need

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“I never needed you like I do right now”

Sun ha bisogno di lui.
Subito.
Ha bisogno di toccarlo, vederlo, amarlo.
E non da lontano, da casa di suo padre, dove dannazione, si sente soffocare, ha bisogno di amarlo da vicino.
Ed ha provato tutto.
A rileggere le lettere, a scriverne di nuove, a immaginarselo, ma non basta.
Non basta mai quando è così, ma non può scrivergli.
Significherebbe stargli troppo incollata e non lasciargli i suoi tempi e spazi, cosa che ha promesso di fare.
E in più è notte.
E lei è rannicchiata nel suo letto, sul punto di piangere.
Sul punto di avere una crisi di quelle forti.
E decide che scrivergli è la cosa migliore forse, se non vuole farsi fuori.

“okay, scusa per lo sfogo, scusa per tutto.

ho bisogno di te.

e avevo deciso di lasciarti i tuoi tempi e spazi,

ma non ce la faccio.

io ho bisogno di te ora.”

“ho bisogno di sentirti, di parlarti, di sentire il tuo respiro che si mischia col mio, di baciarti, di abbracciarti, di toccarti, di stare abbracciata a te con un film di merda di cui non ricordo nemmeno il titolo in sottofondo, ho bisogno di sentirti vicino, la parte più malata ed egoista di me ha bisogno di finire ciò che ha iniziato l'altro giorno.”

“e lo so che per te sono una distrazione e le distrazioni non vanno bene, ma per me sei importante. per me sei casa, e io se non mi sento a casa non mi sento bene, ed ora sto piangendo pregando che non mi veda mio padre, perché mi chiederebbe il motivo, quindi faccio finta di scrivere il romanzo.”

“lo so, lo so che per te non vado bene, ma ti prego, come amico, aiutami, perché così non reggo più. così finisce che ci resto secca o quantomeno ci provo, e non ne ho veramente voglia. è passata una settimana da quando è successo, ed io pensavo che con quello per me si chiudesse un capitolo, che invece si è solo sviluppato di più, così tanto che ora senza di te non riesco a respirare”

“e scusa per il poema epico che ti sto scrivendo, ma almeno così un briciolo mi sfogo”

“ti prego, rispondimi, ne ho bisogno. scusa.”

“ed ho preso la terapia, cazzo due compresse di tavor, ma non mi calmo. ti prego aiutami.”

“Che succede “

“ non lo so.
so solo che sto andando in crisi,
e non riesco a calmarmi”

“e il mio cervello mi dice che vuole solo te, che altrimenti non si calma”

“lo non so cosa fare”

“non lo so, scrivimi, fai qualcosa, ti prego”

“voglio farmi male. voglio far di più che farmi solo male. - io voglio morire. aiutami, non posso farlo. ti prego.”

“Non so come stai?”

La conversazione non dura molto.
Ma si chiude nel peggiore dei modi.

“cazzo, scusa. scusa scusa scusa. lo sapevo che me ne sarei pentita. scusa.
ti prego, cerca di essere felice. perché te lo meriti. io ora sparisco, ma tu promettimelo, promettitelo. è perché lo meriti. - e ricordati che ovunque io sia tu non sei solo. e ti amo. scusa.”

“non è vero, non riesco nemmeno ad uccidermi. sono ridicola. scusa. scusa. non volevo sfogarmi su di te  e non spariro  non ne sarei capace.”

"Fai come vuoi .”

just not meant to beDove le storie prendono vita. Scoprilo ora