CAPITOLO 17 - Le tue bugie

314 15 8
                                    

(Saera)

Stesa contro il bracciolo del proprio divano, le gambe piegate sotto il corpo e con l'orlo della gonna avvolto attorno alle punte dei piedi per ripararle dal freddo, Saera si riempì per la seconda volta il calice di vino. L'acqua alla menta l'aveva nauseata presto e i suoi pensieri erano davvero troppo in tempesta perché la principessa potesse accontentarsi di quella raffinata dolcezza.
Il ruvido sapore del rosso di Arbor era decisamente più indicato.
'Non voglio essere il tuo cavaliere'. Le parole di Cregan continuavano a ripetersi come un eco nella sua mente, riempiendo ogni piccolo momento di silenzio tra lei ed Helaena. 'Io voglio essere...'
Persino nella segretezza del suo inconscio Saera si rifiutava di completare quella frase, mentendo ostinatamente a se stessa. Fingendo di non sapere come il giovane avesse intenzione di concluderla.
Allora, in silenzio, la principessa cercava di non starci affatto: fino a che Maerya era stata con loro era stato semplice, trovare una scusa per riempire la quiete con chiacchiere e risate più o meno sincere, ma una volta che la cugina le aveva lasciate da sole per ritirarsi nelle proprie stanze i momenti vuoti, per quanto brevi fossero, avevano assunto un peso quasi insostenibile.
"Non ho avuto il coraggio di comprargli un violino." Continuò Helaena, seduta a terra a gambe incrociate nonostante ci fosse più che abbastanza spazio sul divano "Sbadato com'è, non mi stupirei se si cavasse un occhio con l'archetto." La principessa era ricurva su se stessa, i gomiti puntati sulle ginocchia ed il mento appoggiato sui pugni chiusi, gli occhi sollevati verso l'alto per scrutare con attenzione il viso della cugina "Ma se tornerai a dargli lezioni potrei farci un pensiero, per il prossimo compleanno."
"Dovremmo fare pratica insieme, allora. Non ricordo l'ultima volta che ho suonato per qualcuno." Replicò Saera, riavvicinandosi il calice alle labbra "Rhaena mi ha regalato una lira e non l'ho nemmeno mai presa in mano."
"A noi non dispiace la tua compagnia." Gli occhi viola di Helaena si illuminarono di fronte a quella prospettiva "Al mattino in volo con Jaehaera, e al pomeriggio musica e ricamo con Jaehaerys. Non è perfetto? Ora che le giornate cominciano ad accorciarsi e si accendono i camini."
Come se avessimo ancora molto tempo. Saera sorrise, dissimulando abilmente la cupezza dei suoi pensieri. Come se non dovessi spezzarti il cuore "E' perfetto davvero."
Dopo la lettera che aveva ricevuto nella Valle, dopo tutte le lacrime che aveva versato su di essa ed il modo in cui nemmeno il gesto di distruggerla era riuscito a cancellarle dalla mente le sue parole, non credeva che le menzogne le sarebbero giunte altrettanto facilmente alle labbra, che nessun peso avrebbe intaccato la leggerezza che le rendeva indistinguibili dalla realtà, eppure eccole lì: impercettibili e delicate, perfette nella loro affilata crudeltà.
Se fosse stata onesta almeno con se stessa si sarebbe resa conto di tutto il sollievo che provava nell'essere finalmente giunta in prossimità della vetta, a portata del primo traguardo della sua scalata. Invece, ostinata, scelse di credere che quella ventata di aria fresca nella tormenta dei suoi pensieri fosse dovuto solo e soltanto all'innocenza di Helaena e alla cieca fiducia che aveva scelto di riporre in lei.
Nel mezzo di tutte quelle chiacchiere spontanee, senza alcun capo o coda, a Saera non era sfuggito il modo in cui la cugina aveva accuratamente evitato di parlare di Aegon, bloccandosi ogni qualvolta le capitava anche solo di nominarlo. Come se non esistesse affatto, né lui né la sua intenzione di annullare il matrimonio.
Lo stesso vizio di suo padre. Saera sorrise quando quel pensiero le tornò alla mente, raccogliendosi le gambe al petto e puntando un gomito contro il bracciolo, la testa sostenuta da un'unica mano mentre con l'altra finiva di sorseggiare il proprio vino. Non può sopravvivere a questo gioco.
Liberarla da quel peso ora più che mai le sembrava un gesto di pura pietà ed ogni bugia, ogni coltello che le stava lentamente piantando nella schiena, non appariva poi così affilata.
"Quelle sono rose d'inverno, non è vero?"
La domanda di Helaena colse la principessa completamente di sorpresa, almeno tanto quanto lo fece il tono di mal celata stizza con cui la pose. Saera voltò lo sguardo verso il comodino accanto al suo letto, là dove Elysa aveva lasciato la corona di fiori che Cregan aveva vinto per lei al torneo di Harrenhal e che lei aveva tanto gelosamente custodito fino ad allora, incapace di liberarsene nonostante la secchezza che ne aveva rattrappito e scolorito i petali.
