, lo guarda, gli sorride.
Il rosso si lancia nelle braccia del maggiore. Il calore delle braccia dell'amante, quel profumo che lo manda in estasi e che riconoscerebbe tra mille, i suoi morbidi capelli e la sua liscia pelle fanno arrivare Chuuya nel suo posto felice; Dazai rende quest'ultimo la persona più felice del pianeta. Passano una mezz'ora abbracciati senza dire parola, quel silenzio e quell'abbraccio valevano più di mille parole, «ti amo» quelle due misere parole pronunciate da entrambi all'unisono sono ciò che bastava per fare capire ai due di essere felici. Il castano sentiva sulla pelle le lacrime del rosso che ancora stavano scorrendo come un fiume in piena sul suo viso. Tutta la paura e l'ansia pian piano stavano sparendo lasciando spazio alla gioia, l'unico sentimento che Chuuya provava mentre era con Dazai.
«Scusate se vi interrompo ragazzi» le parole di Yosano risvegliano i ragazzi dal loro mondo,
«si scusaci» risponde Dazai;
«devo fare un paio di controlli al ragazzo poi è tutto tuo» Yosano ha già capito la situazione. Chuuya è stato mandato un attimo fuori dalla stanza, ormai era tranquillo, il suo partner era vivo. Finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo.

★NDA★
ma solo io ho pianto? Almeno Chuuya non ha sofferto da solo. Finalmente ha il suo Dazai ed è felice
bye loves <3

Un amore non curante del pericolo ~soukoku~ -bl hard-🔞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora