ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴅᴜᴇ

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2. { 𝚒𝚖𝚙𝚛𝚎𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚒? }
 
𝒲𝒽𝓎 𝒶𝓇ℯ 𝓎ℴ𝓊 𝓁ℴℴ𝓀𝒾𝓃ℊ 𝒶𝓉 𝓂ℯ 𝓁𝒾𝓀ℯ 𝓉𝒽𝒶𝓉?
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Ophelia e Adam tornarono finalmente in albergo dopo una lunga pausa, insieme a Jace, da Starbucks: il posto preferito di Adam, nel quale Ophelia non prese nulla poiché quelle bevande non la attiravano mai per niente. Secondo lei erano troppo caloriche.
Ophelia notò che anche Jace non prese nulla, forse per lo stesso identico motivo. Non avevano ancora parlato, si era solo salutati.

Anche se Ophelia non riusciva a trovare un momento giusto per scambiare qualche parola con questo ragazzo.

Adam li scrutò dalla testa ai piedi scuotendo leggermente il capo in segno di arresa, dato che erano anni che provava a far bere ad Ophelia uno di quei buonissimi milkshake, ma non ci riuscì mai.

Anche perché Ophelia era una ragazza discreta con il cibo, preferiva mangiare sano sempre e comunque, era molto determinata.

"Allora, hai scelto la NYU solo per stare accanto al tuo ragazzo?" E così, con questa frase di poco gusto, Jace si rivolse per la prima volta ad Ophelia, con un tono quasi arrogante, nel momento in cui Adam si allontanò per andare a buttare il bicchiere vuoto di Starbucks nel cestino dall'altro lato della strada.

Di certo Ophelia non immaginava che Jace potesse essere così spregevole, dato che nel suo tono vi si trovò anche un briciolo di presa in giro.
Ovviamente questo non era previsto nella mente di Ophelia e rimase muta per un periodo di tempo.

"Non è tra i motivi principali" rispose Ophelia, senza giri di parole.

"Mh" disse Jace, quasi come se fosse un sussurro.

Quest'ultimo si sedette nella panchina davanti il locale, che si era appena liberata e girò il capo verso Ophelia, la quale si trovava proprio alla destra di Jace e guardava Adam tornare finalmente indietro dopo che il semaforo si fece verde, così da riuscire a salvarla da quel momento di puro imbarazzo.

"Che ne dici se torniamo all'albergo? Dista a pochi minuti da qui e inizia a fare freddo" Disse Ophelia rivolgendosi ad Adam, il quale acconsentì e le diede la sua giacca: abbastanza larga, oltre che pesante.

Ophelia durante il tragitto diventò taciturna, continuava a pensare a quel tono spregevole usato da Jace, un ragazzo che neanche conosce, nei suoi confronti.
Lo stesso ragazzo che in quel momento si trovava accanto a lei, ed Ophelia sentiva i suoi occhi addosso ogni cinque minuti.

Avrebbe voluto spostarsi, ma Adam lo avrebbe capito, perciò non fece nulla.
Eppure inizialmente pensava che potesse starle simpatico, evidentemente non era come se lo immaginava.

Poco dopo un'altra decina di passi finalmente l'albergo si presentò davanti a loro e Ophelia non vedeva l'ora di andare a dormire.
Era stata una giornata veramente piena di notizie tra le belle, per esempio l'arrivo di Adam a New York anticipato. E le notizie brutte, per esempio l'amico di Adam che spuntò fuori dal nulla.

E nel momento in cui Adam andò a chiamare l'ascensore, Jace si avvicinò ad Ophelia, la quale si trovava seduta su uno dei piccoli divani nell'atrio dell'Hotel, discutibili per la comodità, ma poiché era veramente esausta, non le importava granché.

Jace si schiarì la voce prima di sedersi accanto a lei, e sistemò il suo ciuffo di capelli neri con un leggero movimento del capo.
Ancor prima che lui dicesse qualcosa, Ophelia aveva già capito dal suo sguardo che ne avrebbe sparata un'altra delle sue, per completare la serata.

𝒂𝒍𝒐𝒏𝒆 𝒕𝒐𝒈𝒆𝒕𝒉𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora