Un dolore lancinante alla testa mi svegliò di soprassalto. Respiravo faticosamente, mi sentivo confuso e frastornato. Le voci attorno a me erano incomprensibili e sempre più fastidiose.
Mi toccai il capo istintivamente, cercando si fermare quel dolore insopportabile, ma mi accorsi che i miei capelli erano in realtà macchiati di sangue. Guardai le dita sporche di quel liquido rosso, confuso e spaventato. Alzai lo sguardo. Un dottore si accovacciò per assistermi."Che cosa... dove sono? Cosa succede?" Biascicai impaurito.
"Non vi preoccupate. Siete al sicuro, ora ci pensiamo noi ad assistervi, signore"rispose rassicurandomi.
Altri due uomini mi diedero una mano a mettermi in piedi. Mi tenevano in equilibrio in modo che potessi camminare. Mi allontanai dalla piccola folla di gente che un attimo prima mi osservava giacere sulla neve fredda. Mi girai per un attimo e mi spaventai quando vidi quella scia del mio sangue macchiare il candido suolo.
Non ricordavo nulla. Non sapevo perché mi fossi svegliato in strada, non sapevo perché fossi ferito, non ricordavo niente di niente. Come ci ero finito lì? Cosa stavo facendo?
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"Signore, state fermo, fasceremo la testa e fermeremo l'emorragia"
Il dottore tamponò la mia ferita e si assicurò di mettere delle bende."Prendete questo"mi porse un bicchiere di medicine. "Serviranno a calmare il dolore"Sospirò e mi aiutò a bere.
Si sedette di fianco a me. "Accidenti, il principe sarà davvero molto preoccupato per voi. Ma come è possibile che siate finito così tanto lontano dal palazzo? Come avete fatto a ferirvi così? Per poco non ci rimettevate la vita!" Sembrava molto preoccupato per me, continuava a scuotere il capo, agitato dalle domande che si stava ponendo, alle quali non trovava risposta... e neanche io.
"Il principe?" Mi limitai a chiedere, confuso.
"Si... il principe. Perché siete così sorpreso?" Domandò a sua volta ed io trattenni il respiro.
"Non ricordo... non ricordo nulla. Il principe? Sono... conosco il principe?"
Alla mia domanda, il dottore si alzò, disperato gridò: "oh cielo, oh santo cielo! Il colpo alla testa vi ha provocato un'amnesia... non ci credo! E ora?" Si coprì il volto, era davvero sconvolto, ed io ancora di più. Vedevo solo quell'uomo dimenarsi e lamentarsi, con fare anche un po' buffo.
"Amnesia..."sussurrai tra me e me, non riuscivo a trovare un senso a tutto ciò che stava accadendo.
Dopo qualche minuto, entrarono due guardie nella stanza, mettendo il dottore sull'attenti.
"Sua altezza, sua altezza! È qui!" Urlò l'uomo, giungendo le mani. Dedussi fosse il principe di cui aveva parlato poco prima.
Entrò un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi verdi, coperto da un cappotto violaceo sporco di neve.
"L'avete trovato... finalmente. Amico mio, ero così preoccupato per te!" Mi abbracciò e ricambiai Istintivamente.
"Gabriel...sono io, sono Philip!"Esclamò, scuotendo leggermente le mie spalle.Io scossi il capo.
"Sua altezza... sua grazia... perdonatemi... il signor Gabriel è in stato di shock, purtroppo non si ricorda chi siete voi. Ha un'amnesia e spero sia passeggera" intervenne il dottore timidamente.
Il ragazzo lo guardò preoccupato.
"Dottor Brown... ditemi, si riprenderà? La memoria gli tornerà?"
Il dottore annuì. "Prometto di fare il possibile. Sua altezza, non si deve preoccupare. Mi prenderò cura del Signor Gabriel" fece un buffo inchino e abbassò lo sguardo, intimidito dalla presenza del reale.
Philip sospirò. "Venite, passate la notte ad assisterlo. Voglio che Gabriel si riposi a palazzo"
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Una volta coricato a letto, cercai di rilassarmi sul comodo materasso, avvolto dalle calde coperte. Ero ancora sotto shock, ma almeno potevo riposare come si deve."Io sono qui, se avvertite dei dolori alla testa, chiamate senza esitare" il dottore e due suoi assistenti si accomodarono fuori dopo avermi controllato nuovamente la medicazione.
Fortunatamente il dolore si era attenuato, ma la confusione continuava a crescere. Il luogo in cui ero mi sembrava familiare, ma non riuscivo a ricordare nulla in particolare. Sbuffai, frustrato.
Mi girai e rigirai nel letto. Alzai le coperte fino a metà volto, mi sentii avvolto dal piacevole calore delle lenzuola bianche. Il sonno stava prendendo il sopravvento, quando un forte brivido mi pervase la schiena. Mi alzai di scatto, quella sensazione mi aveva spaventato. Mi guardai intorno istintivamente ma poi sospirai pensando a quanto fossi stupido. Non c'era nessuno in quella stanza a parte me. Erano gli effetti dello shock causato dalla ferita.Mi infilai di nuovo nel letto come prima e cercai di riposare, nonostante le mille domande che mi riempivano la mente.