In quelle notti oscure e inquiete, mi trovavo immerso in sogni tormentati, intrappolato in un labirinto di visioni oscure e inquietanti. Il sangue era l'elemento dominante, scivolava come un fiume rosso nelle mie visioni, macchiando il terreno innevato con la sua presenza sinistra.Correvo senza sosta, il respiro affannato, il cuore pulsante nel petto come un tamburo di guerra. Ogni passo mi avvicinava sempre di più al bordo dell'abisso, ma non potevo fermarmi, trascinato dalla forza oscura che mi spingeva avanti.
Il suono di urla disperate risuonava nelle mie orecchie, eppure non riuscivo a distinguere se provenissero dalla mia mente o dalla realtà che mi circondava. Le mie gambe bruciavano per lo sforzo, ma la paura mi spingeva sempre più in là, verso un destino incerto e spaventoso.
Poi, improvvisamente, mi svegliavo di soprassalto, il corpo intriso di sudore, il cuore ancora in preda al terrore dei miei sogni. Respiravo affannosamente, cercando di ricomporre i frammenti spezzati della mia mente, ma il ricordo delle mie visioni notturne persisteva, come un'ombra minacciosa che mi seguiva ovunque andassi.
Mi alzai dal letto, tremante e confuso, cercando di scuotere via l'orrore che mi aveva avvolto nel sonno. Ma anche nel mondo sveglio, il senso di inquietudine mi seguiva, come se le mie visioni fossero solo un assaggio delle tenebre che mi attendevano oltre l'orizzonte.
Con il cuore pesante, mi avvicinavo alla finestra, guardando fuori nell'oscurità della notte. Le stelle scintillavano nel cielo, ma sapevo che dietro quella calma apparente si celavano segreti oscuri e pericoli inimmaginabili. Ripensai a lei, istintivamente, guardando quel cielo. Quella donna pallida ma luminosa. Come la Luna.
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Dopo un lungo viaggio, il principe Philip e la famiglia reale fecero il loro ritorno al castello. Le carrozze reali entrarono nel cortile interno, mentre i servitori si affrettavano a preparare l'accoglienza per i loro illustri ospiti. L'aria era carica di eccitazione e aspettativa, poiché il ritorno della famiglia reale significava una ripresa delle attività e delle cerimonie nel regno.
Mentre le porte del castello si aprivano solennemente per accogliere gli ospiti, il principe Philip scese dalla carrozza con grazia regale, seguito dal Re e dalla sua amata consorte, infine dal principino Will e la principessa Cassandra. La gente del regno si radunò per salutare la loro amata famiglia reale, con sorrisi e acclamazioni che riempivano l'aria di gioia e festa.
Il Re, una volta sistematosi sul suo trono, annunciò l'organizzazione di un ballo, desideroso di festeggiare il suo compleanno che si sarebbe tenuto dopo poche settimane.
Ero entusiasta all'idea del ballo organizzato dal re nei prossimi giorni. Finalmente avremmo avuto un momento di svago e allegria, e non vedevo l'ora di unirmi alla festa. Mentre mi avvicinavo alla servitù per condividere la mia gioia, ho notato qualcosa di strano: i loro sguardi si sono riempiti di paura e ansia, e si sono allontanati da me con fretta, quasi come se avessero visto un fantasma.La mia felicità si trasformò presto in confusione e frustrazione quando notai la reazione impaurita e evitante dei servi. Ogni tentativo di conversazione si rivelò un fallimento, e presto mi resi conto che il principe Philip continuava a vietare loro di interagire con me a causa della mia amnesia.
Mi sentii isolato. La sensazione di essere tenuto prigioniero nel castello diventava sempre più opprimente, e la mia frustrazione cresceva di pari passo con la mia determinazione di trovare risposte.
Decisi che era arrivato il momento di agire e di cercare una via d'uscita da quella situazione soffocante. Non potevo sopportare più a lungo l'isolamento forzato e il senso di impotenza.
Deciso a trovare risposte e a ritrovare un po' di libertà, mi diressi risolutamente verso le porte principali del castello. Ma la mia determinazione fu presto interrotta dalla voce preoccupata del principe Philip, che mi fermò con fermezza.
"Gabriel, dove credi di andare?" chiese Philip, con un'espressione carica di preoccupazione.
Mi voltai verso di lui, sentendo la frustrazione montare dentro di me. "Philip, ho bisogno di capire cosa sta succedendo, questa situazione di isolamento è diventata insopportabile," risposi, cercando di esprimere la mia disperazione.
Ma le sue parole mi rinfrancarono. "Capisco la tua frustrazione, Gabriel, ma il tuo benessere è la mia priorità. Non posso permetterti di mettere a rischio la tua sicurezza."
Sentii la delusione e la rabbia bollire dentro di me. "Ma Philip, non posso rimanere qui dentro per sempre," ribattei, con voce carica di determinazione.
Philip posò gentilmente una mano sulla mia spalla. "Lo capisco, amico mio, ma per ora devi fidarti di me. Prometto che troveremo insieme una soluzione a tutto questo, ma per adesso devi rimanere al sicuro all'interno del castello."
Prima ancora che potessi rispondere, si avvicinò a me la principessa Cassandra. Aveva un sorriso stampato in volto, gli occhi verdi e giovani erano colmi di entusiasmo. Mi guardò, e poi disse:
"Gabriel! Sarete voi a suonare al ballo, vero?" Chiese felice, speranzosa di una mia risposta positiva.La guardai stranito. Io? Suonare?
Lei mi parlava come se fosse mia abitudine, come se sapessi farlo bene, come se mi appartenesse. Una fitta alla testa mi fece quasi venire un mancamento, strinsi gli occhi cercando di sopportare il dolore.

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A MELANCHOLIC MELODY
Tajemnica / ThrillerLa storia di Gabriel, un famoso pianista di corte che perde la memoria e vive in una realtà fantasma in cui sembra essere morto.