POV’S SCARLET
<<Vaffanculo!>>
urlo mezza addormentata lanciando il telefono, una volta tanto che riuscivo a dormire decentemente la sveglia doveva rompere i coglioni.
Dopo essermi rotolata nel letto per altri dieci minuti mi alzo più scazzata che mai per andare a recuperare il telefono ma appena abbandono il letto ci ripenso e mi tuffo di nuovo tra le coperte.
Dopo almeno altri venti minuti finalmente mi alzo e inizio a prepararmi, mi vesto senza neanche sapere cosa mi sto mettendo poi scendo in cucina prendo dei biscotti al volo ed esco con lo zaino in spalla e visto che stamattina mio padre non c’è mi avvio a piedi verso scuola.
In realtà mio padre voleva assumere un autista per queste occasioni ma l’idea di fare la principessina in carrozza non mi andava proprio a genio.
Meno di 30 minuti e sono nel cortile della scuola vedo Apollo con i suoi amici, li saluto sventolando la mano e loro ricambiano sorridendo, mi appoggio ad un albero ed aspetto Isa mentre continuo a guardare Asher.
Dopo aver parlato i nostri rapporti si sono rilassati di molto, non direi che siamo amici, siamo ai saluti e quattro chiacchiere durante le lezioni in comune o nei corridoi quando ci troviamo nulla di più ma già che non mi guarda più come se fossi una bomba pronta ad esplodere è un progresso.
Nel complesso è stata una settimana abbastanza tranquilla.
Mi gelo all’istante.
‘Merda’
<<Bellezza buongiorno!>>
<<Buongiorno Lebs…>> saluto la mia amica che mi ha appena raggiunto
<<Hey cos’è quella faccia? Problemi con Apelle?>>
<<Con chi?>> chiedo non capendo minimamente a chi si riferisce, lei ride e mi guarda come se fossi io la scema, poi collego
<<E’ Apollo cretina!>> rispondo divertita colpendola con il giubbino
<<Si vabbè è uguale>>
<<Non lo è!>> ridiamo sempre di più
<<Comunque no. Con lui non è successo nulla.>> rispondo finalmente alla sua domanda dopo esserci calmate<<E allora cosa?>>
<<E’ passata un’altra settimana>>
<<E quindi?>> poi si blocca <<Cazzo oggi tornano quegli stronzi.>>
<<EH!>>
<<Merda!>><<Che facciamo Lebs?>> le chiedo preoccupata
<<Intanto entriamo che è suonata>> dice e così ci incamminiamo verso l’ingresso <<poi calmati, ho capito che sei spaventata ma mica vuoi dargli questa soddisfazione?>>
<<Ovviamente no, e non voglio nemmeno che pensi che ci siamo pentite>> dico rendendomi conto da sola che devo calmarmi
<<Ecco appunto quindi semplicemente facciamo finta di nulla e vediamo cosa fanno poi ci comportiamo di conseguenza, va bene?>>
Io annuisco e basta poi sorrido
<<Fanculo tutto?>> chiedo ripetendo una cosa che dice sempre
<<Fanculo tutto.>> risponde lei ridendo<<Vuoi che ti accompagni in classe?>> chiede poi
<<No grazie Lebs sono apposto>> dico in un impeto di coraggio
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Come fiamme senza ossigeno
RomanceDue sconosciuti. Lui cresciuto a Londra, lei a Napoli. Due vite distanti eppure così simili. Entrambi feriti, traditi, delusi, e distrutti. Non si fidano di nessuno se non di loro stessi. Convinti entrambi di non essere degni né di amore né di amici...