Capitolo 8

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POV'S ASHER

<<Ma vaffanculo!>> sbotto dopo l'ennesimo programma sulla mitologia greca spengo la tv e decido di scrollare un po' instagram e appena lo apro indovinate cosa trovo?!

Esatto la pubblicità di un podcast sugli dei greci.

Lanciò il telefono da qualche parte sull'immenso divano e ormai esasperato decido di intraprendere l'intelligente e soprattutto produttiva attività di fissare il soffitto.

Possibile che oggi tutto mi faccia pensare a lei?! Insomma ma l'universo ce l'ha con me?!

Dopo gli eventi di questa mattina non l'ho più incrociata e direi per fortuna altrimenti penso che mi sarei seppellito sotto le mattonelle. Non riesco a togliermi dalla testa il modo in cui hanno fregato Paul e i suoi amici.

Sono state delle genie ma anche molto sciocche, sarà che sono nuove e non conoscono Killa ma quando la sospensione finirà, lui sarà incazzato nero e allora inizieranno i problemi veri.
Quelle due sono nei guai fino al collo e lo sono per difendere me. Questa cosa mi infastidisce e non poco, odio il fatto di sentirmi in debito con loro.

'In debito?! Bello stai peggio di quanto credessi! Secondo te davvero lo hanno fatto per aiutarti?! Sei patetico! Era solo un trucco per guadagnarsi la tua fiducia.'

Non è vero. Non può esserlo. Non ha senso, ora rischiano grosso, è assurdo che per colpire me si mettano in pericolo anche loro.

'Dio mio sei proprio ingenuo! Ma non capisci?! Sono d'accordo vogliono divertirsi con te. Di nuovo.'

No. No...

'Invece si. Rifletti! Ieri lo ha cacciato via con qualche parola messa ad arte. Oggi lo hanno affrontato come se sapessero che lui non avrebbe reagito...'

Erano d'accordo...

'Vedi che inizi a capire! Nessuno potrà mai aiutarti sinceramente, nessuno potrà mai tenerci davvero a te! Non sarai mai abbastanza per nessuno mettitelo in testa! Persino Jonathan e Tyler prima o poi si stancheranno di te e ti abbandoneranno proprio come ha fatto tuo padre.'

No. Loro no...

'Si! Sai che ho ragione! Lo faranno. Lo fanno tutti...'

No. No basta.

Mi schiaccio violentemente le mani sulle tempie.

Basta non ne posso più.

Non la sopporto più.

Non ha ragione.

Non può averne.

Il respiro inizia a spezzarsi.

La vista si offusca.

I suoni del mondo si fanno via via più ovattati.

Le mani iniziano a tremare incontrollate.

Il cuore comincia a battere così forte che sembra voler uscire dal petto.

Afferro malamente il telefono e invio la chiamata al primo numero in rubrica.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

Una voce profonda affiora dall'altro lato del telefono.

Jonathan.

<<Hey Ash, sono con Ty, che succede?>>

<<John... ragazzi... io... i->> un singhiozzo mi blocca la voce in gola. Respirare è un'impresa sempre più ardua.

Come fiamme senza ossigeno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora