Cap 13:

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Apro il telefono e trovo un mesaggio da mia madre.

Apro il telefono e trovo un mesaggio da mia madre

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... Tempismo perfetto.
Lascio il visualizzato.

Mi metto dei jeans larghi con una camicia bianca semi aperta e sotto metto le gazzelle. Un po' di profumo e esco di casa.
Raggiungo il ristorante, è lo stesso dell'ultima volta. Entro.
-Oh eccolo! Amore di mamma!- Esclama mia madre venendomi ad abbracciare.
Ricambio l'abbraccio.
Appena la donna si sposta un po' più in là noto un po' lontani Bakugou e Asuka la quale è tra le braccia di Bakugou ridacchiando.
-Ei è un piacere rivederti!- Mi fa Carlos sorridendomi.
-Ah si anche per me- Dico forzando un sorriso.
Ci mettiamo seduti a tavola.
Sto davanti a Bakugou e Asuka.
-Non pensavo potessimo portare qualcuno- Dico a mia madre sottovoce.
-Oh no infatti, ma Bakugou ci voleva presentare la sua ragazza Asik... Asiu...Non ricordo bene-
-Asuka...-
-La conosci?- Chiede sorridente.
-No, non proprio-

-Allora, Asuka, giusto?- Chiede Carlos.
-Si- fa timida la ragazza.
-Te anche hai la camera nel palazzo?-
-Oh no, io non faccio medicina io faccio giurisprudenza-
-Oh, non me lo aveva detto questo Bakugou, beh non mi aveva detto niente di te è timido non è vero?-
-Papà per favore...-
Carlos scoppia in una grossa risata che fa partire anche mia madre.
-Beh sono al secondo anno di giurisprudenza, e non ho la stanza, vivo abbastanza vicino-
-Ah... Capito-
Inizia un silenzio imbarazzante, per poi essere rotto da Carlos che comincia a fare diverse domande.

-Deku sei stato silenzioso tutta la cena!- Sbotta poi il padre.
Bakugou si schiarisce la voce.
-Già sono solo un po' stanco-
Un altro silenzio, ma questo dura di più. Alzo un po' sguardo e mi stanno fissando tutti, tutti tranne Bakugou che sta dicendo una cosa all'orecchio a Asuka, la quale ridacchia.
-Ragazzi per favore!- Dice Carlos.
Sospiro.
-Che c'è?- Dice Bakugou.
Carlos guarda il figlio con area di sfida.
-Tesoro... Io direi di lasciare i ragazzi da soli e andarci a riposare noi vecchietti- Dice alzandosi.
No... Oh nonono...
-Beh io devo riaccompagnare mamma quindi verrò anche i...-
-Ma che dici Deku! La accompagno io, tu usa la macchina per tornare direttamente al college-
-Ma...-
I due se ne vanno.
Mi giro leggermente e ci sono Bakugou e Asuka che mi stanno guardando.
-Deku noi andiamo a fare una passeggiata... Ti lascio il porta fogli, poi riportalo in stanza-
Dice Bakugou andandosene mano nella mano con la ragazza.
Wow non l'ho mai sentito parlare così tanto. Cosa è successo?
Vado al bancone e pago, dopodiché esco dal ristorante, ma qualcosa mi blocca, delle voci lontane.
-Che hai?- Sono Bakugou e Asuka, so dove sono, sul tetto.
-I miei stanno divorziando e mi sento un po'... Non so, stanca di tutto e tutti- Dice la ragazza con voce tremolante.
-Oh di me non sei stanca però?- Fa Bakugou ridacchiando e baciandola.
-Mh...- Dice poi la ragazza.
-So cosa devi fare- Dice Bakugou.
-Cosa?-
-Devi urlare-
Un colpo al cuore.
-In che senso?- Chiede Asuka.
-Una persona... Mi ha detto che per liberarti devi urlare, e su questo tetto è perfetto-
-Chi te lo ha detto?-
-Un amico, molto importante-
La conversazione tra i due continua ma non riesco più a seguire. Sono immobile. Sto solo pensando, elaborando, non ci credo che lo ha detto. Poi i miei pensieri vengono rotti da un urlo.
-Ahahah! Brava amore mio- Dice il riccio.
Me ne vado.

Torno in stanza, perché la vita da single fa schifo!? Io odio essere single. Voglio mio marito! Voglio Bakugou...
Mi deprimo buttandomi sul letto. Guardo l'orario, sono le 22:18. Che faccio? So io che fare.

-Pronto?-
-Si mi dica-
-Mi può portare una pizza margherita con dello champagne?-
-Champagne?-
-Si sono maggiorenne sto nell'alloggio universitario-
-Ma non le faranno storie quelli della scuola?-
-Senta non mi rompesse il cazzo è il suo lavoro no? E poi cosa può andare peggio di così nella mia vita... Sono single... Si è rifidanzato... Sto in stanza con lui...-
-Non le ho chiesto la storia della sua vita-
-Ommiodio quanto è pesante! Senta porta tutto alla Advance Medicine-

Chiudo la chiamata.
Dopo meno di mezz'ora arriva tutto. Mi chiudo in stanza e comincio a mangiare e a bere.
Metto allo stereo di Bakugou Calcutta a palla, butto giù un bicchiere e dopo un po' altri due, tre, sei, otto, undici...
Mi gira la testa. E ci vedo doppio. Poi apro il cassetto di Bakugou in cerca di sigarette. Tolgo delle riviste porno ed eccole. Un pacchetto pieno. Me ne fumo tre di fila. Strano come il mondo diventi diverso quando si è ubriachi, i colori sono molto più accesi, mentre le cose diventano di più, come quel comodino, ce ne sono altri due uguali vicino che si muovono. Tossendo e bevendo si sono fatte le 23:49, ho finito la bottiglia, ma prima che io possa prendere il telefono per comprarne un'altra cado a terra, cerco di rialzarmi, ma non ci riesco. Buio.

Apro gli occhi. Mi premo forte con la mano sulla fronte. Non ricordo nulla di ieri. Ansi ricordo che ho litigato con un tizio al telefono.
-Ti sei svegliato- Alzo lo sguardo e c'è Bakugou che esce dalla doccia con un asciugamano in vita.
-Che vuoi-
-Nulla?-
Scuoto la testa.
-Tieni un po' d'acqua, devi rimetterti in sesto, e devi studiare-
-Cosa, no-
-Deku rischi di essere bocciato se non studi-
-E tu come lo sai?-
-È arrivata la posta e ti è arrivata una lettera che rischi di perdere l'alloggio-
-Non è vero!-
Bakugou prende un foglio dal comodino oddio era il comodino che ieri ballava...
-Mhhh smettila! Mi gira la testa!- Dico mettendo la testa sotto al cuscino.
-Se ti serve una mano puoi chiedere-
Dice Bakugou spazzolandosi i capelli.
-Scusa?! Tu mi vuoi aiutare?!-
-Dovrei farmi le pulizie da solo se te ne vai-
-Uh...E io che pensavo ti importasse di me-
-Mi importa di te Deku-
-Certo- Dico guardando il soffitto.
-Più di quanto ti immagini-
Sospiro e prendo il telefono. Mi è arrivata una mail.

"Izuko Midoriya, residente nella camera al quinto piano del palazzo San giorgio la informiamo di venire il prima possibile nell'ospedale Generale San Benedetto, grazie per l'attenzione la aspettiamo"

Chiudo il telefono sbarrando gli occhi. Forse hanno notizie sulla mia anomalia. Non lo nego ho paura molta.

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