POV'S SCARLET
Ciao sono Scarlet Bianchi, sono l'unica figlia del grande imprenditore Arthur Bianchi e per colpa del lavoro di mio padre ci siamo dovuti trasferire a Londra quando sono arrivata mi sono resa conto subito della differenza tra quella città e quella in cui sono cresciuta: Napoli. Londra è bella ma la mia Napoli è un'altra cosa. Londra ha le case grigie tanto quanto il cielo e il tempo sempre uggioso. Napoli no. Napoli è piena di colori, il cielo sempre azzurro e poi c'è il mare penso sarà tra le cose che mi mancheranno di più, tra le cose che non mi mancheranno proprio per niente invece c'è sicuramente la mia vecchia scuola. In quanto a me non sono molto alta ho i capelli neri e gli occhi verdi. Oggi inizierò il mio quarto anno di liceo nella mia nuova scuola, spero che sarà diversa dalla precedente e soprattutto che non ci sia qualcuno come LUI.
Ad interrompere il filo dei miei pensieri è la sveglia, come immaginavo non ho chiuso occhio neanche stanotte. Mi alzo e vado avanti allo specchio, mi osservo: ho i lunghi capelli neri che assomigliano più a paglia che a capelli, gli occhi verdi spenti e contornati da profonde occhiaie, scendo con gli occhi al mio fisico, è orrendo ho il seno decisamente troppo piccolo e i fianchi troppo larghi e poi le cosce troppo grosse, mi soffermo poi sulle braccia ricoperte da cicatrici a ricordarmi il periodo più buio della mia vita. Faccio schifo. Ma ho pensato di poter almeno evitare di mostrarmi a tutti timida debole e vulnerabile, indosserò la maschera che ho forgiato su misura per me: stronza e menefreghista. Ritorno alla realtà e vado in bagno, mi sciaquo la faccia e copro le occhiaie con del correttore, sono sempre stata brava a truccarmi anche se non lo faccio mai, cerco di pettinare alla meglio il pagliaio che ho al posto dei capelli e vado a vestirmi, decido di mettere una felpa larga nera con scritto in bianco "Fuck everybody" un jeans largo nero e le mie adorate Fila nere e scendo giù in macchina dove mio padre mi sta aspettando.
<<Ciao papà>> lo saluto
<<Ciao tesoro, passata bene la notte?>> risponde, sbuffo una risata
<<Benissimo oserei dire>> dico in tono sarcastico lui mi guarda sospira ma non mi risponde, meglio così non ho la minima voglia di iniziare una discussione di prima mattina. Il tragitto prosegue in silenzio fino a davanti a scuola.
Arrivati scendo e saluto mio padre, lui riparte e io mi volto 'Si comincia' penso. Inizio a camminare e subito noto un ragazzo che parla con dei suoi amici è bellissimo. Ha i capelli d'un biondo cenere che riscalda il cuore e gli occhi di un blu così profondo che mi sembra di annegarci dentro stava sorridendo e aveva un sorriso stupendo, vestiva molto largo e nonostante il tono chiaro dei suoi vestiti non riuscii a scorgere il fisico, ma a me sembrava comunque un dio greco, 'Scarlet svegliati! Ricorda cosa è successo l'ultima volta' mi ricorda la mia voce interiore e ha ragione cazzo non deve succedere di nuovo.
Metto la testa sotto e tiro dritto in presidenza dove ritiro il numero dell' armadietto e il mio orario, guardo l'orologio e decido che è tardi per passare a posare i libri in armadietto così mi dirigo direttamente alla mia prima ora di questo nuovo anno.
POV’S ASHER
Ciao sono Asher Lopez, sono un ragazzo qualunque e sono nato e cresciuto a Londra, vivo con mia madre una tecnica informatica vale a dire poche difficoltà economiche ma anche poca presenza nella mia vita. Sono alto e ho i capelli d'un biondo vomitevole e il colore dei miei occhi è spiritato almeno a detta Loro, ho un fisico troppo grosso, in pratica faccio schifo.
Mi riprendo dal mio stato di trance post risveglio e mi alzo decido di mettere dei jeans larghi color crema con una felpa molto larga del medesimo colore con delle Nike e un cappellino entrambi bianchi. Scendo di sotto e, come al solito, mia madre non c'è. Mi incammino a piedi e dopo poco sono avanti all'infernale edificio chiamato scuola, lì vedo subito i miei amici Tyler McFallen e Jonathan Lee mi avvicino e li saluto. Mentre sto chiacchierando con loro sento la voce del mio peggior incubo
<<Hey Lopez ma che ti sei messo stamattina? Vedi che ad Halloween mancano ancora 2 mesi ahahah.>>
<<E’ osceno ahahah.>>
<<Sei ridicolo racazzetto.>>
Erano Paul Killa e i suoi amici quei bastardi che non mi lasciano vivere da quando ho iniziato il liceo, risate seguono le sue parole, risate che feriscono più di coltelli, guardo i miei amici e nei loro occhi trovo solo ira, vedo Jonathan che sta per scattare e lo blocco
<<Jon è ok davvero>> gli dico
<<Sei sicuro?>> risponde io lo guardo e seppur poco convinto sorrido e rispondo
<< Sì davvero non me ne importa nulla>> John mi guarda diffidente ma non controbatte e gliene sono grato
<< Voi siete preparati per rivedere quella giraffa del prof di storia?>> interviene Tyler che fino a quel momento era stato zitto, era evidentemente per cambiare discorso e per distrarre Jonathan mi volto e mentre John risponde ringrazio Ty con lo sguardo e poi ricominciamo a chiacchierare con tranquillità.
La mia attenzione viene nuovamente allontanata dalla conversazione da una ragazza che è appena entrata nel cortile della scuola completamente da sola, cosa molto insolita da queste parti. Mi soffermo ad osservarla, è bellissima.
Ha dei magnifici capelli corvini che sembrano seta e degli occhi verdi che assomigliano a smeraldi che hanno perso la loro lucentezza, sono spenti, vuoti.
Per un attimo mi balena in testa il pensiero che sia come me, che abbia le mie stesse paure ed insicurezze.
'Asher svegliati! Come puoi pensare che quella magnifica ragazza sia come te?! Non ti sei visto?! Fai schifo' mi ricorda quella voce che vive per uccidermi, gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Vengo riportato alla realtà dalla mano di Jonathan che mi sventola davanti al viso riporto gli occhi su di loro e nel farlo alcune salate lacrime mi ricadono sul viso, appena le vedono i miei amici mi abbracciano senza dir nulla e gliene sono veramente grato.
Non so cosa farei senza di loro, sono veramente l'unica cosa che mi tiene in vita. Sciogliamo l'abbraccio e suona la campanella così decidiamo di entrare. In corridoio saluto John e Ty e poi mi dirigo a passo spedito verso la mia prima ora 'Si comincia' penso mentre prendo posto all'ultimo banco sentendo il prof di filosofia che comincia a straparlare sui programmi dell'anno.
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Come fiamme senza ossigeno
RomanceDue sconosciuti. Lui cresciuto a Londra, lei a Napoli. Due vite distanti eppure così simili. Entrambi feriti, traditi, delusi, e distrutti. Non si fidano di nessuno se non di loro stessi. Convinti entrambi di non essere degni né di amore né di amici...