Mnimi-Lo scrigno dei ricordi

Capitolo 4 (Seconda parte)

Lasciammo le stradine del paesino, scendendo per una scalinata ripidissima che serpeggiava attraverso la roccia costiera, per arrivare fino alla spiaggia sottostante. Sotto di noi il mare brillava sospinto dal vento, i bagnanti estasiati urlavano gioiosi tra quelle acque cristalline. Non mi soffermai oltre a guardare, la mia mente era come sempre invasa da mille pensieri.

Quella storia mi sembrava sempre più pazzesca e forzata su certe spiegazioni. Le nostre ricerche si basavano su un'antica leggenda, una storia inventata secoli prima, ma decisi di fidarmi. Arrivati sulla spiaggia, la calda brezza marina mi si appiccicò fastidiosamente addosso.

«Secondo la leggenda, l'isola comparirà tra le onde del mare. Quindi, adesso sta a lei!» spiegò Lightman.

«E cosa dovrei fare di preciso?»

«Per prima cosa deve liberare la mente, signor Lioy. Deve entrare in contatto con la sua parte inconscia, quella che sta bloccando i ricordi. Una volta che avrà creato il contatto, l'isola comparirà».

Chiusi gli occhi facendo un profondo sospiro «Ok, perfetto. Allora ci provo».

Provai a liberare la mente come mi era stato suggerito, ma non ci riuscii. Le parole della poesia e la strana spiegazione di Lightman continuavano a balenarmi in testa.

Era davvero difficile, anzi, impossibile riuscire a liberare la mente da qualunque pensiero.

«Non ci riesco» dissi, rassegnato dopo diversi minuti di prove infruttuose.

«È normale, ci vogliono anni e anni per riuscirci!»

«Allora come spera che possa riuscirci in così poco tempo?»

«Volere è potere» disse sollevando le spalle.

«Le frasi fatte non mi aiuteranno».

«Si concentri!» mi apostrofò.

Chiusi gli occhi e feci altri respiri profondi ma niente, le urla di bambini che si litigavano su chi doveva lanciare per primo la palla e Haise, che aveva iniziato a ululargli contro, mi distraevano.

«E' inutile, c'è troppa confusione».

«Va bene, venga con me».

Ci allontanammo da quel vociare assordante, dirigendoci verso uno spiazzale di sabbia abbastanza isolato.

«Allora, le do una mano. Si metta qui seduto e chiuda gli occhi. Si concentri sulla mia voce».

«Va bene» dissi, seguendo i suoi ordini.

«Mantenga la concentrazione sulla mia voce e faccia dei respiri profondi. Adesso la mia voce si fa sempre più flebile. La sente?»

«Poco».

«Perfetto, adesso sente le onde del mare?»

«Sì».

Lightman mi parlò ancora, ma non lo sentii più. La sua voce sparì travolta dal rilassante rumore del mare. Il vociare lontano dei bagnanti era sparito, ora sentivo solo un silenzio calmo. I miei sensi si acuirono, riuscii a percepire quelle minuzie che non avevo mai sentito prima. Le onde calme del mare arrotolarsi per poi lanciarsi con grazia fluida verso la spiaggia, esplodendo in una spuma candida e frizzante e infine ritirarsi. Sotto i palmi delle mani, sentivo ogni granello di sabbia, quasi riuscivo a contarli. Dei passi lenti si avvicinarono a me, le dolci note di un profumo mi solleticarono le narici, infine, un peso leggero si posò sul mio petto. Un nuovo ritmo mi invase le orecchie: Tu tum, tu tum. Il battito del mio cuore.

«Che cosa senti?» mi chiese una voce. Non era di Lightman. Una mano delicata mi accarezzò il braccio, lasciandomi una piacevole pelle d'oca al suo passaggio.

«Il tuo cuore batte così forte» risposi.

Sobbalzai, aprendo gli occhi e scattai in piedi.

Il cuore accelerò le pulsazioni, l'aria si fece pesante. Il paesaggio marino fece di nuovo la sua comparsa ma non lo vedevo bene, era sfocato dalle lacrime che mi stavano velando gli occhi.

Riconobbi quella forte emozione che ora si stata affievolendo: erano le stesse che avevo provato quando avevo estratto lo scrigno dalla mia gola.

«Cosa è successo?» domandò Lightman, allarmato dalla mia reazione.

«Ho...sentito una voce, era così dolce e poi...poi qualcuno mi ha accarezzato».

Lightman non mi fece finire di parlare «C'è riuscito signor Lioy, l'isola è apparsa».