ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴅɪᴄɪᴀɴɴᴏᴠᴇ

3 2 1
                                    

19. {𝚕𝚊 𝚜𝚏𝚘𝚛𝚝𝚞𝚗𝚊 𝚖𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚎𝚐𝚞𝚒𝚝𝚊}

𝒯𝒽𝒾𝓃𝓀 ℐ 𝓁𝒾𝓀ℯ 𝓎ℴ𝓊 𝒷ℯ𝓈𝓉 𝓌𝒽ℯ𝓃 𝓎ℴ𝓊'𝓇ℯ 𝒿𝓊𝓈𝓉 𝓌𝒾𝓉𝒽 𝓂ℯ 𝒶𝓃𝒹 𝓃ℴ ℴ𝓃ℯ ℯ𝓁𝓈ℯ
___

Passò qualche altro giorno, e nei confronti di Adam Ophelia si chiudeva sempre di più.
In tutto questo, Adam non aveva dato per scontato che andasse tutto bene. Ovviamente si rese conto che qualcosa la tormentava, ma ogni volta che provava a parlarle, lei diceva sempre che doveva andare via.

Questo non era sicuramente il modo corretto per affrontare una situazione del genere, inoltre Ophelia iniziò a pensare anche ai suoi genitori, che per Adam erano come se fossero anche i suoi. Forse il problema era proprio quello, erano così tanto legati che si era iniziato a stabilire un rapporto quasi fraterno tra i due. Ma questo sia Ophelia che Adam lo sapevano benissimo.

"Mi spieghi cosa c'è che non va?" Chiese insistentemente Adam, prima dell'inizio della lezione di filosofia del mercoledì. Si trovavano all'interno dell'aula, da soli, in terza fila come al solito.

"Amore, ti ho già detto che sto benissimo. Perché insistere?" Chiese Ophelia, continuando a guardare il suo quaderno con gli appunti. Poco dopo Adam non disse più nulla, non voleva continuare a tormentarla con la stessa domanda.

"Finalmente sei arrivato, non ci speravo più" Adam salutò Jace, che entrò in aula insieme loro. Lui si incamminò verso la terza fila e posò le sue cose, Ophelia non poteva assolutamente sorridere. Era stata seria per tutto quel tempo, se lo avesse fatto Adam avrebbe capito tutto.

Adam e Jace si salutarono, ma Ophelia non prese l'iniziativa, così lo fece Jace stesso.

"Ciao anche a te, Ophelia" disse, inclinando la testa per guardarla. Lei si dovette girare per forza, fu veramente difficile trattenere quel sorriso. Quella voce con cui pronunciava il suo nome era veramente così elegante.

"Ciao" ricambiò, schiarendosi la voce.

Adam sbuffò, portandosi una mano dietro la nuca. "Davvero, Jace, non capisco che le prende" cominciò Adam, non appena chiese a Jace di allontanarsi un po' per poter parlare.

Jace agitò la testa confuso, dovette per forza fingere. "Che è successo?" Chiese.

Adam spalancò gli occhi, incredulo del fatto che Jace non lo sapesse completamente.

"Come: 'che è successo?', Ophelia si comporta in modo strano da una decina di giorni, non capisco proprio che cos'abbia. Non ha mai avuto problemi a parlare con me, perché adesso non lo fa? Sono veramente esausto" scuotè il capo in segno di resa, cercò inoltre di parlare il più basso possibile per non farsi sentire dalla ragazza.

"Magari non te ne vuole parlare subito, ma lo farà" Jace rimase sul vago, non voleva approfondire la cosa. Anche perché lui sapeva tutto, odiava vedere il suo amico in quello stato, ma che poteva fare? Lui l'amava, e non l'avrebbe abbandonata proprio adesso che ha conquistato sua fiducia e forse il suo amore. Dopo tantissimi anni.

"Come fai ad esserne così certo? Grazie, fratello, comunque" disse dandogli una pacca sulla spalla, per poi allontanarsi e tornare dalla sua ragazza.

Ne era così certo perché sarebbe accaduto, pensò Jace... meglio scacciare al momento questi pensieri.

Poco dopo, il professore entrò in aula e fece l'appello.

𝒂𝒍𝒐𝒏𝒆 𝒕𝒐𝒈𝒆𝒕𝒉𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora