Capitolo 16

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POV’S ASHER

“Che cazzo!”

“Cosa cazzo erano quelle cose?!”

Quando le ho viste è scappata senza dire nulla.
Ha iniziato a saltare le nostre lezioni e durante le ore che condividiamo a scuola fa finta che non esisto.

Mi sta ignorando.

Mi sta ignorando da una fottutissima settimana.

“Erano… cicatrici?”

“Cicatrici di cosa?”

“Qualcuno le fa del male?”

“No. Quelle erano…”

Non ci credo, lei si fa del male da sola?
Perché?
È perfetta, perché farsi del male?

Mi tocco distrattamente la profonda cicatrice che mi solca il polso destro.

Io volevo finirla. Il mio voleva essere un per sempre.

Ma lei… quelli erano troppo superficiali, voleva solo farsi del male.

“Cazzo! Devo parlarle”

Non me ne frega un cazzo se mi sta evitando, devo capire.
Lei non può farsi questo.

Neanche il tempo di finire a formulare il pensiero che afferro lo zaino e scatto fuori dalla classe.

E’ la quarta ora, lei a quest’ora non ha lezioni.

“Dove può essere?”

“Al posto sicuro”

Accelero il passo e mi dirigo allarme biblioteca della scuola.
Me lo aveva detto una volta mentre stavamo studiando, lei adora i libri e la biblioteca è l’unico posto in tutta la scuola in cui si sente al sicuro.

Mi affretto su per le scale facendo i gradini a due a due e raggiungo le porte in legno della biblioteca.
Entro e inizio a guardare in giro cercandola.

Dopo poco la vedo in fondo ad una delle corsie, bellissima come sempre, con i lunghi capelli corvini che le ricadono sulla spalla, gli occhi verdi persi nelle pagine e l’espressione concentrata mentre legge.
Vado verso di lei e mi ci siedo di fronte.

Lei si accorge della mia presenza e fa per andare via ma prima che ci riesca le afferro la mano, lei si irrigidisce e cerca di tirarla via dalla mia, io la lascio subito andare.

<<Dobbiamo parlare!>>

<<Io non credo!>> afferma secca <<Non hai visto nulla di importante! Frutto di un incidente, nulla di più!>>

<<Un’incidente?! Non ti aspetterai che ci creda?>>  

<<Senti Asher, siamo amici, l’altra volta stavo di merda mi hai aiutato e ti ringrazio ma ora ti stai facendo un film, non hai visto nulla di che.>> mi inchioda con uno sguardo che grida “Non chiedere oltre”

<<Ora scusami, ma devo andare a lezione. Ci vediamo.>> poi se ne va lasciandomi lì come un cretino.

“Devo capire, devo aiutarla. Come?”

“Isabel!”

Esco velocemente dalla biblioteca e vado a cercare la migliore amica di Atena.

La trovo dopo circa un quarto d’ora in palestra e le vado incontro mentre sta uscendo dallo spogliatoio.

<<Devo parlarti!>>
Lei mi guarda in modo interrogativo quindi mi affretto ad aggiungere <<Per Scarlet.>>
<<Va bene, dimmi.>> 

Come fiamme senza ossigeno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora