capitolo 55

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Kyle

Bella da mozzare il fiato. Era questo il primo pensiero ogni volta che la guardavo, lei non se ne rendeva conto. Anche struccata, in pigiama, con una matita a legarle i capelli, era la dea più bella per me.

L'avrei sposata si, dopo la laurea, di questo ero certo, anche se lei credeva scherzassi. L'avrei sposata in primavera prima dei trent'anni. Non so di preciso perché proprio prima dei trenta, ma se immaginavo il nostro futuro, ci vedevo due ventenni sposati e con un figlio. Anche se io ne volevo almeno tre, quattro, ma questo non glielo avrei mai detto.

Mi avrebbe preso per pazzo, pensare a diciotto anni a certe cose. Quando avevo scoperto del test mi ero arrabbiato, ma anche spaventato. Non ero pronto ad essere padre, ma lo sarei stato se lei avesse avuto nostro figlio, sapevo già da ora che tipo di padre volevo essere e sicuramente non uno che ricatta la ragazza del proprio figlio, per farlo rimanere da solo, perché senza la mia Kitty mi sentivo solo. Non era solo uno stato d'animo, io senza di lei mi sentivo davvero incompleto, come se mi mancasse una parte fondamentale per andare avanti

Non avevo mai provato niente del genere.

Era una cosa del tutto nuova per me, ma allo stesso tempo non ne avrei mai più fatto a meno. Sapevo sin dal primo giorno che mi avrebbe cambiato la vita solo che non immaginavo quanto. Perché amare vuol dire anche avere la costante paura di perderla e in quei giorni in cui eravamo stati lontani la paura che non tornasse più da me era qualcosa che a fatti non avrei saputo affrontare

Non volevo ne potevo affrontare una vita senza di lei, non ora che ne faceva parte

E non avrei mai perdonato mio padre per aver tentato di portarmi via tutto questo, Kitty mi diceva spesso di non essere avventato e di provare almeno a capire il perché, ma sapevo che lei non era andata avanti, non ne avevo la certezza, ma qualcosa mi diceva che avesse intenzione di scoprire la verità per conto suo.

Entro a casa per prendere un paio di vestiti e dei cambi per il week end. Dormo da Michael praticamente da quando ho affrontato mio padre. Kitty questo non lo sa, perché so che mi convincerebbe ad affrontarlo, non le ho raccontato tutto ciò che ci siamo detti, il modo in cui l'ho scoperto, pensa ci sia del buono in lui io non ne sono più sicuro.

Entro in camera mia riempiendo un borsone con più cose del previsto perché sono certo mi fermerò da lui ancora per un pò

Esco dalla stanza richiudendomi la porta alle spalle e in quel momento mio padre esce dalla sua stanza

Mi fermo un attimo prima di proseguire in silenzio, ma lui mi ferma subito

"Kyle"

Mi fermo davanti le scale senza voltarmi

"Sono diverse notti che non torni"

"Sono stato da Michael"

Rispondo cercando di apparire freddo

Lui sospira senza rispondere e a quel punto mi volto verso di lui

"Non hai niente da dire? Nessun mi dispiace o ho sbagliato figliolo! Te ne stai in silenzio credendo sia la cosa migliore, ma dovrei saperlo ormai che tu agisci per questo, perché credi sempre sia meglio così"

"Non so cosa tu voglia sentirti dire"

"Lo sai eccome invece, dimmi che ti dispiace, che sei pentito, che tornassi indietro non lo rifaresti. Dimmelo e magari ti perdono"

"Se tornassi indietro lo farei e lo farei soprattutto per te"

"Mi hai rotto con queste stronzate me ne vado"

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