La ragazza annuì, la gola improvvisamente serrata da una morsa "Le hai notate."
"Le immaginavo più blu." Commentò la cugina, tamburellando le proprie dita contro i cuscini del divano "Hanno fatto un lungo viaggio, devi tenerci molto."
Saera inspirò profondamente, le labbra ancora premute contro il calice "Hanno un buon profumo."
"Lo stesso di Cregan Stark?" Helaena scattò come una serpe, sibilando una risposta tanto spontanea quanto pungente di cui sembrò pentirsi nello stesso istante in cui le parole lasciarono la sua lingua "Che cosa ci faceva lui qui, a proposito?"
Mi ha quasi chiesto di sposarlo. "Lui è un caro amico." Saera parlò con una tranquillità che riuscì a stupire persino se stessa "Abbiamo fatto una passeggiata."
"E con passeggiata intendi una promenade?" La cugina cominciò a giocare con l'anello che le aveva regalato proprio quella sera, facendolo girare avanti ed indietro sulla stoffa come se fosse una moneta "Ti sta... corteggiando?"
"No, certo che no." Saera mentì con una leggera risata, sottolineando l'assurdità di quell'affermazione "Sa che sono promessa a Daeron."
"Però, ha vinto quelle rose per te." Il tono di voce di Helaena continuava a suonare piccato, quasi inquisitorio alle orecchie della cugina "Per la seconda volta."
"Credi che abbia altre intenzioni?" Domandò la principessa, mimando un'ingenuità che non le apparteneva affatto "Oltre che a dispensare blande lusinghe e a lustrare il proprio ego di cavaliere? Non sarebbe il primo, né l'ultimo."
"P-può essere." Replicò l'altra, mostrando i primi segni dell'insicurezza che la cugina aveva ben piantato in lei "Altrimenti perché fare tanta strada?"
Saera fece una piccola pausa, secondi di silenzio in cui la ragazza si ritrovò ad inspirare profondamente.
Tuo marito. Era così che Cregan voleva concludere quella maledetta frase. 'Io voglio essere tuo marito.'
"Come ho detto, Lord Stark è davvero un caro amico." Ed il sorriso che incurvava le labbra della principessa per un attimo parve cedere "Sono certa che andreste d'accordo."
"Ne dubito." Borbottò Helaena, sollevando entrambe le sopracciglia ed arricciando lievemente il naso in un espressione che tradiva tutto il suo disappunto "Non mi piacciono le rose d'inverno, né i metalupi."
Saera non poté fare a meno di ridere di quel commento "Questa severità non ti appartiene, cugina, c'è forse qualcosa che non mi stai dicendo?"
"Lui non mi piace." Ammise, infine, la più grande delle principesse, tornando a sollevare gli occhi sul volto di Saera "E' gelido e cafone, e non mi piace come ti guarda."
Il cuore della ragazza mancò un battito nel petto, piegando ancora una volta la fermezza nella sua voce "Perché?" Mormorò, lottando contro il nodo che le si era stretto attorno alla gola "Lui come mi guarda?"
Di fronte a quella domanda, Helaena si ritrovò ad esitare: aggrottò le sopracciglia e dischiuse le labbra, cogliendo forse per la prima volta ciò a cui la principessa si rifiutava di dare voce. Non che avrebbe avuto il tempo di rispondere, comunque, perché proprio in quell'istante qualcuno bussò alla porta della camera e Claudia fece il suo timido ingresso.
"Principessa, i bambini sono pronti per andare a letto." Disse la donna, sempre tenendo lo sguardo basso e le mani giunte in grembo "Stanno aspettando voi."
Helaena sembrò impiegare qualche istante a realizzare ciò che la balia le stava dicendo, quasi come se fosse rimasta intrappolata in un sogno ad occhi aperti "E' g-già così tardi?"
Claudia annuì appena, lanciando una rapida occhiata anche in direzione di Saera che, più svelta della cugina nello scuotersi il torpore di dosso, fu la prima a prendere la parola: "Pensi che gradiranno una piccola sorpresa?"
La ragazza tornò a sorridere ad Helaena, sfoggiando tutta la spontanea dolcezza che solo i due principini riuscivano a far nascere in lei "Non posso andare a dormire senza averli prima salutati."
"Certo..." Borbottò la principessa, passandosi rapidamente una mano sul viso prima di rimettersi in piedi e fare del suo meglio per recuperare la spensieratezza che l'aveva animata fino ad allora "Vorranno farti restare per la notte."
"Allora resterò." Queste parole lasciarono le labbra di Saera prima ancora che la sua testa le permettesse di fermarsi "Sempre che tu mi voglia con te."
Le guance di Helaena si accesero in un istante ed ogni traccia di esitazione, dubbio o tormento scomparvero dal suo volto allo stesso modo, quasi come se non fossero mai davvero esistite "Beh, il mio... il mio letto è così grande, e io sono... solo una."

Up In Flames || House Of The Dragon ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora