Capitolo 34- Ange déchu

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T/n POV
"Stai tranquilla mentre non ci sono"
Disse Tomura poggiandomi delicatamente le labbra sulla fronte. Alzai lo sguardo di poco e lo scrutai attentamente,la tuta nera gli calzava a pennello,mostrando i muscoli modellati.
Oggi era meno pallido degli altri giorni,le occhiaie meno marchiate. Tutto dava l'aria che fosse meno stressato.
"Fai attenzione"
Sussurrai mentre il dorso delle sue mani mi accarezzavano la schiena per tranquillizzarmi.
Un continuo via vai di persone ci circondava in modo tormentante,ma lui sembrava non curarsene.
"Lo farò,ma ho bisogno che tu stia calma"
Feci segno si con la testa e lo baciai.
"Ti amo"
"Anch'io"
Un altro bacio mentre quelle parole uscivano come vetri rotti dalle mie labbra,poi in un attimo si allontanò verso l'uscita richiamando l'attenzione degli altri villain già pronti per la missione.
Mi mandò un bacio con la mano e io feci finta di prenderlo per poi portarmelo al cuore,un ultimo sorriso e subito dopo sparì dietro la porta che si richiuse poco dopo.
In quel momento un vuoto mi invase il petto,uno di quei vuoti insopportabili causati dalla mancanza di qualcuno,e succedeva tutte le volte che lui andava a rischiare la propria vita per una causa a me quasi del tutto sconosciuta.
Mi aveva detto poco e niente riguardo la missione,l' unica cosa certa che sapevo era che si sarebbe scontrato con la 1A,aveva studiato attentamente qualunque punto debole e punto di forza di tutti gli studenti.

Picchiettai nervosamente la penna sul tavolo.
Tomura era già via da un'ora e mezza,la missione era iniziata con un lieve ritardo ma comunque lui si stava trattenendo più del previsto.
"Sarebbe già dovuto tornare un quarto d'ora fa"
Dissi a voce bassa.
Dabi si sedette di fianco a Compress sul divano sorseggiando un po' di vino rosso con il suo solito fare tranquillo.
"Principessa,quella penna sta per prendere fuoco se non stai ferma,abbiamo capito che hai ansia ma ho ancora bisogno dei miei timpani"
Sbuffai,lasciai la penna sul tavolo e mi sedetti accanto a Toga.
"Non ti fare troppe paranoie"
Disse la biondina guardandomi con un sorriso.

Sentii una strana nausea crescere a dismisura,quella sensazione di vomito che si faceva sempre più presente,così come l'ansia e la vista sfocata.
In un attimo sentii i sensi farsi ovattati,la sensazione di aver bisogno di più aria si fece fin troppo presente,quasi al punto di soffocarmi.
Ti prego un attacco di panico ora no.
Mi alzai e mi versai un bicchiere d'acqua con le mani tremanti e ci gettai dentro una pastiglia di cinque milligrammi di xanax.
Prendo queste pastiglie da quando ho dodici anni,sono una salvezza,il rimedio per qualunque attacco di panico.
"Che bevi?"
Chiese Twice spuntandomi alle spalle.
"Una pastiglia per la pressione bassa"
Dissi bevendo con un sorso veloce l'intero bicchiere.
"Soffri di pressione bassa?"
Chiese il corvino scrutandomi attentamene,ovviamente aveva capito che non era un farmaco per la pressione o roba del genere.
"Si Dabi"
Lentamente sentii i muscoli rilassarsi,scacciai qualunque tipologia d'ansia e poggiai il bicchiere vuoto sul tavolo.
"Effettivamente è strano che abbia fatto ritardo,non pensate?"
Mi girai nella direzione di Spinner che aveva iniziato a parlare,mi riavvicinai e ripresi posto accanto a Toga che mi guardava preoccupata.
Mi morsi il labbro inferiore nel tentativo di trattenere la tensione che comunque non passava.
"Strano? Penso che dopo questo il mondo potrebbe finire"
Ridacchiò Dabi,lo fulminai con lo sguardo e feci per ribattere ma improvvisamente un rumore di fece sobbalzare.
"Finalmente Shigaraki"
Mi alzai in piedi e feci una piccola giravolta mentre Tomura sbatteva la porta dietro di sè.
Sorrisi e sentii tutte le centomila ansie abbandonarmi.
Era vivo,in piedi di fronte a me.

