Capitolo 32

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Kyle

La dolcezza con cui mi aveva accarezzato, quel bacio che in assoluto era stata la cosa più intima che avessi mai provato con qualcuno

Quando mi aveva detto di aver avuto paura, ero rimasto spiazzato, un moto di terrore mi aveva sovrastato e non avevo avuto il coraggio di guardarla negli occhi

E lei invece aveva pensato a me, a quello che avrei potuto subire se fossi andato fino in fondo

Lo avrei fatto, so che è sbagliato, ma è così

Il modo in cui le aveva parlato, in cui aveva cercato di toccarla contro la sua volontà

Il suo ex che mi stava palesemente facendo capire di sloggiare dalla favola in cui credeva di trovarsi con lei

Ed ero scoppiato, avevo perso il controllo, non avrei dovuto, non dopo  quanto mi ci era voluto per allontanare quella parte di me

Ma era più forte di me, il pensiero che qualcuno la toccasse, che la guardasse..

E quando si era presentata in camera mia, credevo di dovermi aspettare una ramanzina, una sfuriata su quanto sia uno stronzo pericoloso

E invece mi aveva curato le ferite, mi aveva detto ciò che pensava, e cosa pensava anche il suo amichetto di cui sicuramente non mi fregava l'opinione

Ma su una cosa forse aveva ragione: sono pericoloso, perché per lei lo farei, perderei ancora il controllo

Gli avevo raccontato di mia madre, non so nemmeno come mi sia uscita quella storia, eppure lei si è avvicinata a me

Mi ha accarezzato e dato un bacio che racchiudeva dolcezza e comprensione

È stata la prima volta da quando ero bambino, in cui ho sentito uno spiraglio di affetto

Non l'aspetto per andare a scuola, perché sono certo la accompagnerà quell'idiota

C'era anche l'auto di sua zia parcheggiata, quindi avranno fatto colazione insieme stile happy family

Non ero nemmeno stato in grado di dirle dei pancake, mi ero alzato alle sei del mattino e dato che non riuscivo a chiudere occhio, ero andato a fare una corsa mattutina, ritrovandomi davanti una pasticceria, non so come, ma mi erano venuti in mente i pancake e subito dopo il suo viso

Le saranno piaciuti?

Mi dirigo a scuola con una voglia pari a zero

Michael mi aspetta come sempre fuori l'edificio

"Ehi, come stai?"

"Sto bene" dico senza giri di parole, ma lo vedo, vuole chiedermi altro

"C'è dell'altro?"

"Non ti interessa nemmeno sapere come sta il ragazzo che hai picchiato?"

Mi fermo di colpo voltandomi verso di lui, sospiro, ma non rispondo

"Non so per quale miracolo, ma non gli hai rotto il naso per poco"

Sono sollevato nel sentire quelle parole, ma continuo a non rispondere

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