ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛʀᴇᴅɪᴄɪ

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13. {𝚜𝚒 𝚝𝚘𝚛𝚗𝚊 𝚒𝚗 𝙲𝚊𝚕𝚒𝚏𝚘𝚛𝚗𝚒𝚊}

𝓅𝒾𝓊' 𝒸ℴ𝓂𝓅𝓇ℯ𝓃𝒹𝒾 𝓁ℯ 𝒸ℴ𝓈ℯ, 𝓅𝒾𝓊' 𝓋ℴ𝓇𝓇ℯ𝓈𝓉𝒾 𝓃ℴ𝓃 𝒸ℴ𝓂𝓅𝓇ℯ𝓃𝒹ℯ𝓇𝓁ℯ
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Due giorni dopo era finalmente arrivata la sera del 23 dicembre, Ophelia stava mettendo gli ultimissimi vestiti in valigia: qualche jeans, qualche maglione e due vestiti abbastanza eleganti, stava portando lo stretto necessario semplicemente perché non si sarebbe fermata per molto se non per queste vacanze.

Sarebbe rimasta fino al primo di gennaio e il giorno dopo sarebbe tornata a New York per poter ripassare qualcosa prima dell'inizio regolare delle lezioni.

Quella sera era veramente stanca, aveva bevuto già due caffè e non voleva prendere io terzo della serata, perciò si concesse un attimo di riposo.

Era sveglia dalle otto del mattino all'incirca e la sera prima aveva dormito veramente poco e molto male, la tormentava il pensiero che Jace sarebbe potuto tornare lí in qualsiasi momento, a farsi picchiare.

Mentre in quel momento non aveva la possibilità di dormire, almeno fin quando non fosse stata nell'aereo. Tra meno di un'ora lei e Jace avrebbero preso i mezzi per arrivare all'aeroporto il prima possibile per riuscire a fare tutti i controlli prima dell'imbarco.

Suonava veramente strano dire 'Ophelia e Jace' pensó, era la prima volta che andassero insieme da qualche parte.

Anche se casa dei suoi genitori non era 'qualche parte', il fatto che lui dovesse conoscerli la rendeva nervosa.
Adam lo aveva fatto dopo un lungo anno di frequentazione, non li aveva mai conosciuti prima. Il pensiero che Jace lo avrebbe fatto in qualità di amico la disturbava, poiché neanche lo era.

Forse ci stava ripensando, ma non voleva ammetterlo. E non voleva neanche lasciarlo solo.

Ophelia non resistette alla tentazione e uscì dalla camera per poter andare alle macchinette a prendere il terzo caffè, sentiva che ne aveva bisogno. Proprio lì davanti vide Nora, prendere anche lei un caffè.

"Ehi" salutó Ophelia accennandole un sorriso.

"Ciao! Come mai sveglia a quest'ora?" Chiese mentre prelevava il suo bicchiere di caffè dalla macchinetta per poi mescolarlo.

Nel frattempo Ophelia prese il suo posto davanti alla macchinetta e cliccó anche lei per avere un caffé, che avesse abbastanza caffeina per affrontare un viaggio.

"Torno in California per le feste, tu non torni dai tuoi?" Domandó aspettando che il caffé fosse pronto.

"I miei genitori abitano a New York, devo solo prendere un treno per raggiungerli, quindi penso che ci andró direttamente domani e rimarrò lì per il resto dei giorni".

Ophelia non pensava che i suoi genitori abitassero da queste parti, la ritenne una ragazza molto fortunata ad averli così vicini.

Talvolta non ci si rendeva conto di quanto la loro presenza fosse importante all'interno della vita di ognuno di noi, giacché erano proprio i genitori ad essere il nostro esempio.

"Io sento tantissimo la loro mancanza da quando sono andava via dalla California. É bello che tu li abbia così vicini" rispose mettendole una mano sulla spalla, nel frattempo con l'altra teneva calda bevanda.

"Me lo dicono tutti, grazie" rispose, ridendo.

Ophelia la salutó poiché si stava facendo tardi e doveva andare a mettere un giubbotto, dato che stava congelando, nel vero senso della parola.

𝒂𝒍𝒐𝒏𝒆 𝒕𝒐𝒈𝒆𝒕𝒉𝒆𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora