Capitolo 7

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POV'S SCARLET

Sto girando per l'istituto un po' a caso con Isa, stiamo in silenzio ripensando a quello che è successo pochi minuti fa. 

Sinceramente l'idea è stata di Isabel dopo che le ho raccontato tutto di Apollo ha detto -dopo vari insulti- che secondo lei era solo paura di fidarsi e che avremmo dovuto fare qualcosa per fargli capire che eravamo veramente dalla sua parte, io non ero molto convinta ma quando ho sentito quello che ha detto stamattina non sono proprio riuscita a controllare la mia espressione e il resto è venuto da sé, a detta di Isa sembravo tranquilla e sicura anzi per citare le sue parole sembravo una "tosta da film" ma io mi sentivo ridicola e sinceramente me la stavo facendo sotto, forse sono una brava attrice forse sono brava a fingere di sapere ciò che faccio, di credere in me di non aver paura ma la verità è tutt'altra io sono la ragazzina debole e fragile che ha paura di camminare da sola per la scuola, la sciocca che non sa difendersi neanche quando qualche stronzo la rinchiude nel suo stesso armadietto e se non fosse stato per Isa accanto a me non sarei mai riuscita a fronteggiare quel coglione in quel modo sarei scappata via pregando qualsiasi dio esistente perché non se la prendesse con me. 

La conclusione è semplice quella non ero io era un fantoccio con le mie sembianze che si muoveva per conto suo. 

Vedo Isa che mi sventola la mano davanti e di colpo ritorno alla realtà 

<<Hai sentito almeno due frasi di quello che ho detto?>> 

scuoto la testa con aria dispiaciuta 

<<Non preoccuparti, cosa c'è che non va?>>  

<<Niente Tranquilla>> mento spudoratamente 

 <<SKY!>> mi sgrida lei 

<<Puoi dirmi tutto, sai che sono dalla tua parte>>

 <<Riflettevo sul fatto che quella in cortile non ero io>> 

<<Ma che stai dicendo?! Sei stata fantastica!>> 

<<Appunto Lebs io non sono così non sono sicura sono la ragazzina debole e ingenua che si lascia fare di tutto perché troppo spaventata per reagire>> mi accorgo di aver parlato troppo quando i suoi occhi corrono allarmati nei miei 

<<Cosa ti hanno fatto Scarlet?>>

 E ora cosa le rispondo? 

<<È lunga da spiegare Lebs>> 

<<Fa niente ho tempo>> 

<<No non lo hai, vedi sta per iniziare la seconda ora>> mi alzo illudendomi di essere riuscita a scappare dalle domande di Isa ma lei mi afferra il polso 

<<Non pensare di cavartela così>> 

<<Va bene facciamo così dopo le lezioni vieni a casa mia e ti racconto>> non è molto e non è il massimo neanche per me ma dovremmo accontentarci entrambe.

Ci salutiamo e ci dirigiamo ognuna alla propria classe. 

Le successive ore di lezioni sono trascorse tranquillamente e senza incrociare più Apol-Ash, devo seriamente smetterla di chiamarlo così, comunque ora sto tornando a casa, ho scritto a Lebs per dirle di venire a casa mia questo pomeriggio in modo da poterle parlare e lei ha accettato di buon grado. Sinceramente in principio non ero molto propensa a dirle ciò che ero prima di giungere in quella città. In fondo non ne avevo mai parlato con nessuno, non ho una sorella o un fratello, mio padre figuriamoci troppo lavoro, troppi pensieri ed anche troppo dolore, di amiche poi non ne ho mai avute. Almeno non di amiche vere quel branco di vipere che conoscevo a Napoli e che mi ostinavo a chiamare amiche pur di combattere quell’assoluto e divorante senso di solitudine non hanno mai avuto un grammo della mia fiducia, non mi sarei affidata a loro neanche per un suggerimento durante una verifica figuriamoci dir loro ciò che stavo passando. Lebs invece è stata diversa sin da subito, mi ha aiutato senza chiedermi nulla e senza alcun secondo fine o interesse personale ed anche ora che vuole sapere del mio passato sono certa che è solo per aiutarmi.

Come fiamme senza ossigeno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora