follie

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"Le follie sono le uniche cose che non si rimpiangono mai" - Oscar Wilde

La difficoltà, nell'amare, Sun non l'ha mai trovata.
Ecco perché non ha mai capito gli adulti, ecco perché non ha mai capito i suoi genitori.
Separati prima lei nascesse, non li ha mai capiti.
Per lei, quando una persona si innamora, vuol dire che si fida, vuol dire che è disposta a dare il mondo per chi ama.
È una forma d'amore pura, che di più pulite non ce n'è.
Questo era il suo pensiero prima di tutto quello che la vita le avrebbe riservato.
Questo, era il suo pensiero a otto anni.
Non che la sua vita fosse stata semplice fino a quel momento, ma era stata felice.
E ad una bambina di otto anni basta questo.
Sun sorride maliziosa.
È timida, anche se non lo fa vedere.
Non vuole esagerare ma nemmeno tirarsi indietro.
Il film che Dylan ha scelto, che film di merda, pensa Sun, fa da sottofondo insieme al respiro profondo e addormentato di sua madre, mentre una delle sue mani si infila sotto la maglietta del ragazzo.
È il suo opposto, in quel momento.
Con i pantaloni larghi della tuta e la maglia termica aderente, lei con una felpa e dei pantaloncini da ciclista troppo corti.
La mano vaga sulla pelle di Dylan, che con la testa appoggiata al cuscino, sospira, quando la mano si abbassa ancora un po', giusto quanto basta a Sun per capire se ha vinto la scommessa.
Le è sempre piaciuto il gioco d'azzardo, anche se non è sicura di poterla definire tale, questa scommessa.
Era piuttosto scontato che sarebbe finita così, per quanto il ragazzo lo volesse negare.
Lei sa di essere sensuale, sapeva che il ragazzo, per telefono così distante, di persona non le avrebbe potuto resistere.
Infatti, gli sussurra - Credo di aver vinto, ora - all'orecchio, mordendogli poi la porzione di pelle che confina tra il mento ed il collo, facendogli rilasciare un profondo sospiro.
Non la sopporta più, eppure, vorrebbe solo che continuasse.
Ed è quello che la ragazza fa.
Non lascia segni, non perché non vuole, solo perché sa che Dylan, per il momento, non è suo.
Gli bacia il collo per poi tornare alle labbra e mordergliele, cercando un bacio che non arriva.
Si sporge a prendere il telefono e digita sulle note: “posso toccarti?”
“Come vuoi”.
Non può certo lasciarla vincere così facilmente.
Si sistema meglio accanto a lui sul divano, troppo piccolo per entrambi e che ad entrambi sembra però perfetto al momento.
Lascia che la sua mano si faccia spazio dentro ai pantaloni di Dylan, che ha iniziato ad accarezzarle i capelli.
Lo tocca, delicata, non sa cosa gli piace e cosa no, ma ha intenzione di scoprirlo.
Lui, invece, cerca il coraggio di toccarla, che non tarda ad arrivare.
La fa girare, la mette sopra di lui, lei si regge sulle ginocchia ed i gomiti, si guardano per un attimo, con gli occhi socchiusi, ma Sun vede benissimo la fiamma di malizia negli occhi del ragazzo e mentre abbassa lo sguardo, non può fare a meno che soffermarsi sulla sua bocca.
I denti.
E lo riconosce, sa di aver vinto.
“Tiger.
Tiger perché quando mi arrabbio o mi arrapo mostro i denti.”
“Voglio vedere i denti ora”
Sun ricorda alla perfezione quella conversazione che si era spinta fino all'una del mattino, che si era spinta avanti a forza di messaggi e labbra morse ognuno nel proprio letto.
A quel punto, sa che può spingersi oltre.
Ed è per questo, che la mano che prima si limitava ad accarezzarlo da sopra i boxer, fa schioccare l'elastico contro la pelle e si spinge sotto ad esso.
Dylan ansima.
Non può sopportare quelle mani calde che lo toccano senza sfiorare quella dannatissima ragazza che lo sta facendo impazzire.
E così arpiona le dita alle natiche di Sun, mentre lei traccia col naso la linea al centro del suo petto, che scende fino all’inguine.
Lo lecca, succhia la punta, facendogli schiacciare la nuca contro il cuscino per il piacere.
La mano del ragazzo si allontana e torna su di lei con un leggero schiaffo, non può fare rumore, ma non può nemmeno lasciarla andare senza aver fatto i conti.
Infatti subito un sospiro leggero e poi un
- Ancora, ti prego -.
Esattamente la reazione che voleva.
La mano libera di Sun artiglia la schiena del moro, graffiandolo.
Sa solo quello.
Sa che quello lo fa impazzire, ed ha intenzione di farlo quanto il ragazzo vuole.
Si stacca da lui, ti rialza, si lascia toccare senza nemmeno pensarci.
I suoi pensieri sono un groviglio confuso, in quel momento.
Riesce solo a percepire, a sentire le dita del ragazzo che le sfiorano l’interno coscia e l'altra mano che continua ad abbattersi su di lei.
-Posso?-
Chiede lui.
Riesce solo ad annuire, bisognosa e quasi commossa da come l'ha chiesto.
Dal fatto che l'ha chiesto.
Nessuno l'ha mai fatto.
-Vieni più su-
E lei ubbidisce, frastornata.
Non sa che ora sia, non sa nulla se non che il ragazzo ora ha due dita dentro di lei e non esiste sensazione migliore.
Non sa nulla se non che le due dita ora stanno toccando esattamente quel punto e non sa quanto può resistere ancora.
E cazzo, come ha fatto a trovare il suo punto con tutta quella facilità?
Non lo sa, non lo sa e non le interessa, perché in quel momento, mentre la mano sinistra di Dylan la colpisce e la destra la tocca, lei crede di star per morire.
Dal piacere.
E il film non lo sente più nemmeno in sottofondo.
Al suo apice, deve affondare il viso nell’incavo del collo del ragazzo e respirare profondamente l’aria impregnata di sesso, impregnata d'amore allo stato grezzo, per non urlare.
E quando si calma, insieme al suo respiro, torna a leccarli e prenderlo in bocca, non ne avrà mai abbastanza di quel corpo, di quell'anima che pare sciogliersi per mischiarsi alla sua e creare qualcosa di nuovo.
“Ed io cosa ti insegno?”
“Quello che vuoi”
Potesse, tornerebbe a quella conversazione solo per dirgli che le ha già insegnato tantissimo, più di quanto possa immaginare.
Le ha insegnato a fidarsi.
Le ha insegnato ad amare.
Ma non può, e quindi continua, una mano di Dylan finisce sui suoi capelli, in mezzo alle ciocche azzurre e nere disordinate, e la costringe a prenderlo più a fondo.
Sun si sente mancare l'aria, ma ama quella sensazione.
Non è come un attacco di panico, no, è molto più simile alla sensazione di puro piacere, uno di quelli che ti toglie il respiro e le forze, che ha provato prima.
Lei esegue ogni suo ordine non detto, affonda le unghie nei fianchi e si aiuta con una mano per soddisfarlo.
E solo quando sembra esserlo, quando la sua bocca è sporca di bianco, ed il ragazzo ha il respiro affannato, si rilassa, appoggiandosi al suo petto.
Ma non va bene nemmeno quella posizione.
Infatti Dylan si gira su un fianco e prende la mano di Sun, portandosela sulla schiena e muovendola.
Si addormenta poco dopo, mentre Sun ancora lo coccola e chiude gli occhi, appoggiando la testa allo spazio tra le sue spalle, cercando di prendere, di respirare ogni briciola d'amore che è rimasta.

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