"Un angelo caduto a cui era stata negata l'entrata alle porte del paradiso,condannandolo ad un'intera esistenza d'esilio e sofferenza..."
Le parole della semplice e stupida storiella che era solita raccontarmi mia nonna da bambina mi tornavano in mente ogni volta che lo vedevo in quello stato.
Me l'avevano sempre raccontata in francese,lingua che fin da bambini mia madre aveva imposto a me e mio fratello di imparare per non so quale motivo.
"...un angelo che involontariamente ha venduto la sua anima al diavolo,facendo di lui un essere maligno ed incompreso..."
I capelli,bianchi spettinati,leggere occhiaie,labbra pallide e screpolate.
"...un angelo nato per il bene ma morto per il male."
Forse alla fine quella non era solo una semplice storia per spaventare i bambini.
"Ma un angelo caduto non è mai solo..."
Rappresentava tutti noi.
"...è circondato da dannati che cercano la luce e da un solo altro angelo caduto che non riesce più a volare..."
Era come uno specchio che rifletteva la nostra esistenza e ce ne faceva ricordo.
"...i due angeli sono inevitabilmente attratti da una amore creato da due stesse esistenze parallele,mentre i dannati si affezioneranno agli angeli diventando loro protettori e fedeli compagni"

"Ho tardato molto?"
La voce soffocata del ragazzo risuonò per la stanza divenuta improvvisamente silenziosa.
"Si"
Disse Dabi facendo roteare la bevanda nel bicchiere.
Andai da lui con gli occhi pieni di lacrime non versate,lo abbracciai e lui fece un piccolo gemito di dolore.
Sussurrai delle scuse soffocate mentre sollevai lo sguardo per guardarlo in volto,notai solo all'ora il sangue gli colava dal naso e dalle labbra,per non parlare dei diversi graffi presenti ovunque e dei vestiti logori.
Il pallore del viso era notevolmente aumentato rispetto a questa mattina,mi allontanai per evitare di rifargli male.
"Dio santo...stai bene?"
Mormorai poggiandoli dolcemente una mano sul viso,ma lui,a differenza delle altre volte,la prese e la allontanò da lui guardandomi con sguardo freddo.
"Non è nulla,ho solo preso due botte. È andato tutto come previsto"
Abbozzai un sorrisetto cercando di comprendere il suo atteggiamento parzialmente freddo.
Si allontanò verso la porta.
"Dove vai?"
"In camera"
Uscì e chiuse la porta alle sue spalle.

Il modo in cui mi ha guardato,il modo in cui non si è fatto toccare,perché lo ha fatto?

"Che diavolo gli è preso?"
Disse Spinner.
Rivolsi uno sguardo veloce a Dabi nella speranza che sapesse qualcosa,ma tutto quello che ottenni indietro fu uno sguardo confuso e delle spallucce.
"Vado a vedere che ha"
Mormorai mentre uscivo dalla stanza.

Attraversai a passi decisi e veloce i corridoi e la piccola rampa di scale,arrivando in meno di tre minuti alla camera.
Aprii la porta,ma di Tomura neanche un'ombra.
Feci qualche passo e poi richiusi l'infisso con estrema attenzione.
"Tomu sei qui?"
Mormorai con tono mezzo leggero e mezzo pieno di tensione.
"Si..."
La flebile voce maschile mi arrivò come un sussurro dalla porta del bagno,mi mossi di scatto e attraversai la soglia.
Tomura era a petto nudo,seduto per terra con la schiena poggiata contro il muro in marmo bianco,teneva la mano destra sul petto sanguinante e colmo di ferite.
Un rivolo di sangue gli colava dalle labbra creando una grandissima fonte di contrasto su quel colore mortalmente pallido e spento.
Mi inginocchiai accanto a lui affrettandomi a prendere il disinfettante e a rimboccarmi le maniche della camicetta.
"Posso?"
Chiesi indicando le diverse ferite.
Non rispose,nessun suono,l'unica cosa che fece fu scostare lentamente le braccia facendole ricadere lungo i fianchi.
Ripulii leggermente il sangue cercando di non crearli dolore,ma qualunque mio movimento sembrava recarli sofferenza.
Disinfettai accuratamente i tagli per poi avvolgerli in delle bende pallide e pulite.
"Va meglio?"
Dissi alzandomi nuovamente in piedi,lui si asciugò il sangue dalle labbra  e cercò di rialzarsi,cosa che effettivamente riuscì a fare.
"Decisamente"
La voce era stanca e spezzata,simile ad una melodia malinconica,mosse qualche passo verso l'uscita riaschiamdo di cadere diverse volte,mi affrettai a sorreggerlo e ad accompagnarlo fino al letto.

Tomura si lasciò cadere sul materasso esausto mentre lottava tra sé e sé per non chiudere gli occhi.
"Non è andato tutto come da piano..."
Mi sedetti accanto a lui e senza che me ne rendessi conto lo ritrovai tra le mie gambe,con le braccia che stringevano la mia vita e la guancia poggiata sul mio ventre.
Passai una mano tra i suoi capelli,al che lui chiuse gli occhi.
"Raccontami tutto"
Il respiro del ragazzo si fece più lento e profondo.
"Magari un altra volta..."
Mormorò con gli occhi semi chiusi.
"...ho tanto sonno"
Fermai la mano e lo strinsi a me quasi per proteggerlo,anche se in quella stanza non c'era nessuno oltre a noi.
Non feci in tempo a dire nulla che cadde in un sonno profondo ed armonioso.
Erano giorni che non lo vedevo dormire così tranquillo.
Intrecciai la sua mano alla mia per poi baciarli la testa.
"Tu es mon ange déchu je suis à toi."

Beyond the law (shigaraki x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora