ALONE

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"This is a place where I don't feel alone"

-Pronto?-

Risponde al telefono Sun, il numero è sconosciuto.

-Suuuun!-

La voce di Dylan è distorta, quasi incomprensibile, Sun sa già cosa vuol dire: è ubriaco, non è la prima volta che sente la sua voce in quello stato a dir poco pietoso, ma noon l'aveva mai chiamata.

Sa perché è ubriaco: hanno litigato, lui è scappato dalla discussione, come ha sempre fatto, smettendo di risponderle dopo che lei gli aveva fatto notare quanto lo conoscesse bene.

Gli aveva letto dentro, e lui non l'aveva presa bene, come biasimarlo?

Chi non ha paura della verità?

Così era andato al bar, sempre il solito, ad affogare tutto in qualche drink di troppo.

-Dylan, dove sei?-

Chiede la ragazza, la voce colma di preoccupazione, portandosi una ciocca di capelli color pece dietro l'orecchio.

-Lo sai che ti amo?-

Sun rimane in silenzio.

Da quando in qua si dicevano reciprocamente di amarsi? L'aveva sempre detto soloe soltanto lei, e le era quasi sempre stato bene così.

E' la prima volta che sente Dylan dire quelle parole.

-Dylan, sei ubriaco, dimmi dove sei che vengo a prenderti-

Il tono è ancora più asciutto e preoccupato, sa di cosa è capace Dylan in quelle condizioni, e non vuole che succeda nulla di pericoloso.

-Non sono ubriacooo, voglio vedeerti, dove sei?-

-Dylan, tu di lì non ti muovi: dimmi dove sei-

-Al bar-

Sun mette giù ed esce di casa con le globe ai piedi ed I capelli scopigliati.

Ringrazia Dio di abitare vicino a lui, ora che si è trasferita, e dipoter arrivare a piedi al bar; sa perfettamente quale bar, perchè Dylan va sempre lì, quando sta male.

Va in quel bar dai tempi di Charlotte, è stata proprio lei a portarcelo per la prima volta.

A pensare a Charlotte, Sun si sente in difetto, questo da sempre: come potrebbe mai competere con una ragazza del genere? Con la ragazza che gli ha formato il carattere e ha vissuto la sua adolescenza con lui?

Cammina, quasi corre, perché Dylan è ubriaco e lei gli ha appena scritto tuttoquello che pensa di lui, non può lasciarlo solo.

Gli ha scritto che lui, proprio lui, che per mesi le ha detto che non erano compatibili perché lui vuole vivere al massimo delle emozioni e non delle dipendenze, è il primo a rifugiarsi in esse appena può.

Il lavoro, l'alcol, l'amore.

Non gliel'ha detto per rinfacciargli qualcosa o per incolparlo, voleva solo aprirgli gli occhi e provare ad aiutarlo.

E come al solito, ha sbagliato.

Le voci nella sua testa glielo ricordano di continuo, difficile non credere che sia sempre lei quella sbagliata, quella con qualcosa che non va.

Ma non può lasciarlo solo, non ora.

Raggiunge il bar, non fa caso all'insegna rossa illuminata o ai mozziconi per terra, il suo sguardo vaga per il piccolo locale, alla ricerca di quellodi Dylan, che quando vede, però, non punta gli occhi nei suoi come fa di solito, piuttosto li abbassa a fissare gli anfibi.

Sun adesso corre, corre davvero verso di lui, e si tuffa sul suo petto, ad abbracciarlo.

E' lì. Non può dire che stia bene, ma è lì, con lei, e questo è l'importante.

Le braccia di Dylan non si fanno attendere per troppo, la stringono stretta a lui, Sun sente I capelli troppo lunghi del ragazzo che la sfiorano, le sue labbra che le lasciano teneri baci slla testa, le sue mani che le stringono I fianchi.

Si lza in punta di piedi e lo bacia.

Non le interessa se sa di Jeager, non le interessa se tutti li vedono, e non interressa neanche a lui.

-Andiamo a casa-

Gli sussurra accanto alle labbra, prendendogli la mano.

Lui la segue fuori dal bar, non si avvicina nemmeno alla macchina, si lascia trasportare dalla ragazza fino a casa sua, dove lo fa entrare e gli toglie la giacca e le scarpe, facendolo sdraiare sul letto e mettendosi accanto a lui.

Il respiro del moro si scontra con quello di Sun, che con una lacrima che varca la soglia dei suoi occhi, cerca di calmarsi.

-Grazie di non avermi lasciato solo-.

"tu vuoi un futuro con qualcuno, perché hai paura sia del futuro che della solitudine.

vuoi un figlio il prima possibile per dargli tutto quello che ti è stato tolto, e in modo che io non possa andarmene, non possa abbandonarti.

come se ne fossi capace, poi.

come se fossi io quella che fugge quando la situazione si fa troppo complicata.

allo stesso tempo credi di non meritarlo, di conseguenza ti auto-saboti.

ma non è colpa tua se Charlotte è morta, e non puoi fartene carico.

tu dici che vuoi vivere al massimo delle emozioni e non delle dipendenze, ma poi ti nascondi nel lavoro e nell'alcol per anestetizzarle, perché nessuno ti ha mai insegnato a gestirle diversamente.

quindi smettila di incolpare me del fatto che ti stresso, perché sto solo cercando di aiutarti ad imparare a gestire il tuo passato, I tuoi ricordi, quello che provi"

Il messaggio che aveva fatto andare Dylan a confermare la tesi della ragazza, Sun lo elimina dalla cronologia di entrambi I telefoni: non vuole che rimanga, anche se era solo un tentativo di porgerli la mano ed aiutarlo. 

just not meant to beDove le storie prendono vita. Scoprilo ora