CAPITOLO 4 - Vecchi rancori

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(Maerya)

"Vieni, Daeron, ti faccio conoscere la mia mucca!"
Approfittando della confusione che l'arrivo della Principessa Rhaenyra aveva scatenato, Maerya prese suo fratello minore sottobraccio e lo trascinò verso la carrozza reale.
"La tua... cosa, scusa?" Si azzardò a chiedere Daeron mentre, insieme, si destreggiavano tra lord e cavalieri distratti, tutti con lo sguardo puntato verso il cielo.
"L'anno scorso la mia giumenta mi ha disarcionato." Spiegò la principessa, saltellando accanto al ragazzo nel tentativo di tenere il suo passo "Aemond e la mamma hanno insistito perché prendessi un altro cavallo, uno più tranquillo, e mi hanno regalato... Dei, ma quanto sei cresciuto?"
Daeron rise e finse di non notare il modo in cui la sorella aveva iniziato a squadrarlo dalla testa ai piedi, quasi come se si fosse resa conto solo ora di quanto il principe fosse diventato più alto di lei "E ti hanno regalato una mucca?"
"Tecnicamente è un cavallo da guerra." Maerya riprese il filo del discorso scuotendo piano la testa prima di indicargli uno dei quattro cavalli ancora legati alla carrozza reale, una gigantesca bestia dal lucido mantello nero con una singola, grossa, macchia bianca al centro del muso "Peserà dieci quintali, è bianco e nero e montarlo è come cavalcare un divano con le zampe. È una mucca."
"Non fa una piega." Commentò Daeron, divertito, lasciando scorrere i propri occhi sull'animale che ora la sorella aveva preso ad accarezzare "E la tua mucca ha un nome?"
"... Drago." Rispose Maerya, mordendosi il labbro inferiore per evitare di scoppiare a ridere "Lo so, lo so. Ma, che tu ci creda o no, è così che ce lo hanno venduto."
"E la tua giumenta?" Il principe pose la sua domanda con le labbra incurvate in un sorriso che rivelava la presenza di due, piccole, fossette sulle sue guance "Che fine ha fatto?"
"E' rimasta ad Approdo del Re, ho promesso alla mamma di non cavalcarla più ma... diciamo che mi capita spesso di fare qualche eccezione."
"Anche dopo tutti questi anni, sei rimasta la solita Maerya." Queste parole furono sufficienti a far rialzare lo sguardo di Maerya da Drago a Daeron, riempiendo i suoi occhi di una malinconica dolcezza "E'... rassicurante. In un certo senso, è come se non fossi mai andato via."
La principessa allungò il proprio braccio verso il suo, accarezzandoglielo in un spontaneo gesto di conforto "Ti piace stare a Vecchia Città? Nostro zio ti tratta bene?"
"Come un figlio." Replicò Daeron, stringendosi appena nelle proprie spalle "Farà di me un cavaliere appena compirò 17 anni, mi ha insegnato tutto quello che so ma non... non è casa."
"Oh, valonqar (*1)." Mormorò Maerya, incapace di trattenersi dal stringerlo in un abbraccio "Presto cambierà tutto, una volta che tu e Saera vi sarete sposati potrai tornare ad Approdo del Re."
"Sarà l'anno più lungo della mia vita." Commentò il principe prima di abbassare lo sguardo a terra e serrare appena le labbra, improvvisamente più timido e rosso in volto "Lei è bellissima, sorella, ed è così gentile... Chissà quanti uomini hanno intenzione di lottare per la sua mano, e io non sono sicuro di essere all'altezza."
Maerya sapeva che Daeron si stava riferendo ai cavalieri che avrebbero partecipato al torneo, al modo in cui li avrebbe dovuti guardare affannarsi per il favore della sua promessa sposa mentre lui non avrebbe potuto far altro che passare lancia e scudi a Ser Gwayne Hightower, eppure la ragazza non riuscì ad impedire ai suoi pensieri di scivolare inevitabilmente su Aegon e il suo cuore parve diventare un macigno nel suo petto.
"Nessuno di loro lo sarà mai." Fu così che Maerya tentò di rassicurarlo, mostrandogli il migliore dei suoi sorrisi mentre gli scompigliava i boccoli sulla testa "Non valgono neanche la metà di te ma il loro orgoglio gli impedisce di vederlo, Saera non è altrettanto cieca. Li guarderà scornarsi come capre e poi li rimetterà al suo posto, è la cosa che le riesce meglio ed è... davvero divertente, vedrai ti lascerà senza parole."
Solo allora Daeron tornò a sorridere "Non è la prima volta che succede, non è vero?"
"E' iniziato tutto con Ser Clement Celtigar, quel poveretto è rimasto tanto scottato che per molto tempo nessun altro cavaliere ha avuto il coraggio di tentare ancora la fortuna." Cominciò la principessa, sollevata dalla reazione del proprio fratello "Quelli che sono venuti dopo erano tutti uguali, non riesco nemmeno a ricordare i loro nomi, ma credo che il migliore di tutti sia stato un mercante di Quarth: è approdato nella Capitale con un carico di oro e di seta, non ho mai visto tanta opulenza in vita mia ed era tutto per Saera. Avresti dovuto vedere la sua faccia quando lo ha visto varcare la soglia della Sala del Trono con la statua dorata di un drago grande quanto un cavallo, per un attimo ho pensato che lo avrebbe incenerito sul posto."
"Per quale ragione?"
"Per gli schiavi." Maerya strinse appena le labbra "Erano una ventina a trascinare la statua, ed erano coperti di cicatrici dalla testa ai piedi. Saera ha chiesto che la statua fosse fusa quel giorno stesso, con le monete ricavate li ha comprati tutti e con il resto dei doni ha preso loro una nave perchè potessero tornare a casa da uomini liberi. Quel poveretto non ha osato pronunciare una sola parola, è bastata un'occhiata a Zobrys per placare ogni protesta, ed è tornato a Quarth decisamente più leggero."
"Zobrys è il suo drago, giusto?" Chiese Daeron, tentando di seguire il filo del discorso senza mostrare la propria confusione "La sua reputazione lo precede, sembra che sia piuttosto spaventoso."
"Oh, lo è davvero." La principessa si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito prima di scuotere la testa e stringere appena la presa sulle braccia del fratello "Quello che voglio dirti è che Saera riesce a riconoscere il valore delle persone, di tutte le persone, senza farsi ingannare da oro o armature scintillanti; non importa quanti uomini si batteranno per lei in questi giorni, non sono nient'altro che vecchi caproni altezzosi mentre tu, fratello, sei un drago. Uno stupido torneo ed una corona di rose non cambieranno nulla."
"Maerya." Fu la voce di Aemond a distrarla, obbligandola ad allontanare lo sguardo dal volto di Daeron "Si sta facendo tardi, la servitù ci scorterà nelle nostre stanze prima del ricevimento di questa sera."
"Arrivo!" Esclamò la ragazza, rivolgendo al marito un sorriso di scuse prima di lasciare un tenero bacio sulla guancia del fratello minore "Continueremo dopo, d'accordo?"
"D'accordo." Replicò Daeron, ancora rosso in viso, mentre osservava la principessa dirigersi con passo leggero in direzione di Aemond "Grazie, mandia!"
"E di cosa?" Mentre parlava, Maerya prese Aemond per mano e gli appoggiò una guancia contro la spalla, lasciando che il marito le schioccasse un tenero bacio sulla testa prima di esortarla a seguirlo verso l'ingresso della fortezza "E' solo quello che fanno le sorelle maggiori."

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