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"Wait for me to come home"

Sun sa che è profondamente sbagliato quello che sta facendo, sbagliato nei confronti di se stessa, sa che se ne pentirà e finirà per farsi ancora più male, ma non le importa più di tanto al momento.

E quindi preme invio su quella stupidissima chat di Whatsapp.

"So you can keep me

Inside the pocket of your ripped jeans

Holding me closer 'til our eyes meet

You won't ever be alone, wait for me to come home"

Photograph.

Una delle canzoni che sente più vere nel dedicargli.

La sua mente vola a qualche tempo prima.

"Beh, a giugno torni a casa no?

Lì non ci saranno problemi"

Il suo cuore era esploso quando il ragazzo aveva detto quella frase al telefono, mesi prima.

Sa che ora è tutto cambiato, ma non può fare a meno che aggrapparsi a quella stupida promessa che Dylan ha suggellato probabilmente senza nemmeno volerlo.

Lui e la sua paura di andare nei casini a stare con lei mentre è in un comunità, non l'ha mai sopportata.

Non ne ha mai trovato il senso, più che altro.

Ma infondo, sa anche lei che quella è solo una scusa a cui si aggrappa, o almeno si aggrappava per non dirle la verità.

Che poi, vorrebbe saperla, la verità.

Non lo capisce, ma lo ama comunque.

Ama i suoi occhi, perché se li si guarda bene e se si è la persona giusta, sembrano sciogliersi.

Ama il suo modo di fare, per quando a volte lo detesti, ama come sembri forte agli occhi degli altri.

Mentre per lei è come un bambino piccolo, ancora bisognoso di cure e attenzioni.

Ama la sua personalità, dura e spigolosa, che la fa andare in crisi, ma senza la quale non si sarebbe innamorata di lui.

Ama ogni cosa di lui.

Vorrebbe non farlo, vorrebbe odiarlo, ma non può.

Semplicemente, non ci riesce.

Non gli ha scritto tutto il giorno, dopo il messaggio del giorno di prima, ma ora, alle 19:46, ha deciso di mandargli quel messaggio, non si aspetta una risposta, per quello l'ha mandato subito prima di consegnare il telefono.

Sta di nuovo sprofondando nel suo periodo buio, nella depressione.

Ha imparato a riconoscere quando arrivano quelle fasi.

La prima volta che ci era caduta, perché è proprio come cadere, cadere con la sensazione di non trovare un appiglio; non aveva capito cosa stesse succedendo al suo corpo, alla sua mente.

E come biasimarla?

Aveva appena dieci anni e già si ritrovava ad affrontare un mostro così grande.

Adesso invece lo riconosce, quell'esatto momento.

Non si ritrova più sottopeso e con i tagli sulle braccia non sa bene come.

Ha imparato che se le passa la voglia di fare qualsiasi cosa, perfino mangiare, che se ha la continua voglia di farsi male, c'è solo un motivo: sta tornando.

Sta tornando il periodo in cui passa la serata con la testa nel water per vomitare tutta la cena, quello in cui però ha anche molto più controllo.

Durante le fasi maniacali non riesce a mettersi freni o limiti, mentre durante quelle depressive, riesce perfettamente ad essere consapevole e prevenire avvenimenti spiacevoli.

Odia essere così consapevole, perché non le permette di sfogarsi del tutto, ma la parte più sana le dice che è okay essere consapevoli, che aiuta a non perdere le staffe.

Ma forse, lei le vuole proprio perdere, ancora una volta.

just not meant to beDove le storie prendono vita. Scoprilo ora